Perche' si puo' innovare
Via Sarfatti 25 ha chiesto a sette bocconiani cosa c'è di buono e cosa di meno buono nell'Italia che produce. Ecco il punto di vista di Marco Patuano
Marco Patuano |
Positivo: Le specializzazioni dell'economia italiana
Il fatto che l'Italia rimanga il secondo paese manifatturiero d'Europa è un punto di forza e non di debolezza. È proprio l'industria ad aver consentito al primo, cioè la Germania, di tornare alla crescita.
Negativo: La produttività del lavoro
L'Italia, da questo punto di vista, è in sofferenza, non solo per l'eccessiva tassazione del fattore lavoro, ma anche per il cattivo match tra sistema dell'istruzione e mondo del lavoro, che porta troppi giovani a specializzarsi in discipline che non trovano riscontro, e per le eccessive rigidità. Soprattutto nei momenti di crisi, i giovani devono poter entrare nel mondo del lavoro con modalità sufficientemente flessibili da consentire alle aziende di valutarli ed eventualmente assumerli.
Positivo: La qualità delle risorse umane
Lo verifichiamo ogni giorno, grazie agli stretti contatti con il mondo dell'università e della ricerca. Il guaio è che rischiamo di sprecare, o di perdere, queste risorse umane di qualità, perdendo anche il patrimonio costituito dal loro entusiasmo. Con il progetto Changemakers, in collaborazione con Expo 2015, ci proponiamo di premiare i talenti under 30 capaci di progettare soluzioni che migliorino la vita di almeno un milione di persone.
Negativo: Gli investimenti in infrastrutture
Sia gli investimenti pubblici, sia quelli privati sono stati sacrificati all'altare dei conti pubblici e perciò siamo in sofferenza. Trovo paradossale che tali investimenti rientrino nel calcolo del deficit pubblico ai fini del patto di stabilità e crescita. Si tratti con rigore la spesa corrente, si pretendano efficienza e produttività dalla spesa pubblica, ma non si faccia contenimento del deficit contraendo gli investimenti.
Positivo: La possibilità di innovazione
Le imprese italiane si sono dimostrate capaci di fare innovazione per risparmiare, un po' meno di fare innovazione per migliorare il profilo aziendale a 360 gradi, per realizzare prodotti che consentano di esplorare nuovi mercati. Si sono dimostrate capaci di innovazione nel proprio core-business ma non nelle infrastrutture, anche di tipo informatico, forse perché si trattava di investimenti costosi, e che necessitavano di competenze che molte imprese non avevano. Oggi, però, i costi si sono sensibilmente ridotti e le sinergie che si ottengono sono più evidenti.
Negativo: L'ambiente per le start up
Sulle start up si fa molta retorica, ma pochi fatti. Quello che è davvero importante è creare un ambiente che tolleri il fallimento senza penalizzarlo né economicamente né socialmente. Da noi, invece, troppi adempimenti burocratici complessi e costosi alzano subito la posta e il fallimento è vissuto come uno stigma. Dobbiamo facilitare i primi passi di aziende destrutturate e con idee tutte da comprovare. Con questa finalità noi gestiamo tre incubatori a Catania, Roma e Milano, assegniamo grant d'impresa alle idee migliori, sosteniamo i migliori PhD, ma ci sentiamo un po' soli nel panorama italiano.
Positivo: La tendenza all'internazionalizzazione
Non siamo certo all'avanguardia nell'internazionalizzazione dei percorsi lavorativi, ma la tendenza è positiva. Non mi straccio le vesti quando sento parlare di emigrazione intellettuale, purché i talenti, poi, tornino in patria arricchiti dall'esperienza internazionale.