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Liszt e San Francesco

, di Giovanni Iudica - ordinario di diritto civile e direttore della Scuola di giurisprudenza della Bocconi
Il compositore proveniva da una famiglia di devoti al Santo di Assisi. Una figura, questa, che lo ispirò in tutto il corso della sua vita

Franz Liszt, nel 1865, si trovava in Vaticano nel seminario di San Pietro e, sotto la guida di padre Antonio Zolfanelli, studiava con latino e teologia. Tra il brillante maestro e il geniale allievo nacquero una stima sincera e una forte amicizia: tre anni più tardi, i due decisero di passare una vacanza in Italia, a Grottammare. Durante il viaggio fecero sosta ad Assisi e Liszt rimase folgorato dalla figura del Santo poverello. A Grottammare Liszt si dedicò alla lettura frenetica di tutto ciò che riuscì a raccogliere sulla vita del Santo e compose un offertorio per la Messa di San Francesco, il coro di voci virili Mihi autem adhaerere bonum est.Per la verità, nella famiglia Liszt, erano in molti a essere devoti al Santo di Assisi. Il cugino del nonno di Franz era monaco francescano a Gyor. Il padre , Adam Liszt, fu allievo della scuola francescana di Malacka,(Bratislava), e diede al suo unico figlio il nome di Franciscus (Franz). Adam, nonostante la devozione, ebbe il buon senso di impedire a Franz di intraprendere quella carriera religiosa che il giovanotto avrebbe desiderato abbracciare: aveva capito che l'irrequietezza del figlio, la spiccata vocazione per la musica e la tendenza a profittare di tutti i piaceri della vita erano incompatibili con la vita monastica.

In effetti, la vita di Liszt fu un susseguirsi di avventure e conquiste, vuoi sul piano professionale, vuoi su quello sentimentale. La figura longilinea e flessuosa, lo sguardo indiavolato e le mani eleganti che sulla tastiera facevano miracoli in vertiginose acrobazie sonore, non lasciavano certo insensibili i cuori femminili. Le sue relazioni amorose erano sulla bocca di tutti. Ma una, in particolare, fece scandalo: quella con la contessa Marie d'Agoult. La donna, ricchissima, eccentrica, nota negli ambienti letterari come Stern, che aveva fatto del suo castello di Arpaillargues un centro di cultura e di piaceri raffinati, divenne la convivente di Liszt. La contessa d'Agoult pubblica concubina! Lo scandalo fu enorme e divenne insostenibile quando dall'unione nacquero dei figli. Nonostante le turbolenze sentimentali, Liszt per tutta la vita, in intima contraddizione, continuò a custodire nel profondo dell'animo una tensione mistica, un desiderio di purezza e un sincero anelito di religiosità. Anche con la seconda convivente (altro oltraggio al pudore e alla pubblica decenza!), la principessa Carolyne von Sayn-Wittgenstein, l'antica passione per San Francesco tornava sempre a galla. In occasione di un concerto a Pest, dove si rappresentava una sua Messa (la Graner Messe), Liszt fu invitato a cena dai frati francescani.

È possibile, anzi molto probabile, che la principessa si fosse fatta qualche illusione di tipo matrimoniale: non le sarebbe dispiaciuto, dopo anni di situazioni imbarazzanti, regolarizzare la sua precaria posizione. Carolyne perciò dovette provare una fitta al cuore quando ricevette la lettera che Franz le aveva mandato dall'Italia.

A Grottammare, dopo aver messo la parola fine al suo Coro per voci maschili, Liszt scrisse a Carolyne annunciandole candidamente: "Confesso che una volta sono stato colpito dal vento della gloria, ma questo appartiene al passato, e ora non mi interessano né il successo, né il divertimento, né gli onori. Quel che posso fare nel campo della musica lo farò in disparte, a modo mio, senza disturbare. Se non avessi bisogno d'indipendenza, a cui non potrei rinunciare mai, mi aggregherei all'ordine dei francescani".