P.a. e project finance: sul territorio ha una mortalita' del 90%
Quello del project finance come strumento di finanziamento per le opere pubbliche degli enti locali italiani è un motore che parte, ma che nella maggior parte dei casi è destinato a spegnersi dopo poco. Su 2.236 iniziative avviate in Italia tra il 2005 e il 2008, infatti, solo 274 sono state effettivamente aggiudicate, con un tasso di mortalità che si aggira intorno all'88%. Il dato emerge dal rapporto "Le operazioni di project finance: stato dell'arte e indicazioni per il futuro" dell'Osservatorio sul cambiamento delle amministrazioni pubbliche (Ocap), paper curato da Fabio Amatucci e Veronica Vecchi dell'area public management and policy della Sda Bocconi.
Il rapporto dell'Ocap analizza l'utilizzo della finanza di progetto per la realizzazione da parte degli enti locali di opere medio-piccole nei quattro settori dei parcheggi, impianti sportivi, cimiteri ed edifici pubblici. Le operazioni di project finance si dividono tra quelle a iniziativa privata, in cui la pubblica amministrazione lascia al privato la proposta di progetto per la realizzazione e la futura gestione dell'opera, che poi, se approvato, la p.a. ripagherà per esempio attraverso le tariffe pagate dai cittadini per l'uso (si pensi ai parcheggi), e quelle a iniziativa pubblica, nel cui bando, in più, è già predisposto da parte del pubblico un progetto preliminare per l'opera. "Il project finance è uno strumento molto utilizzato dagli enti locali", spiega Fabio Amatucci, "a causa dei forti limiti ai quali sono soggetti, per il finanziamento delle opere pubbliche, dal rispetto del patto di stabilità e dal rispetto dei limiti di indebitamento". Tuttavia, la mancanza di un serio sforzo da parte delle amministrazioni pubbliche, per le operazioni a iniziativa privata, di realizzare a pieno il proprio ruolo di committenza specificando le proprie necessità e le specifiche economiche che avrebbe dovuto avere l'investimento, ha fatto sì che molte gare andassero deserte e molte operazioni non si concludessero. Proprio riguardo alle operazioni avviate con la procedura del promotore (iniziativa privata), che rappresentano il 54% delle 2.236 avviate del quadriennio in esame, solo il 9% si basava infatti su un preventivo studio di fattibilità dell'amministrazione concedente. Inoltre, riguardo a tutte le operazioni non aggiudicate, lo studio evidenzia come questo sia stato spesso dovuto ad alcune mancanze da parte della p.a. Nel 52% dei casi da scarsa verifica della pre-fattibilità dell'intervento (tra cui anche la verifica dei rischi e dell'impatto nel medio e lungo termine), nel 25% dei casi da carente programmazione delle finalità dell'investimento a livello territoriale e, nel 16% delle operazioni, addirittura da conflitto dell'operazione di pf con altri strumenti di programmazione già definiti in precedenza dall'ente locale. Nel 32% dei casi di operazioni sospese, infine, la mancanza di chiarezza della p.a. ha portato all'assenza di proposte da parte dei promotori rendendo vana la procedura. "Il project finance, in Italia, ha generato molte criticità perché è sempre stato pensato e applicato solo come una procedura giuridica", continua Veronica Vecchi. "In realtà, essendo uno strumento di finanziamento, richiede un alto grado di managerialità. Ciò che è mancato, da parte delle p.a., è stata la corretta valutazione degli aspetti economici delle operazioni". Le amministrazioni, stando ai risultati 2005-2008, nella fretta di realizzare opere in un contesto di scarsità di risorse, hanno dunque peccato in capacità di valutazione manageriale. Il project finance, infatti, può non essere di per se stesso economico, ma ha il grande vantaggio di trasferire al privato il rischio di progettazione, costruzione e gestione dell'opera. "E garantisce", spiega Vecchi, "tempi rapidi di consegna e costi certi delle opere. Bisogna però che si metta da parte questo approccio eccessivamente giuridico-amministrativo, sintetizzato dal fatto che nel 93% dei bandi di tutte le 2.236 operazioni manca il riferimento a indicatori di rendimento economico". Valutare in modo più approfondito gli aspetti economici e finanziari delle operazioni, concludono i due curatori del rapporto Ocap, "darebbe infatti maggior potere negoziale alle amministrazioni pubbliche nei confronti dei privati, stabilendo così un adeguato livello di trasferimento dei rischi e rendendo il project finance uno strumento effettivamente vantaggioso".