Le stagioni del turismo secondo il nuovo meteo
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Roberto Roson e Martina Sartori |
Molti studi hanno recentemente affrontato la questione degli impatti economici dei cambiamenti climatici. Per quanto si parli molto di potenziali effetti catastrofici, o comunque di cambiamenti drastici, è pur vero che gli effetti più significativi sul piano economico avranno probabilmente a che fare con processi lenti e progressivi, tra cui uno dei più importanti riguarderà la domanda di servizi turistici.
Il turismo rappresenta un settore fondamentale in molte economie, e ancor di più lo sarà nel futuro, visto che i flussi turistici globali tendono a crescere più velocemente del pil mondiale. Le economie di molti paesi nel mondo, soprattutto in via di sviluppo, e di molte aree, tra cui il Mediterraneo, sono fortemente condizionate dall'andamento del settore turistico. La domanda turistica, a sua volta, dipende da numerosi fattori, alcuni di natura economica (reddito, prezzi, tassi di cambio), altri legati alle caratteristiche delle località di destinazione, tra cui il clima. Le connessioni tra turismo e clima, e i suoi effetti sulla domanda di risorse idriche, sono tra l'altro fra i temi analizzati dal progetto di ricerca europeo WasserMed, che svolgerà la sua conferenza conclusiva presso l'Università Bocconi il 21 e 22 febbraio prossimi. Alla luce degli scenari di cambiamento climatico, che prevedono per il Mediterraneo un aumento delle temperature associato a una diminuzione delle precipitazioni, cosa si può dire circa il grado di attrattività turistica futura dell'area? La questione è stata affrontata attraverso la costruzione di speciali indici compositi, che misurano il grado di "bontà climatica" riferita ad attività ricreative all'aperto, vale a dire quelle che sono indicate con le "tre esse" (sea, sand, sun), caratteristiche del turismo mediterraneo. I dati per costruire questi indici, che considerano simultaneamente numerosi aspetti, quali temperature diurne e notturne, vento, frequenza delle precipitazioni, ecc., sono ottenuti da complessi modelli climatologici globali e regionali. Confrontando gli indici riferiti al clima attuale con quelli stimati dai modelli climatologici emerge un quadro articolato. In sintesi, naturalmente con alcune differenze tra paese e paese, si può dire che gli indici cambiano molto poco durante l'estate. Al contrario, si registrano sensibili miglioramenti in primavera e in autunno, e per alcuni paesi anche in inverno. Questi risultati suggeriscono che i cambiamenti climatici potrebbero avere un effetto complessivamente positivo nel Mediterraneo, con un certo incremento dei flussi turistici, associato a una diversa stagionalità, meno concentrata sui mesi estivi. Questo quadro rischia, però, di essere eccessivamente ottimistico. Infatti considera la "attrattività climatica" del solo Mediterraneo, dimenticando che il mercato turistico è globale e dunque vanno prese in considerazione anche le destinazioni concorrenti. È stato notato, per esempio, che le condizioni climatiche miglioreranno in maniera molto significativa, ed in termini relativi in maniera maggiore che nel Mediterraneo, nel centro e nord Europa, vale a dire proprio le aree che rappresentano l'origine della maggior parte dei flussi turistici per le località balneari mediterranee. Questi risultati suggerirebbero che molti turisti nordeuropei potrebbero in futuro decidere di trascorrere le proprie vacanze più vicino a casa.