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La valutazione in Bocconi

, di Anna Boccassini
Un mezzo per tendere al miglioramento continuo

Qualità, prima di tutto. Su questo cardine si fondano le iniziative di valutazione che ormai da più di un decennio accompagnano l'attività universitaria in Bocconi. L'Ateneo, in realtà, attua misure di valutazione da molto prima che la legge 370, nel 1999, ne rendesse obbligatoria l'adozione per tutti gli atenei (seppur limitatamente all'acquisizione dell'opinione degli studenti sulla didattica). Il primo programma esteso di valutazione della didattica risale infatti, in Bocconi, all'anno accademico 1990/91. Della metà degli anni '90 è l'idea di istituire una Commissione dedicata a questi temi, e del 1997 è l'insediamento del Comitato di valutazione di Ateneo, che poi prese il nome che ancor oggi ha, di Nucleo di Valutazione di Ateneo.



Cherubino Profeta


Da allora parecchia strada è stata percorsa. A che punto siamo oggi? "Dopo una prima ondata di entusiasmo, verificatasi, a livello nazionale, nei primi anni dall'introduzione di quelli che erano meccanismi per lo più nuovi per il contesto universitario italianospiega Cherubino Profeta, responsabile dell'Ufficio Valutazione di Ateneo della Bocconi – siamo passati ora a una fase di maturità, che nel nostro Ateneo può dirsi consolidata. Esaurito il fattore novità, oggi c'è attenzione non solo a creare validi strumenti di misurazione delle performance, ma anche e soprattutto a utilizzarli come meccanismo per tendere al miglioramento continuo, a lavorare al rafforzamento dei punti di forza e alla eliminazione di quelli di debolezza proprio traendo spunto dalle informazioni raccolte con i processi di valutazione".

In tema di ricerca in Bocconi prosegue il programma sistematico di valutazione dell'attività scientifica degli Istituti, consistente in un'autovalutazione seguita da una verifica da parte di esperti esterni, mentre a livello nazionale tra le iniziative di maggior rilievo attualmente in corso spicca il processo di valutazione triennale del CIVR (Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca), iniziativa varata nel 2003 ed entrata nel vivo l'anno scorso. Essa prevede una valutazione delle strutture di ricerca, da un lato, e delle produzioni scientifiche dall'altro. Si tratta della prima esperienza di questo tipo in Italia. Gli esiti del processo saranno particolarmente importanti, perché permetteranno di stilare dei ranking, per università e per aree disciplinari, sulla base dei quali verranno indirizzati, in futuro, finanziamenti ministeriali.


Ogni università è stata dunque chiamata, nel corso del 2004, a selezionare un gruppo di prodotti scientifici (circa uno ogni quattro docenti di ruolo). Questa prima fase ha coinvolto, in Bocconi, il Comitato Ricerca per la selezione delle pubblicazioni. Un compito molto difficile, dal momento che le pubblicazioni di elevato livello "candidabili" per il processo di valutazione esterna erano davvero molte. Attualmente è in corso, da parte dei panel di esperti nominati dal CIVR, la fase di valutazione dei prodotti scientifici selezionati dagli atenei, con riferimento a parametri come l'originalità e la rilevanza scientifica.


Dall'altra parte, i nuclei di valutazione degli atenei hanno dovuto anche predisporre un rapporto molto dettagliato su diversi aspetti, come le iniziative di formazione dei ricercatori, l'impatto socioeconomico delle produzioni scientifiche, le caratteristiche della ricerca svolta, i collegamenti con realtà non universitarie, le attività di convegni e promozione della ricerca, l'adeguatezza del numero di ricercatori rispetto alle aree coperte e così via.

I risultati di questo intervento di valutazione e i relativi ranking saranno pubblici e dovrebbero venire diffusi entro la fine del 2005.

Per quanto riguarda invece l'ambito delle iniziative prettamente interne alla Bocconi, sono sempre numerose e operanti su più fronti, con qualche interessante novità metodologica.

Parlando di didattica, per esempio, è stato recentemente alleggerito il processo di valutazione, con la semplificazione, da un lato, del numero delle domande dei questionari e della loro formulazione e la decisione, dall'altro, di svolgere l'indagine con cadenza non più annuale, ma triennale, sulla base di un piano di rotazione concordato. "Resta fermo che gli insegnamenti che registrano valutazioni non soddisfacenti sono comunque tenuti a effettuare la valutazione annualmente, finché non migliorano le percezioni degli studenti; inoltre, se il docente lo desidera, può liberamente decidere di svolgere la valutazione ogni anno – precisa Profeta –. Con tale variazione metodologica si è voluto, in sostanza, abolire il principio di sistematicità degli interventi, che porta con sé il rischio di assuefazione da parte degli attori del processo (in primis, gli studenti), focalizzandosi sui casi e le situazioni effettivamente meritevoli di attenzione".

Per quanto riguarda i master universitari, dal 2004-2005 è stato tracciato un questionario di base comune sia per i master organizzati dalla Facoltà sia per quelli che si tengono in SDA, la Scuola di Direzione aziendale della Bocconi. Ma la novità più significativa è l'introduzione su larga scala di un sistema di compilazione on line, che porta evidenti vantaggi di ordine organizzativo, come la possibilità di produrre rapporti per i docenti in modo automatico e flessibile.

Quella dei questionari on line è una novità che viene sperimentata, da dicembre 2004, anche per l'Indagine di Valutazione dell'Esperienza Universitaria. Si tratta di un'iniziativa promossa a livello nazionale e rivolta ai laureandi, chiamati a tracciare un bilancio di tutto il percorso universitario. "Alle domande previste su base nazionale, la Bocconi ne aggiunge alcune per servizi peculiari del nostro Ateneo – dice Profeta –. Per esempio, inseriamo domande sul SOP, il Servizio Orientamento Professionale, sulla mobilità internazionale e sul servizio alloggi. Bisogna anche dire che, pur trattandosi di una procedura on line, abbiamo dei tassi di adesione a questa iniziativa molto alti, intorno al 90%".

La Bocconi, fra l'altro, commissiona periodicamente all'istituto Eurisko un'indagine rivolta ai laureati a 3-4 anni dalla laurea e alle aziende che li impiegano, per monitorare la percezione degli uni sul proprio bagaglio formativo a qualche anno dalla fine degli studi, e l'opinione delle altre sui profili dei laureati e sulla qualità dell'offerta formativa dell'Ateneo. L'ultima indagine si è svolta nel 2004. Secondo Profeta, "quello dell'efficacia dei percorsi di laurea è un tema di grande attualità nel mondo universitario, ma il tipo di indagine svolta ogni quattro anni dal nostro Ateneo rappresenta un'iniziativa unica nel suo genere in Italia, soprattutto per quanto riguarda l'ampio coinvolgimento delle aziende nel processo valutativo".


Un'altra procedura di valutazione decisamente originale riguarda, infine, gli esami. L'iniziativa viene sviluppata ogni due o tre anni (a seconda dell'ordinamento didattico considerato), coinvolgendo un campione di studenti di tutti i corsi di laurea, e mira ad acquisire informazioni sia sul sistema generale di organizzazione e gestione degli esami di profitto (informazioni, calendari, prenotazioni per gli appelli etc.), sia sulle caratteristiche delle singole prove superate dagli studenti, in termini di modalità di svolgimento, di comportamento dei docenti e di livello di equità percepito. "L'obiettivo in questo caso – spiega Profeta – è quello di verificare se i meccanismi utilizzati per accertare il grado di conoscenza degli studenti siano percepiti, dalla maggioranza di essi, come adeguati e funzionali, oltre che di individuare ed isolare eventuali pratiche poco corrette da parte dei docenti esaminatori".

Le pagine del nucleo di valutazione di Ateneo