Pulizia agli ultravioletti nella Milano del 2050
Milano, anno 2050. L'energia e l'acqua sono risorse più scarse di 40 anni fa e l'aria è ancora più mefitica, con il conseguente dilagare di affezioni allergiche. I milanesi sono un melting pot multietnico ma hanno mantenuto, se non aumentato, la loro proverbiale fretta e vogliono sbrigare l'impegno della spesa nel modo più indolore possibile. I single sono parecchi, perciò il numero di famiglie non è cambiato molto, ma la loro dimensione media è diminuita significativamente.
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Viola, Laura e Gabriele |
Lo scenario non è opera degli sceneggiatori di un Blade Runner meneghino, ma dei tre studenti del primo anno della laurea specialistica in Economics and management of innovation and technology che si sono aggiudicati la fase italiana dell'Henkel innovation challenge, un concorso internazionale che chiede di trovare una soluzione adatta alle esigenze di laundry e homecare che potrebbero presentarsi nel 2050. Gabriele Malesani, Viola Mantero e Laura Strada parteciperanno, da oggi a domenica, alla finale europea di Barcellona dopo avere superato 130 squadre di universitari italiani.
"La soluzione che abbiamo proposto", spiega Viola, l'anima tecnologica del gruppo, "prevede l'utilizzo dei raggi ultravioletti. Già oggi alcune aspirapolvere sono dotate di un raggio ultravioletto che igienizza, sterilizzandola, la superficie spazzata. Noi abbiamo immaginato di venire incontro alle esigenze di risparmio di acqua, a quella di arginare le allergie e a quelle della Henkel, pensando a macchine di nuova concezione, in cui il processo igienizzante dei raggi ultravioletti è catalizzato da polveri brevettate, personalizzabili con additivi mirati all'eliminazione degli allergeni".
Il challenge è stato presentato alla Bocconi in tre diverse sessioni, per iniziativa del Career service, da una manager delle risorse umane Henkel e i tre compagni di corso hanno deciso di parteciparvi a fine ottobre.
"A metà novembre, in un periodo piuttosto impegnativo dal punto di vista degli impegni universitari, abbiamo inviato il nostro elaborato e abbiamo passato la prima selezione, che ha ridotto i contendenti da 130 a 10", spiega Laura.
A marzo, poi, le 10 squadre si sono ritrovate a Milano per esporre la propria idea a una giuria mista, fatta di accademici e di manager Henkel. "Avevamo 15 minuti per raccontare la nostra soluzione e strutturare un marketing mix", racconta Gabriele. "La nostra è stata una presentazione semplice, senza i fuochi d'artificio espositivi di altri gruppi, ma molto equilibrata e immagino sia stata questa la caratteristica più apprezzata. Noi abbiamo apprezzato il minimo di interazione possibile in un'occasione simile con chi lavora in azienda e abbiamo notato la differenza di approccio, nelle obiezioni finali, tra i professori e i manager. Non sapevamo bene quali fossero i parametri di valutazione, ogni volta che alzavamo la testa vedevamo facce serie... ma alla fine è andato tutto bene". Anche la qualità dell'inglese sfoggiato nell'esposizione, in vista della finale europea, deve averli aiutati.
I tre studenti Bocconi hanno suggerito una politica di partnership con i produttori di lavatrici e lavastoviglie, che prevede di tenere i prezzi bassi nella fase di introduzione della nuova soluzione, per favorirne una diffusione immediata. La distribuzione, ipotizzano, potrebbe utilizzare il canale tradizionale della gdo per il prodotto standard e quello Internet per gli utenti più sofisticati, alla ricerca di soluzioni personalizzate rispetto, per esempio, a qualche forma di allergia, e disposti a pagare un po' di più.
Le finali di questo fine settimana, con le squadre di Francia, Spagna, Germania, Belgio e Olanda, prevedono ancora l'esposizione dell'idea a una giuria qualificata, ma anche lo svolgimento di alcuni business game. Ancora una volta Laura, Viola e Gabriele non sanno bene che cosa aspettarsi, ma affrontano l'esperienza con uno spirito invidiabile: "Finora la cosa è stata interessante e divertente", chiosa Gabriele per tutti, "speriamo che lo sia anche a Barcellona".