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Monti: gli atenei al servizio della competitività e del futuro del paese

, di Anna Boccassini
Il Presidente all'inaugurazione dell'a.a. 2005/2006 in Bocconi

Per la competitività e il futuro stesso dei paesi in cui operano, le università giocano un ruolo cruciale, che va affrontato con grande senso di responsabilità. Mario Monti, Presidente della Bocconi, ha tracciato un quadro dello scenario in cui l'Ateneo attualmente opera, e delle sfide che lo attendono.

"Mai come in questi anni, mesi, giorni, l'università si è trovata al centro dell'attenzione pubblica", ha esordito Monti. In Italia, come in diversi altri paesi, sono infatti in corso tentativi di riforma del sistema universitario. L'imperativo per l'Europa di avere università eccellenti, e il ruolo cruciale delle università per la competitività e la crescita del continente sono temi ormai al cuore del dibattito politico.

Il ruolo delle università è cruciale in ogni paese, ha proseguito Monti, perché "esse, se sono all'altezza della loro missione, aiutano la comunità di cui fanno parte a diventare più competitiva, a proiettarsi nel futuro anziché temerlo, a sviluppare il senso di responsabilità".


Sotto ciascuno di questi profili le università italiane oggi hanno un compito di particolare importanza, e molto severo.

Competitività. L'Italia sta perdendo competitività nei suoi prodotti e nell'attrattività come insediamento di attività produttive. Il ruolo dell'università come fattore per recuperare competitività è perciò in Italia anche maggiore che in altri paesi.


Futuro. "Colpisce – ha osservato Monti – l'assenza, nella pubblica discussione e nel dibattito politico italiani, di agganci espliciti a un futuro che sia articolato e dimensionato nel tempo". Eppure, Monti ha ricordato che nel recente passato la politica italiana ha conosciuto momenti di proiezione verso il futuro, di maggiore o minore successo (come con le programmazioni pluriennali degli anni '60 e '70, il Piano '92 per la preparazione al mercato unico, la rincorsa all'Euro negli anni '90). Oggi invece l'orizzonte sembra spingersi solo fino ad aprile-maggio 2006, termine della legislatura. Dopo, i contorni sembrano più sfumati, nonostante la strategia di Lisbona offra una tenue prospettiva pluriennale per gli impegni dei diversi paesi. "Io credo – ha proseguito Monti – che le università debbano aiutare il paese a guardare avanti". Cosa che la Bocconi, per parte sua, sta cercando di fare, con l'adozione del piano decennale, esteso fino al 2015.

Responsabilità. "Mi pare che in questo momento, come forse è naturale in fase di difficoltà, ci sia spesso un atteggiamento, nel dibattito pubblico italiano, che non è educativo dal punto di vista del senso di responsabilità, e che asseconda una tendenza all'irresponsabilità piuttosto che contrastarla" ha detto Monti. "Certo, ogni paese vive in un contesto ampio, ma quando, per esempio, si cerca di attribuire la responsabilità di insoddisfacenti performace dell'economia italiana, anche rispetto a quella europea, a fattori tutti esterni all'azione degli italiani (che si tratti della concorrenza asiatica, dell'Euro, o delle decisioni dell'Unione Europea...), questo non incoraggia la ricerca delle proprie responsabilità, e di comportamenti che possano spingere in avanti anziché auto-assolvere". Un atteggiamento, questo, che secondo Monti si riscontra anche nel mondo universitario, quando alcune difficoltà vengono imputate esclusivamente a difetti del sistema legislativo nazionale. È necessario, invece, tendere comunque al miglioramento, senza aspettare solo miglioramenti che vengano dal quadro generale. La Bocconi, per quanto si senta ancora lontana da un risultato ottimale in questo senso, si sta impegnando a fare la sua parte, grazie anche all'impegno di tutto il corpo docente, che si è sottoposto, negli ultimi anni, a forme di 'auto-pressione' e a meccanismi di valutazione.

Europa. "Nel suo impegno nel corso degli anni, la Bocconi ha avuto nell'Europa un punto di riferimento costante, e si è sempre considerata, con Milano, una sorta di cerniera tra l'Europa e l'Italia". Per questo, ha ricordato Monti, l'inaugurazione dell'anno accademico degli ultimi anni ha seguito un filo, anche se non esplicito, di collegamento europeo: nel 2001 Ralph Darendorf parlò delle università nell'Europa di oggi. Nel 2002 (anno del centenario) il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi tenne un discorso di spirito profondamente europeo. Nel 2004 il Presidente Valery Giscard D'Estaing parlò di costituzione europea, pochi giorni prima che venticinque governi sottoscrivessero a Roma il trattato costituzionale europeo. In questo solco, ha concluso Monti, si inserisce anche l'intervento di quest'anno, di Tommaso Padoa-Schioppa, laureato Bocconi che ha portato i valori dell'Ateneo presso la Banca d'Italia, la Commissione Europea, la Consob e la Banca Centrale Europea.

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