In piena crisi a pochi mesi dall’Expo
Impressionante giungere in nave nel porto di Shanghai! Una visione di una grandiosità unica. Una distesa di imbarcazioni attraccate ai moli o in rada. Un fiume molto ampio. Acqua melmosa, giallastra, color cioccolato per i fanghi ma forse anche per gli scarichi non proprio immacolati che il fiume riceve lungo il suo percorso.
Scorrono così alla vista imponenti gru che svettano in cielo. Si va dalla foce del fiume Huangpu, su su, lungo una settantina di chilometri, fino al Bund, il mitico centro commerciale dell'epoca coloniale. Accanto allo Huangpu sfocia, sempre nel mar della Cina Orientale, il Fiume azzurro, lo Yangtse, sulle cui isole, nel delta, opera un altro imponente terminal container collegato al continente mediante un ponte che è il terzo ponte più lungo del mondo. Un nuovo porto quindi quello di Shanghai, costruito di recente, dai fondali profondi, atto a ricevere le gigantesche navi porta container di nuova generazione. Un porto immenso che ha movimentato l'anno scorso oltre 30 milioni di Teu (Twenty-foot equivalent unit) e che contende il primo posto come porto commerciale a Singapore. Importanti sono anche le rinfuse come carbone e minerali di ferro tanto che, sempre nel 2008, il traffico complessivo ha toccato quasi i 500 milioni di tonnellate. È naturalmente il porto più importante della Cina che assorbe un quarto dell'import e dell'export cinesi. In crescita in questi anni anche il settore passeggeri con le crociere nei mari antistanti. È una conferma del ruolo che Shanghai ha sempre avuto nel paese per la vicinanza al mare e per il sistema di fiumi che in essa convergono che la rendono da sempre la finestra tra il retroterra continentale e il mondo intero. In questi mesi molte cose stanno cambiando. L'imponenza delle infrastrutture contrasta con l'attività portuale che non è certo febbrile: gru inoperose, tante navi alla fonda, pile gigantesche di container nelle banchine. I dati confermano queste impressioni. Nei primi sei mesi di quest'anno la contrazione dei Teu movimentati è stata del 15,6%. Nel complesso l'attività portuale in import ha registrato una diminuzione del 21,3%, mentre l'export ha segnato una caduta più ridotta del 5,3%. Ciò che sorprende è che il porto di Shanghai è in controtendenza rispetto agli altri porti del paese che hanno, invece, contenuto la flessione del traffico portuale all'11%.Da maggio in Cina qualche segnale positivo si può cogliere e fa ben sperare, ma è Shanghai che vive un momento difficile e non solo per il traffico portuale. E questo proprio alla vigilia dell'Expo in programma l'anno prossimo.I capitali stranieri stanno prendendo altre strade. La città è diventata una megalopoli, affollata di grattacieli, inquinata, soffocata dal traffico. Con una bolla immobiliare vicina allo scoppio. Una realtà metropolitana che si è allontanata dalla Cina senza trovare ancora una propria identità. In mezzo al guado quindi, sperando in una ripresa della domanda mondiale e, a breve, nel successo turistico e commerciale dell'Expo.