Mobile tv, la domanda è il nodo più critico e incerto
Per fronteggiare le crescenti incertezze emergenti nell'industria wireless 3G i manager coinvolti devono poter prevedere gli scenari futuri e sviluppare adeguate strategie di pianificazione. In quest'ottica, il CSSlab Bocconi, Customer & Service Science lab, in collaborazione con il MIT, ha condotto uno studio in Europa e negli Usa volto a delineare gli scenari di sviluppo della mobile tv. E dai risultati emerge chiaramente che la domanda è il fattore più critico ed incerto che i vari player coinvolti devono considerare.
"La criticità per lo sviluppo della mobile tv è dal punto di vista della domanda ed è il consumatore che va convinto per fare decollare questo servizio," spiega Margherita Pagani, coordinatrice dello studio.
Lo studio, sviluppato con il Massachusetts Institute of technology, ha prima identificato i nodi critici dello sviluppo per poi intervistare 40 manager in Europa e negli Usa, responsabili per il lancio e sviluppo della mobile tv, sulle le loro previsioni sulle criticità dello sviluppo del mercato.
Sul fronte della tecnologia, emerge una forte certezza da parte degli operatori sullo sviluppo tecnologico, per esempio sulla moltiplicazione dei canali e l'integrazione delle piattaforme. Per quanto riguarda lo sviluppo dei business model, prevale una visione negativa sui ricavi pubblicitari che potrà generare la mobile tv mentre c'è più certezza sullo sviluppo di contenuti ad hoc e di servizi a valore aggiunto. Gli stessi content provider risultano però i più scettici sullo sviluppo di contenuti ad hoc a causa dei loro dubbi sui ricavi pubblicitari. Sul fronte della competizione, emerge una certa omogeneità di visione sul fatto che si svilupperà competizione tra i network provider e che ci sarà l'ingresso di nuovi player nell'offerta di mobile tv.
Ma i dubbi più estesi risultano, secondo lo studio, sul fronte della domanda. Gli operatori, infatti, dimostrano incertezza sui benefici della mobile tv che il consumatore percepirà e sulla sua conseguente disponibilità a pagare. Nello specifico, i fornitori di terminali (come Nokia, Samsung) e gli aggregatori di contenuti (come Sky e Mediaset) risultano più ottimisti, avendo, come spiega Pagani, più controllo sul cliente e più leve da utilizzare (come la creazione di pacchetti ad hoc). I più pessimisti e scettici sulla domanda risultano, invece, i content provider e i network provider.