Il gran direttore
La scomparsa di Tommaso Padoa-Schioppa non è stata solo un grande dispiacere. È anche parsa balenare come un simbolo della crisi dei contesti economici e politici ai quali egli ha dedicato la sua generosa intelligenza. Fra l'altro, le gravi difficoltà dell'eurozona e del sistema monetario internazionale.
Il suo contributo alla costruzione dell'euro è stato di grande rilievo. In una conferenza del 1987 (The European Monetary System: a long-term view, 17 ottobre, Perugia) aveva presentato la moneta unica come la soluzione più naturale del problema del "quartetto inconciliabile", ossia dell'insieme di mercato unico, cambi stabili, libertà di movimento internazionale dei capitali e autonomia delle politiche monetarie nazionali. L'euro eliminava alla radice l'ultimo elemento del quartetto inconciliabile. Entro il '92 l'Europa si era proposta un salto di qualità nel "mercato unico", nell'integrazione commerciale e finanziaria. Se le politiche monetarie fossero rimaste diverse, con diversi tassi d'interesse, la libera circolazione di capitali li avrebbe spostati verso i tassi più alti, verso le monete create in modo meno accomodante o che erano previste rivalutarsi, alimentando la speculazione e rendendo impossibile un ordine duraturo dei cambi. Ne avrebbe sofferto lo stesso mercato unico dei beni e dei servizi. Nel '92 l'Europa ebbe il Trattato di Maastricht, che fissò la meta e la data della moneta unica. Subito dopo vi fu una grave crisi valutaria che mostrò ancor più chiaramente che, senza il presidio di una sola banca centrale, la mobilità dei capitali porta all'instabilità dei cambi con inutili disordini speculativi. Nella conferenza dell'87 Padoa-Schioppa affiancava agli elementi del quartetto la disciplina coordinata dei deficit e dei debiti pubblici, necessario supporto della disciplina monetaria comune. Essa fu introdotta nel Trattato e ribadita dal Patto di stabilità e crescita. Ma si rivelò debole e il suo mancato funzionamento è una causa della crisi dell'eurozona, che colpisce i paesi con i governi più indebitati. Un "quintetto" stonato. Ma l'orchestra da far suonare è ancor più numerosa. Padoa-Schioppa fu tra i più impegnati con il sesto strumento: regole e vigilanze finanziarie comuni, senza le quali l'integrazione finanziaria, resa più intensa dalla moneta unica, favorisce l'opportunismo di chi cerca il regolatore più permissivo, assume rischi eccessivi, causa instabilità finanziaria. La segmentazione della vigilanza finanziaria europea lungo i confini nazionali è un'altra radice della crisi dell'eurozona. Come ministro dell'Economia Padoa-Schioppa richiamò il Consiglio europeo a un'attenzione più tempestiva per questo tema. Siamo arrivati in ritardo ma siamo in cammino. Proprio all'inizio di quest'anno sono state istituite le autorità europee di vigilanza.All'orchestra che vuole ottenere stabilità monetaria e finanziaria nell'area dell'euro la crisi ha aggiunto un elemento di necessaria solidarietà economico-finanziaria fra i paesi membri. Padoa-Schioppa si è adoperato nell'ideazione tecnica di tale solidarietà e per aiutare il governo greco nello straordinario sforzo di aggiustamento intrapreso.Stanno dunque riunendosi tutti gli strumenti perché l'orchestra suoni bene. La salute dell'area dell'euro tornerà migliore di come l'ha lasciata la preoccupazione di Tommaso. Il quale però, in una conferenza dell'anno scorso (The Ghost of Bancor, Louvain-la-Neuve, 25 febbraio 2010), ha ricordato come la moneta europea non sia da sola al mondo. Per il suo successo è "vitale", ha detto, inserirla in un ordinato sistema monetario globale. Un'impresa difficilissima che deve mutare il ruolo del dollaro. Ultimamente era molto attento alle riflessioni della Cina sull'ordine monetario internazionale. Il network di colleghi e amici con i quali discuteva in tutto il mondo, lo avrebbe forse visto, nei prossimi anni, impegnato a pensare una "nuova Bretton Woods". A questa costruzione globale, era convinto, l'Europa era in grado di offrire il grande "repertorio di esperienze" accumulato nella ricerca del suo ordine monetario interno.