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La natura dell’arte

, di Laura Forti e Ilaria Morganti - ricercatrici del Centro Ask Bocconi
E i comuni interessi con le scienze sociali

Una famosa spirale al neon di Bruce Nauman recitava: "Il vero artista aiuta il mondo rivelando verità mistiche", mettendo così in luce una delle questioni più complesse che riguardano l'arte e il suo rapporto con la realtà. Nonostante l'apparente fermezza, questa affermazione riecheggia in modo problematico nella mente di chi la legge: che cos'è un vero artista? Come entra in rapporto con la verità e la conoscenza? L'arte aiuta il mondo? Non a caso Nauman espose l'opera in una finestra che dava sulla strada: l'idea era di condividere con il resto della comunità una questione che tende ad essere confinata all'interno del mondo intellettuale, ma che ha una profonda matrice pubblica. Sebbene l'opera risalga agli anni '60, la natura della relazione tra artisti e società è ancora oggi un punto aperto e rappresenta il nodo della questione non solo per gli artisti ma per chiunque si confronti con il tema dell'arte e con le tante forme che essa assume.

Proprio a partire dalla frase di Nauman, Marco De Michelis, professore di storia dell'architettura alla Columbia University, e Gabi Scardi, critica d'arte e curatrice, hanno portato al colloquio 'Arts and social sciences' una riflessione sul senso dell'arte e sul ruolo dell'artista, dando avvio ad un confronto interdisciplinare che ha fatto emergere la comune tensione di interessi tra arte e scienze sociali.Sociologia, economia, urbanistica hanno sviluppato, negli ultimi dieci anni, approfondimenti specifici sui processi culturali, fino ad affermarsi come nuclei a sé stanti delle rispettive discipline. Secondo questi approcci, l'arte ha una forte connotazione funzionale ed è interpretata di volta in volta come fattore di cambiamento sociale e di sviluppo economico, come risorsa di comunicazione per le politiche urbane, o come catalizzatore di innovazione. Anche sul fronte della produzione artistica si è consolidato uno slancio verso un dialogo con le tematiche sociali. Esperienze e opere molto diverse, soprattutto negli ultimi vent'anni, racchiudono un comune intendimento dell'arte come informazione, documentazione, intervento e conoscenza del mondo. Delle scienze sociali, gli artisti hanno assorbito non solo interessi e tematiche, declinate ovviamente a seconda delle storie personali, ma in parte anche strumenti, metodologie di indagine e concezione di un ruolo nella società. Per citare solo alcuni esempi, sono particolarmente rappresentativi il lavoro sui processi di integrazione di Antoni Muntadas; le opere socio-politiche (con dati storici, statistici e interventi artistici) del collettivo Group Material; oppure ancora le riflessioni sulla libertà di espressione della cubana Tania Brughera. Si capisce quindi che per gli artisti e per gli storici dell'arte, la questione dell'arte e del rapporto con la società assume toni completamente diversi: essa è prima di tutto conoscenza, rinnovamento dell'esperienza del mondo; l'arte non ha a che fare con l'estetica o con il mercato: non è utile ma necessaria. L'eterogeneità dei punti di vista espressi ha posto ciascuno nelle condizioni di mettere in discussione la propria interpretazione e anzi, l'interdisciplinarità ha favorito l'apertura di uno spazio comune di confronto reso fertile proprio dalla possibilità di superare i limiti di un approccio specifico. Al contempo, dal dibattito, è apparso chiaro che non avesse senso cercare un'unica soluzione interpretativa: non bisogna cioè tentare di conciliare le differenti visioni ma piuttosto mantenerle ugualmente presenti affinché non venga mai meno il senso dell'arte anche quando essa diventa pura forma estetica. L'ambizione dell'incontro è stata quindi proprio quella di rendere palese questa distanza e generare una nuova consapevolezza e attenzione rispetto alla questione dell'arte.