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Misurare e' bello

, di Davide Galli - SDA assistant professor di public management and policy
Quando si valuta la performance del settore pubblico non deve essere evidenziato soltanto il dato economico

In Italia, il tema della misurazione è tornato alla ribalta con il decreto legislativo 150 del 2009 che, nel delineare la riforma del pubblico impiego, ha enfatizzato il ruolo degli indicatori nella valutazione dei molteplici ambiti della performance. Il tradizionale approccio, focalizzato su dimensioni come efficienza, efficacia ed economicità, è stato superato puntando i riflettori sulla qualità, sulla modernizzazione e il miglioramento organizzativo, sulla soddisfazione degli utenti, le pari opportunità e, soprattutto, sull'impatto delle politiche pubbliche.

Davide Galli

A quasi quattro anni dal varo della riforma, molte sono le amministrazioni che hanno investito nella definizione del proprio sistema di misurazione. Tuttavia, il panorama delle 21.233 organizzazioni coinvolte mostra un livello di eterogeneità elevato e le esperienze consolidate sono ancora poche. Permane una sorta di pregiudizio rispetto all'idea che un'attività possa essere efficacemente rappresentata attraverso una selezione di indicatori. Le iniziative non mancano, ma raramente hanno seguito. Il dato che prevale, tanto nei dibattiti quanto nei processi decisionali, è ancora quello economico-finanziario. Appare necessario compiere ulteriori interventi che orientino ad un nuovo modo di intendere il tema della misurazione.

Su un piano tecnico deve essere incrementato il livello di trasparenza degli indicatori di gestione, attraverso una selezione concordata con i portatori di interesse. Piano e Relazione sulla Performance sono ancora documenti sconosciuti ai più mentre dovrebbero evolvere diventando piattaforme interattive in grado di condividere all'interno di una comunità la conoscenza circa il contributo prodotto dall'amministrazione.

Su un piano manageriale è necessario che siano costantemente verificate e aggiornate le competenze dei dirigenti pubblici in tema di misurazione e che la stessa qualifica di dirigente preveda la capacità di definire e condividere indicatori. Misurare costa ed è quindi importante che chi misura abbia le idee chiare sulla reale utilità della misurazione e si assuma la responsabilità di scegliere indicatori e renderli parlanti e comprensibili al pubblico.

Su un piano politico è necessario che anche gli organi esecutivi contribuiscano a identificare gli indicatori che ritengono più coerenti con il quadro delle priorità politiche e rendano in tal modo monitorabile l'azione di governo. Nelle tante e alternative combinazioni di indicatori possibili per misurare un'amministrazione, avere un decisore politico che selezioni e renda più importanti alcune informazioni, contribuirebbe non poco a rendere più legittimo il sistema.

Più in generale è importante che allo sforzo dell'amministrazione nel misurare corrisponda poi uno sforzo da parte di cittadini, imprese, terzo settore e altri portatori di interesse, teso a superare comodi pregiudizi e a conoscere e discutere ciò che realmente l'amministrazione fa o non fa. Serve in altri termini, che sia il paese stesso, non soltanto la sua pubblica amministrazione, ad accettare che un set di indicatori riassuma e evidenzi, in breve, il buono, il brutto e il cattivo.