La Citta' Proibita non e' piu' segreta
In questo anno di elezioni (Russia, Francia, Iran, Egitto, Corea tra le molte) l'attenzione si concentra su quelle americane di novembre; alle altre è dato un certo rilievo solo nei giorni in cui sono tenute.
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Carlo Filippini |
Eppure in autunno sarà eletto il vertice politico della Cina, la seconda potenza mondiale; nel suo 18° Congresso nazionale il Partito comunista cinese consacrerà la quinta generazione di leader dopo Jiang Zemin e Hu Jintao (e quelle storiche di Mao e Deng); questa importante riunione che si tiene ogni cinque anni è sempre stata l'occasione per presentare alla Cina e al mondo i nuovi dirigenti. In passato la selezione si è svolta al riparo di occhi e orecchie indiscreti secondo un rituale che deriva più dalla tradizione imperiale cinese che dai dettati leninisti. Il dibattito tra le fazioni del partito comunista poteva essere anche molto aspro (pensiamo alla successione di Mao), all'esterno però filtrava solo l'esito finale; le stesse preferenze politiche di alcuni alti responsabili erano poco note. Con ritardo si conoscevano alcuni particolari delle discussioni o magari scontri che avevano condotto al risultato finale, il più delle volte tramite rifugiati politici o documenti fatti arrivare clandestinamente a Hong Kong e da qui all'Occidente. Ben sette dei nove membri del Comitato permanente del Politburo saranno sostituiti al Congresso; i successori non sono conosciuti con certezza a pochi mesi dalla loro nomina. Il nuovo segretario del partito sarà probabilmente Xi Jinping (uno dei due membri da riconfermare), che ha visitato gli Stati Uniti a febbraio per conoscere e farsi conoscere da quella che è ancora la prima potenza mondiale. Le due, maggiori, tradizionali fazioni del partito comunista trovano origine la prima dai centri urbani, la seconda dalle campagne; quella cittadina è in genere formata da persone benestanti, figli di vecchi dirigenti, con tendenze riformiste; quella rurale invece è portatrice delle istanze dei ceti meno privilegiati, che non hanno tratto grandi benefici dalla crescita economica, con forti istanze redistributive. Il futuro gruppo dirigente sarà meno omogeneo che in passato; potrebbe non trovare un accordo sulle riforme da adottare per evitare un forte rallentamento della crescita economica e conseguenti tensioni sociali: la crisi mondiale e la maggior complessità della società cinese richiedono profondi aggiustamenti strutturali. Il recente rapporto China 2030, preparato dalla Banca Mondiale con importanti organi cinesi, individua criticità e soluzioni. Questo possibile stallo pare essere il motivo delle riforme e dichiarazioni programmatiche fatte nell'ultimo anno dal gruppo dirigente in scadenza; di solito è la nuova leadership a indicare la nuova via da seguire.
Il fatto più sorprendente è però stata la rimozione e l'arresto di Bo Xilai, segretario del partito di Chongqing (una delle cinque municipalità autonome, 35 milioni di abitanti) e la temporanea scomparsa della moglie, Gu Kailai, avvocato e potente manager, coinvolta (mandante?) nell'omicidio di un consulente britannico. Potere, sesso, morte: ingredienti da associare a Hollywood, non certo a Pechino. Bo Xilai era diventato l'esponente di punta della corrente neomaoista, sostenitore di politiche redistributive, instancabile nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. L'accusa rivoltagli è quella di aver usato metodi illegali e di aver coinvolto nella repressione cittadini la cui unica colpa era quella di essere suoi avversari politici; si è voluto probabilmente eliminare un grosso ostacolo alla successione già approvata dalla maggioranza. La sorpresa deriva dalla pubblicità data a questi fatti: la tecnologia ha sconfitto la politica, i messaggini hanno fatto sapere a tutto il mondo fatti che sarebbero dovuti restare tra le mura della Città Proibita.