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L’Europa dei cittadini “uniti nella diversità”

, di Silvia Barbieri
Intervento del presidente Giscard d'Estaing alla Giornata Bocconiana

"Siamo qui, in un grande paese fondatore" ha detto Il presidente della Convenzione europea Valéry Giscard d'Estaing, per introdurre il ruolo dell'Italia nei lavori di stesura della Costituzione europea (firmata a Roma il 29 ottobre scorso), e ha espresso sentimenti di riconoscenza verso il nostro Paese e i suoi uomini, che hanno dato generosamente all'Europa il loro impegno e il loro contributo.
Il tema portante dell'intervento del presidente Giscard d'Estaing è stata l'influenza che hanno avuto i cittadini sui canoni utilizzati nella stesura del testo della nuova Costituzione europea.
"È la prima volta che nell'ideazione di un trattato ci si muove nella direzione delle aspirazioni dei cittadini e si tenta di dare precise risposte alle loro esigenze, " ha detto Giscard d'Estaing. "Durante i lavori abbiamo pensato ai cittadini tutto il tempo, auspicando di soddisfare le loro aspettative. Fino ad ora la discussione, nella creazione dei Trattati, seguiva un iter diplomatico lontano dalle loro preoccupazioni. Questa volta abbiamo voluto iniziare con una fase di ascolto e consultazione, coinvolgendo anche i sindacati, i comitati regionali e i giovani europei", questo perché il dibattito è stato pubblico, quindi tutte le proposte di emendamento sono state tradotte immediatamente in tutte le lingue dell'Unione e diffuse attraverso siti internet.
Questo approccio diretto con la gente ha permesso di ricevere un cospicuo numero di richieste formulate in termini di aspettative, nelle quali è emerso come il cittadino chieda un'Europa più semplice, che funzioni in modo più trasparente e democratico, più efficace nei risultati che produce, dalle competenze meglio definite, e che sia maggiormente in grado di proteggere i suoi cittadini, cioè, in sostanza, un'Europa capace di prendersi le proprie responsabilità e di affermarsi sulla scena internazionale: "l'Europa è un progetto ragionevole con finalità precise. Per il rilancio ci vogliono, innanzitutto, uguali diritti per tutti, senza giochi di potere di maggioranza e rappresentanza". Dopo aver identificato le richieste dei cittadini, la Convenzione ha cercato di dare delle risposte chiare, scrivendo un testo che fosse comprensibile dalla gente "il risultato dei lavori è un testo chiaro e trasparente e più leggibile e faccio appello ai librai perché lo tengano nei loro negozi", ha proseguito Giscard d'Estaing, "un testo che, innanzitutto, riafferma i valori dell'uomo, inclusi quelli religiosi che non erano contemplati nelle costituzioni di alcuni paesi".
Una richiesta a cui si è particolarmente tentato di venire incontro è stata quella di rendere l'Europa più democratica, dove il Parlamento diventi "un parlamento normale" con procedura classica, legislatore delle leggi europee, e non più un'assemblea consultiva con poteri di 'co-decisione', termine che risulta di difficile comprensione per i cittadini. D'altra parte, con lo stesso spirito, è stata introdotta l'adozione del voto a doppia maggioranza nel Consiglio, che funziona come un senato, cioè come una seconda camera: affinché una misura sia adottata, essa deve ottenere il sostegno del 55% degli stati membri, che rappresentino almeno il 65% della popolazione; questo vuol dire una maggioranza degli stati membri che rappresenta una maggioranza della popolazione. Questa regola della doppia maggioranza è una regola democratica, facilmente comprensibile soprattutto in caso di contestazione sull'approvazione di una legge.
Giscard d'Estaing ha proseguito lodando la scelta di una presidenza stabile del Consiglio europeo, che nel prossimo futuro sarà fissa per due anni e mezzo, rinnovabili una volta; di fatto questo significa una durata di cinque anni perché, se il presidente assolverà bene il suo compito, sarà presumibilmente riconfermato. Inoltre sarà nominato anche un Ministro degli Esteri dell'Unione, un titolo di peso sul fronte mediatico, che esprimerà sui canali di comunicazione mondiali una posizione diplomatica europea, e presiederà in modo permanente il Consiglio dei ministri degli affari esteri.
Il presidente ha parlato anche della necessità di migliorare le politiche comuni, come il rafforzamento di uno spazio di libertà e di sicurezza, o un'azione più efficace in materia di occupazione, proponendo il rafforzamento della struttura giudiziaria comune tra i diversi stati europei e la possibilità molto innovativa, di istituire un procuratore europeo, che si curi, principalmente, del problema della criminalità transfrontaliera. Inoltre esiste una concreta necessità di coordinare la governance economica della zona euro, poiché abbiamo una stessa moneta, ma politiche economiche diverse, a volte addirittura divergenti, ed è una situazione che a lungo termine risulterebbe non concretamente mantenibile. Attualmente gli stati della zona euro sono dodici su venticinque, e all'interno della Commissione o del Consiglio sono in minoranza in rapporto all'insieme dei partner, mentre è auspicabile, che gli stati con moneta unica eleggano un presidente della loro zona e gestiscano insieme il proprio coordinamento economico. E infine la difesa: una difesa europea, che risponda alle richieste dei cittadini, con l'istituzione di un'agenzia europea degli armamenti e di tecnologie per spingere la ricerca in questo campo con una cooperazione speciale tra gli stati che desiderano disporre di un'unione di difesa rafforzata.
"Vi ho parlato, su vostra richiesta, del modo in cui la costituzione europea risponde alle attese dei cittadini, ma desidero includere nella mia riflessione anche il ruolo che dovrebbero avere a riguardo i dirigenti politici, che non possono ignorare il deterioramento del clima politico e psicologico in Europa". Si è perso, secondo il presidente Giscard, "l'ideale europeo". I cittadini europei sono spesso delusi dall'Europa, come dimostrano le astensioni massicce durante le elezioni, e il deterioramento del clima di relazione tra gli europei. Si sente parlare sempre più degli interessi nazionali e delle richieste degli stati che dell' interesse europeo; si è verificato un passo indietro ritornando verso l'Europa degli stati e tenendo in disparte l'Europa dei cittadini. È auspicabile, nel periodo dei grandi dibattiti politici che l'Europa vivrà nei prossimi due anni, che i dirigenti politici ricordino ai cittadini la natura e gli obiettivi del progetto europeo: "si fa l'Europa perché?". In chiusura Giscard d'Estaing ha affrontato il problema dell'allargamento agli Stati non ancora membri, e ha ribadito la scelta della Convenzione di lavorare con gli stati europei per il continuo rafforzamento dell'Unione.

"La nuova costituzione ora va corredata con un chiaro progetto politico europeo che crei un legame più stretto fra l'Unione e i suoi cittadini. Cittadini, come recita la nuova Costituzione, 'uniti nella diversità'".