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Il mondo si salva... giocando

, di Matteo Tosi
E' quanto si propone di fare la Fao con Food force, il primo gioco educativo lanciato per sensibilizzare sulla fame nel mondo. E imparare a pianificare una missione umanitaria

Vite da salvare, comunità e villaggi da ricostruire, ribelli con cui trattare e convogli di aiuti

umanitari da portare a destinazione. Potrebbe essere la cronaca di una giornata in prima linea con Emergency o Medici senza frontiere, oppure la trama di un nuovo kolossal hollywoodiano con Edward Norton e Sandra Bullock, magari. E invece è il primo vero e proprio videogame educativo pensato dalla Fao per sensibilizzare giovani e meno giovani sul quotidiano orrore della fame nel mondo. Un’avventura quanto mai giocabile e dinamica, a metà tra un gioco di ruolo e un war-game in piena regola, che si scarica gratuitamente dal sito www.food-force.com. Dove, insieme al file di download e a un link per un’offerta simbolica a favore delle missioni umanitarie delle Nazioni Unite, si trovano interessanti informazioni sul World fund program e un’intera sezione dedicata a insegnanti e studenti, con spunti e idee per sfruttare il gioco anche in classe.

Perché Food Force vuole prima di tutto sensibilizzare i suoi giocatori sul dramma di intere popolazioni, spesso vittime al contempo di guerre civili e carestie, decimate o distrutte dalla falce incurante della fame. Non fa nessuna morale e nessun predicozzo. Ti carica su un elicottero, ti porta al fronte, e ti dà in mano la cloche. Bisogna andare alla ricerca di dispersi, feriti e superstiti, volando a bassa quota, ma stando attenti alle eventuali squadriglie di ribelli armati. Gli stessi guerriglieri con cui, nella missione successiva, dovremo imparare a trattare, per far sì che lascino passare il nostro camion carico di cibi e generi di prima necessità destinato a un villaggio poco distante. E ancora, dovremo pianificare la nascente missione umanitaria, per salvare e sfamare migliaia di persone, con un occhio ai conti e alle quantità disponibili. Per raggiungere il paniere alimentare più bilanciato, pur contenendo i costi in 30 centesimi di euro a persona.

In tutto, sei missioni in una tecnologica grafica 3D, caratterizzata da una discreta animazione e una piacevole giocabilità, grazie alla varietà dei personaggi e a un ricco bouquet di opzioni di scelta durante ogni avventura. Ognuna, una corsa contro il tempo.

Anche quella dell’informazione. Perché Sheylan è un luogo della fantasia, un’isola che non c’è. Ma anche la fotografia esatta, semmai edulcorata, dei drammi che flagellano una percentuale ecumenica così consistente da non consentirci di rimanere indifferenti.