Contatti

Monti: una nuova governance per lo sviluppo e l’innovazione

, di Anna Boccassini
La Bocconi verso una sempre maggiore trasparenza dei processi e apertura alle pressioni concorrenziali

"La Bocconi si sente parte del sistema universitario italiano e non si considera né torre, né d'avorio, ma sente la responsabilità di innovare" ha esordito Mario Monti in apertura della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2006-2007. Secondo il Presidente della Bocconi, l'Ateneo ritiene suo dovere avvalersi della flessibilità che deriva dalla sua condizione di università libera, autonoma e indipendente per sperimentare metodi innovativi che, se danno risultati positivi, possano essere portati all'attenzione della comunità nazionale e internazionale.

Il Presidente dell'Università Bocconi
Mario Monti

Le innovazioni nella governance adottate dall'Università vanno lette, secondo Monti, all'interno di un contesto molto più ampio: quello dei numerosi contributi all'innovazione universitaria dati dall'Ateneo nel corso della sua storia. Monti ha ricordato alcuni dei passaggi più significativi di questa tradizione innovativa, a partire dalla fondazione, quando nel 1902 la Bocconi fu la prima facoltà di economia e commercio in Italia. Nel 1969 l'Ateneo elaborò nuovi piani studio per i corsi di laurea in economia politica e in economia aziendale, approvati poi tempestivamente dall'autorità ministeriale. All'inizio degli anni '70, la fondazione della Scuola di Direzione Aziendale fu la prima iniziativa del genere in Italia. Del 1984 è l'introduzione del numero programmato e delle prove di selezione, iniziative, ha ricordato Monti, "accolte con freddezza o con il calore della polemica", che si rivelarono però cruciali per mantenere alta la qualità degli studi in Bocconi. Tra le scelte coraggiose e lungimiranti menzionate dal Presidente dell'Ateneo, anche l'innalzamento del livello dei contributi degli studenti commisurato al reddito delle famiglie e accompagnato da numerosi esoneri e borse di studio, e la valutazione dei docenti da parte degli studenti, introdotta negli anni '90 quando non era ancora stata adottata da nessuna università italiana.

Ed ecco la riforma della governance di questi giorni. "Come usano l'autonomia le università? Quanta strada si è fatta in termini di accountability, trasparenza dei processi e maggiore apertura alle pressioni concorrenziali per dare più spazio al merito e meno ad atteggiamenti di tipo corporativo? Come fare in modo che i docenti, superando l'inerzia che è propria di ciascuna persona umana, sappiano interpretare le esigenze del futuro, degli studenti, delle imprese e delle istituzioni anziché le esigenze, pur comprensibili, di favorire lo sviluppo dei loro allievi, della loro scuola, dei loro orientamenti di ricerca?". È a domande come queste esposte da Monti che intende rispondere la nuova governance accademica della Bocconi. Un rischio, quello del corporativismo, che non è certo un problema solo contemporaneo. Monti ha citato anche un passo di Adam Smith che nel 1776 ne "La ricchezza delle nazioni" metteva in guardia da pericoli di questo genere, e proprio in ambito universitario.

La Bocconi è un Ateneo nel quale il Rettore non è eletto dal corpo docente, ma è nominato dal Consiglio di Amministrazione. Quindi, ha osservato Monti, "sa di non dovere la sua posizione ai docenti e questo lo rende più audace nel gestire i processi di cambiamento". Oggi la nuova struttura Bocconi ha lo scopo di garantire all'Ateneo l'indipendenza necessaria per affrontare gli obiettivi di sviluppo e innovazione posti nel Piano Strategico decennale.

Inaugurazione dell'anno accademico 2006-2007 in Bocconi

Provasoli: competere e cooperare per vincere la sfida dell'internazionalità

Napolitano: il futuro ha bisogno dell'Europa