Meno dazi, piu' qualita'
Si è appena concluso a Bruxelles il dodicesimo round di negoziazione tra Unione europea e Stati Uniti sul Partenariato transatlantico su commercio e investimenti (Ttip). In discussione dal 2013, il Ttip appartiene a una nuova generazione di accordi commerciali che, accanto alla rimozione delle barriere doganali, prevede una più stretta cooperazione sulla regolamentazione e include aspetti non economici come la protezione dell'ambiente e la tutela dei lavoratori.
L'obiettivo è facilitare l'accesso al mercato estero delle imprese, stimolando la crescita e la creazione di posti di lavoro. Il Ttip prevede l'eliminazione dei dazi, una più facile fornitura dei servizi e la possibilità per le imprese europee di partecipare alle gare per l'assegnazione di appalti pubblici negli Usa. Tuttavia, poiché i dazi sono in media molto bassi, con l'eccezione di alcuni picchi tariffari su specifiche merci, i maggiori vantaggi per le imprese deriveranno dalla cooperazione in ambito normativo. L'accordo prevede una maggior collaborazione sulle norme su sicurezza e qualità dei beni. Si tratta dei cosiddetti ostacoli tecnici agli scambi, ma anche delle misure sanitarie e fitosanitarie volte a garantire la sicurezza alimentare e la salute di animali e piante. In molti casi le norme, pur assicurando un analogo livello di sicurezza, richiedono, sulle due sponde dell'Atlantico, dettagli tecnici o procedure di verifica diversi. Differenze che si traducono in ostacoli al commercio e possono risultare onerose per le pmi. In alcuni ambiti, in cui le differenze sono meno significative, si potrebbe arrivare all'armonizzazione delle norme o al mutuo riconoscimento delle procedure; dove, invece, le posizioni sono più distanti, l'obiettivo è stabilire un processo di convergenza e collaborazione al fine di limitare l'uso in senso protezionistico di leggi e regolamenti posti a tutela dei cittadini. La rilevanza dell'accordo è testimoniata anche dal crescente interesse dell'opinione pubblica. Proprio la cooperazione in ambito normativo è tra gli aspetti che hanno suscitato i maggiori timori: si teme che il Ttip possa condurre, in nome di superiori interessi economici, a un abbassamento del livello di protezione degli interessi pubblici.
In particolare, gli oppositori europei temono che l'Ue ceda di fronte a un supposto maggior potere contrattuale degli Usa e soprattutto nel settore agro-alimentare si pieghi a un abbassamento degli standard di sicurezza europei, aprendo le porte a polli al cloro o a carni bovine nutrite con ormoni della crescita. La Commissione europea ha più volte affermato che la tutela dei consumatori non è in discussione e il principio è esplicito nel mandato negoziale e ribadito nelle raccomandazioni alla Commissione del Parlamento europeo approvate a luglio 2015. L'esito delle trattative non è scontato. Diversi sono gli aspetti controversi e il prolungarsi delle negoziazioni, che avrebbero dovuto concludersi nel 2015, nell'anno delle elezioni negli Usa potrebbe ostacolare il cammino. La conclusione positiva dei negoziati, però, è importante: l'accordo avrebbe conseguenze positive sulle imprese statunitensi ed europee e contribuirebbe a contrastare lo spostamento del baricentro economico verso l'Asia e i paesi emergenti.