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La potenza è nulla senza (pianificazione e) controllo

, di Andrea Celauro
Massimo Arioli, laureato in Bocconi, si occupa di valutazione degli investimenti, pianificazione e controllo per Telecom Italia. Ma ha un passato in Pirelli, dove ha imparato l’importanza di questo mestiere

Capire dove e quanto deve investire il gruppo e quanto spendere per ogni area, indicando al top management “se sta facendo la cosa giusta”, e, contemporaneamente, far comprendere alla base qual è il proprio contributo all’azienda: non è facile sintetizzare l’attività che il 35enne Massimo Arioli svolge per Telecom Italia in qualità di responsabile della pianificazione, controllo, reporting e business analysis per tutto il Gruppo Telecom. “Si tratta, da un lato, di analizzare i risultati operativi e i piani di investimento su base mensile, annuale e triennale, dall’altro, di fornire ai dipendenti gli strumenti per cogliere il loro contributo alla creazione di valore, gli aspetti positivi o le criticità della loro performance attraverso l’attività di reporting. E poi c’è la business analysis, ovvero la ricerca di una lettura alternativa della realtà aziendale per individuare nuove prospettive di sviluppo”.

Un lavoro pieno di sfide quello di Massimo, come lo sono state tutte le mansioni che ha occupato prima dell’arrivo in Telecom, nel 2005. Ancora studente, Arioli inizia a sondare il terreno grazie all’opportunità che gli è offerta dalla Nazioni Unite: nell’ambito del programma ‘young professionist’, mette a punto una serie di studi di fattibilità per lo sviluppo dei paesi asiatici e mediorientali, con particolare riguardo “alla facilitazione del free trade per paesi come Tagikistan, Uzbekistan e Kazakistan”.

Ma è con la laurea che si prende la prima grande soddisfazione: la sua proposta di ‘messa in sicurezza’ dei prestiti alle Piccole e medie imprese, discussa nella tesi di Economia politica alla Bocconi, viene adottata l’anno successivo dalla European Bank of Investments.

Messo da parte lo studio, lavora due anni presso la società di consulenza Roland Berger, dove si occupa del progetto di scorporo delle grandi stazioni per le Ferrovie e della valutazione dell’ipotesi di alleanza Air France-Alitalia, e poi si trasferisce al settore cavi e sistemi di Pirelli. “Avevo il desiderio di passare dalla fase ‘di pensiero’ a quella di ‘azione’, confrontandomi con l’aspetto operativo dei progetti. E’ stato interessante, sia dal punto di vista del business che da quello delle responsabilità crescenti”, racconta Massimo. E anche qui, le soddisfazioni non sono mancate: “Ho assistito a tanti progetti di successo, come la cessione agli americani del ramo della componentistica ottica, che ha fruttato al gruppo Pirelli oltre 4 miliardi di dollari e in quel periodo ha rappresentato un’operazione importante per la finanza italiana”.

Dopo un Mba a Chicago, sempre per Pirelli, ma questa volta per il settore pneumatici, si trasferisce prima a Francoforte e poi a Burton (Gran Bretagna), dove diventa Chief Financial Officier con compiti di gestione dell’amministrazione, del controllo, della finanza e del capitale circolante. Ed è anche grazie a lui che la compagnia inglese (Pirelli Uk Tyres Ltd) passa da una posizione debitoria di 39 milioni di sterline a un saldo positivo di 43 milioni nel giro di un anno e mezzo.

Infine, l’approdo a Telecom Italia, anche sull’onda del desiderio di rientrare a casa. “In Telecom mi conoscevano per il mio operato (le due società, come sappiamo, hanno diversi legami a livello manageriale) e io desideravo tornare a lavorare in Italia, visto che per anni ho fatto il giramondo”. Un passaggio, quello da Pirelli a Telecom, che anche dal punto di vista dimensionale è stato significativo: “Parliamo di grandezze in rapporto di 1 a 100, ma per me la sfida era di entrare in un gruppo con logiche manageriali completamente diverse e, passando dal settore produttivo a quello dei servizi, imparare cose nuove”. Oggi, nel colosso italiano della telefonia, Arioli è a capo di un team di 70 persone, ma non nasconde il desiderio di arrivare un giorno “a essere l’ultimo decisore e responsabile della gestione di un business, per esempio nell’area della telefonia mobile”.