Contatti

Le citta'? Seguano il modello iPhone

, di Carmelo Cennamo - assistant professor presso il Dipartimento di management e tecnologia
Come per lo smartphone a decretare il successo delle smart cities non sara' la quantita' di servizi, bensi' il loro governo e la capacita' di diventare un ecosistema di ecosistemi

Quando pensiamo alle smart cities, pensiamo subito a servizi offerti in digitale, carsharing, e altre tecnologie intelligenti; ma non all'architettura di questi servizi, ovvero a come sono connessi tra loro. E quando votiamo i nostri sindaci, non ci chiediamo quasi mai quale sarà il modello di governo che adotteranno per realizzare le loro idee.
Eppure, è proprio il modello di governo dei servizi a rendere una città più o meno smart, come evidenziato in un recente studio.
Del resto, se pensiamo all'iPhone, è stato il modo in cui Apple è riuscita a connettere le funzionalità del telefono a contenuti e servizi di terzi offerti tramite app a rendere l'iPhone più intelligente di altri smartphone. Il cellulare è diventato smart quando si è trasformato da semplice prodotto in una piattaforma di servizi.

Una piattaforma che genera servizi
Le città stanno vivendo un processo simile a quello dello smartphone, superando il vecchio modello di procurement e fornitura diretta di servizi, diventando sempre più piattaforme per innovazione e co-generazione di servizi. Il che aiuta a risolvere non solo problemi specifici, ma a generare anche nuove opportunità di business sul territorio.
La città è un ecosistema di ecosistemi; un complesso sistema di relazioni e interdipendenze tra cittadini e vari operatori di micro-sistemi in co-evoluzione – trasporti, alimentare, economico, energetico, e socio-culturale. Nel governare questi ecosistemi, le smart cities adottano principalmente due modelli: impresa estesa, operando come assemblatori di soluzioni, responsabili ultimi per l'integrazione e fornitura del servizio ai cittadini, e/o piattaforma mercato, facilitando l'innovazione e co-creazione di servizi da parte di terzi. È quest'ultimo modello quello che promette più potenzialità.
Da iniziative di open data per lo sviluppo di app e servizi digitali da parte di privati, laboratori di innovazione quali fab labs, incubatori e spazi di coworking pubblici, per favorire la partecipazione e coinvolgimento di sviluppatori, artisti, makers, imprenditori, e anche università, alla creazione di enti ad hoc per la collaborazione e promozione di opportunità di business quali World Business Chicago, London&Partners e Cluster Vienna, le città analizzate nello studio pubblicato dalla California Management Review stanno sperimentando sempre più questo nuovo modello di piattaforma-mercato per agevolare la connessione e partecipazione dell'intero ecosistema di innovazione.

Il ruolo delle municipalità
Si tratta di modelli tuttavia in fieri, e non privi di tensioni. Le municipalità rimangono delle strutture burocratiche votate alla fornitura diretta e centralizzata di servizi pubblici, che mal si conciliano con il modello di piattaforma-mercato necessario a fomentare e coordinare ecosistemi di innovazione.
Tensioni emergono quindi tra le istanze di cittadini e attori dei vari ecosistemi, e gli enti istituzionali che gestiscono le infrastrutture a livello macro. Tensioni che si esasperano allorché le vecchie pratiche del modello standard vengono applicate al nuovo contesto, mancando invece di meccanismi di connessione, mobilitazione e allineamento degli obiettivi che possano alimentare quella rete invisibile di collaborazioni tipica degli ecosistemi di innovazione.

I luoghi più intelligenti
Senza la creazione di queste nuove strutture relazionali e di collaborazione che superino il modello di partenariato pubblico-privato e creino incentivi per gli operatori dei diversi settori a scambiare dati e collaborare per innovare nel risolvere problemi pubblici, le città potranno dotarsi di nuove tecnologie, ma non diventare necessariamente per questo più intelligenti. L'evoluzione verso la smart city richiede un'evoluzione del modello organizzativo, da fornitura diretta dei servizi a piattaforma di promozione e coordinamento di ecosistemi di innovazione dei servizi.