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Il gioco è... mobile

, di Tomaso Eridani
Sempre più simile a una consolle, il cellulare è il nuovo canale di distribuzione dei videogiochi. E mentre il mercato tocca cifre da capogiro, la Bocconi invita tutti a trasformarsi in imprenditori

Sempre a portata di mano, possibilità di divertirsi in qualunque luogo e ad un costo contenuto. Così i giochi per cellulari hanno già appassionato 65 milioni di utenti nel mondo grazie proprio alla diffusione estesa dei cellulari, il costo contenuto del downloading (in media dai 3 ai 5 euro) e la rapidità di trasferimento dalla rete al display dell'apparecchio.

In 10 anni, da Snake, il primo gioco per cellulari introdotto a metà degli anni 90 da Nokia, alla possibilità di giocare a FIFA 2006 in 3D in multiplayer con altri utenti, di strada ne è stata fatta molta.A livello mondiale il fatturato dei mobile games, infatti, viene stimato oggi a 2,6 miliardi di dollari, con una crescita prevista a 11,2 miliardi di dollari per il 2010. Ancora inferiore al mercato dei videogiochi, che nel 2005 valeva 28 miliardi di dollari, ma comunque trascinatore della futura crescita delle comunicazioni cellulari, considerando che per molti i servizi tradizionali di telefonia mobile sono vicini alla saturazione.

"I servizi aggiunti di intrattenimento sono il nuovo driver del business dei telefonini cellulari," spiega Margherita Pagani, responsabile del laboratorio di ricerca New Media&TvLab della Bocconi. Secondo una ricerca del New Media&TvLab i giochi occupano già il terzo posto tra i servizi aggiunti offerti sui telefonini dagli operatori in Europa, con il primato che spetta ai servizi di news. E con la diffusione dei giochi che sarà trainata dai prossimi sviluppi tecnologici. "Attualmente c'è il passaggio verso lo standard UMTS che permette un più veloce download, migliore qualità audio/video dei giochi e più possibilità di giocare in rete," spiega Pagani. "E intanto si sta già sperimentando il nuovo standard DVBH, per la tv sul cellulare, che offrirà nuove potenzialità per i giochi."

Intanto, scaricando un gioco sul proprio telefonino, il consumatore si colloca in coda a una lunga catena di attori che porta il gioco sul display. In primo luogo ci sono i content provider a cui fa capo la proprietà intellettuale del gioco (l'idea, personaggi, trama o altro) e che poi ricevono royalties sul prezzo di vendita del titolo. Essi delegano la realizzazione del gioco alle software house che creano il layout, navigabilità e download del gioco. A finanziare lo sviluppo dei giochi, occuparsi del marketing e distribuire il gioco (presso gli operatori di telefonia o siti Internet specializzati) ci pensa invece il publisher. Infine si collocano i network provider, gli operatori di telefonia, che mettono a disposizione la rete e gli abbonati, ovvero i potenziali giocatori.

"Per sviluppare un gioco ci vogliono 5-6 mesi e con i continui progressi tecnologici il processo diventa sempre più complesso,", spiega Luigi Fumero, fondatore di Impressionware, società sviluppatrice di giochi per cellulari che ha creato Ice Cream Empire, il nuovo gioco ideato dalla Bocconi. Gli utenti, spiega Fumero, chiedono giochi con grafica sempre più avanzata e poi ogni gioco va creato in più versioni per essere compatibili con i vari modelli di cellulari sul mercato.

Considerando che i titoli di maggiore successo internazionale vanno emessi anche in 700-800 versioni, per fornire versioni ottimizzate per tutti i modelli di cellulari Java compatibili (il linguaggio standard con cui sono programmati tutti i giochi) e in più lingue, il costo medio di produzione può girare tra i 500,000-600,000 mila euro. E per rivaleggiare con Pc e console fisse i giochi cellulari si dotano di animazione e grafica sempre più avanzate, fattore che impatta sui costi.

"Per creare un gioco," spiega Fumero, "ci vuole un programmatore che cura gli aspetti tecnici del gioco, un grafico per l'aspetto estetico e un sound designer che cura i suoni e la musica. Il publisher poi passa il gioco a società specializzate per testarlo prima di passarlo agli operatori che li mettono in vendita." E l'offerta si moltiplica sempre di più visto che i titoli acquistabili in Italia sono a oggi circa 2.250, contro i circa 1.445 del 2004.

Per quanto riguarda i costi di acquisto, in media dai 3 ai 5 euro, essi sono nettamente inferiori rispetto ai videogiochi, che hanno prezzi di circa 50 euro per Pc e 60 per le console. Essendo in venditatramite download da siti web o via Wap si eliminano infatti una serie di costi come il packaging e la distribuzione commerciale, che può contare invece per circa il 50% del prezzo di un videogioco.

Dal mese scorso (agosto ndr), invece, la società GameJump offre sul proprio sito un'ampia gamma di giochi gratuiti da scaricare sul telefonino. Tra i titoli, alcuni popolari come Sudoku e MotoMania. Il tutto offerto gratuitamente grazie alle forme di pubblicità che l'utente vede sul proprio display all'inizio e alla fine del gioco e i cui ricavi sono ripartiti con i publisher dei giochi.