Contatti

L'M&A si fa piu' piccolo

, di Leonardo Etro e Sara Alberti - rispettivamente SDA professor di amministrazione, controllo, finanza aziendale e immobiliare e docente presso il Dipartimento di finanza della Bocconi
In Italia il trend negativo avviato nel 2008 non è ancora concluso. A diminuire è il valore medio delle operazioni

Il mercato finanziario scommetteva in qualche segnale di ripresa delle operazioni di M&A nel corso del 2013. In realtà, il trend negativo iniziato col 2008 non si è concluso. Le operazioni di fusione e acquisizione, infatti, sono rimaste stabili in termini di numerosità, mostrando però una contrazione significativa nel controvalore. Le transazioni censite dall'Osservatorio M&A del CReSV Bocconi sono state 261 (come nel 2012) mentre, in termini di controvalore, si è registrata una riduzione del 46%, passando dai 44 miliardi di euro del 2012 ai 24 del 2013.

Dall'analisi delle operazioni straordinarie a livello globale, l'Emea (Europe-Middle East-Africa) si conferma la prima regione target per gli investimenti dall'estero con oltre 374 miliardi di dollari nel 2012. L'Italia, però, intercetta solo una piccola parte di questi investimenti. Nel 2013, le operazioni estero su Italia censite sono state 103 (+66% rispetto al 2012) per un controvalore di 9,1 miliardi di euro (+56%) e le società che hanno investito in Italia sono perlopiù di origine europea, con Francia e Olanda che hanno acquisito società per un controvalore di quasi 5 miliardi di euro.Ma poche sono soprattutto le operazioni eseguite da soggetti italiani all'estero: nel 2013 l'Osservatorio M&A ne ha analizzate solo 17, per un controvalore di 5,7 miliardi di euro. Si evidenzia, quindi, un ridotto interesse delle aziende italiane per i paesi Brics ed emergenti e molte remore da parte di questi ultimi a investire nel nostro mercato. Questo, nonostante il ruolo ormai crescente di questi paesi sul mercato dell'M&A globale.
Le principali borse europee hanno registrato importanti rialzi nell'ultimo anno. Anche la Borsa di Milano ha evidenziato un trend positivo ma pur sempre con valori dell'indice generale dei titoli a forte sconto rispetto ai livelli pre-crisi. Sul fronte dei parametri per le valutazioni d'impresa, i multipli di mercato mostrano di conseguenza un andamento crescente in molti settori quali utility, oil&gas, healthcare e soprattutto luxury, mentre registrano ancora segnali di sofferenza per quanto riguarda il comparto dei servizi finanziari.
Come ha sottolineato l'Associazione italiana del private equity e venture capital, negli ultimi anni le aziende italiane hanno fatto ricorso al sistema bancario per finanziare unicamente problematiche di circolante e di ristrutturazione del debito pregresso, mentre un trend negativo ha riguardato le richieste di nuova finanza per far fronte ad investimenti produttivi o operazioni di M&A.Alcune nuove importanti opportunità per le aziende italiane devono, però, essere messe in risalto. Da un lato la possibilità di accedere a un nuovo canale di finanziamento rappresentato dai Mini Bond quotati presso il mercato ExtraMot Pro di Borsa Italiana, in secondo luogo, gli oltre 8,7 miliardi di euro di commitment disponibile per nuovi investimenti in capo ai fondi di private equity e infine il considerevole numero di pmi quotate nel 2013 sul mercato alternativo di capitale (Aim) di Borsa Italiana che lascia ben sperare per nuovi ingressi nel 2014.