Metti l'opera nel portafoglio
Secondo il Rapporto Artprice, il mercato mondiale delle belle arti è cresciuto del 26% tra 2013 e 2014, raggiungendo il fatturato di 15,2 miliardi di dollari alle vendite d'asta. L'arte regala emozioni, anche quando si tratta di mercato dell'arte, e può offrire agli investitori l'opportunità di diversificazione del rischio quando l'orizzonte temporale è di lungo termine. Occorre però una attenta valutazione. È infatti difficile applicare la metrica tradizionale, appresa sui mercati finanziari, a un settore dove niente è standard e tutto è unico.
I cosiddetti market failure nel mercato dell'arte sono rilevanti a cominciare dall'unicità e la rarità del bene artistico fanno sì che si generi un monopolio naturale dell'opera e dell'artista. Il processo di acquisto può poi presentare caratteristiche di elevata irrazionalità, con la determinazione all'acquisto da parte del soggetto interessato che può prescindere dalle caratteristiche intrinseche del bene (il caso dei monocromi blu di Yves Klein negli anni cinquanta insegna). Il mercato dell'arte, più di quello finanziario, è caratterizzato da asimmetria informativa. Non a caso a gennaio a Davos, Nouriel Roubini ha richiamato l'attenzione sulla mancanza di regolamentazione del mercato dell'arte, con conseguenti riflessi in termini di evasione fiscale e antiriciclaggio. La liquidità di molteplici segmenti del mercato dell'arte è scarsa e l'opacità elevata, nonostante i volumi degli scambi registrati e la rilevazione dei prezzi, tramite società specializzate, siano considerevolmente accresciuti. Dalle caratteristiche dei mercati derivano meccanismi di formazione dei prezzi che registrano costi di transazione non comparabili in termini di livello delle commissioni e/o di ampiezza degli spread operati dagli intermediari. In ultimo, la valutazione dei rendimenti e dei rischi presente nelle verifiche quantitative realizzate sul mercato dell'arte non tiene conto delle problematiche relative all'autenticità delle opere e ai rischi legali (ad esempio, rischio di acquisto di opere d'arte soggette a vincoli o trafugate). Tutto ciò accresce l'interesse da parte di operatori alla ricerca di mercati sui quali è possibile realizzare un elevato extra-rendimento, sfruttando le imperfezioni del mercato e offrendo strumenti d'investimento indiretto nel mercato dell'arte. La creazione di un fondo d'investimento in arte si configura come il processo di gestione in monte di un portafoglio di opere d'arte attraverso fasi che prevedono la costruzione del portafoglio, l'individuazione del parametro di riferimento per la valutazione del profilo di rendimento e di rischio del portafoglio, la misurazione delle performance. Con riguardo a queste fasi quella che presenta i margini di incertezza maggiori è la terza, ovvero la misurazione delle performance: mancano esperienze significative, serie storiche e metodologie adeguate a sostenere verifiche. La difficoltà di valutare l'arte attraverso la dimensione finanziaria induce a cautela nel promuovere l'arte come una componente del portafoglio, in assenza di un progetto fortemente condiviso con l'investitore. Quando però la passione per il dividendo estetico fa dell'investitore un collezionista, la valutazione dell'investimento va oltre la logica finanziaria.