Il diritto delle sardine
C'è casino nell'ufficio di Giorgio Sacerdoti, docente di diritto internazionale all'Università Bocconi. E' arrivata una libreria nuova, e da quella vecchia una giovane assistente ha estratto tutti i libri. Il professore, seduto dietro la scrivania con le foto della famiglia e davanti a una copia del Trattato di Presburgo del 1805 acquistata su una bancarella, legifera sugli spostamenti e sovrintende al diritto di ogni volume di trovare un posto nella nuova collocazione. Dai ripiani escono volumi di politologia, una storia della Croce Rossa, uno studio sulla legittima difesa, un trattato sulle guerre in Medio Oriente, una mappa delle basi militari in Europa e, buon ultimo, anche un manuale di diritto. Costituzionale. Tutti da conservare, naturalmente.
Ma tutto questo c'entra con il diritto internazionale?
Non solo c'entra, ma è il suo bello. Perché il diritto internazionale spazia dalle grandi questioni, la pace, la guerra, i diritti umani, il futuro dell'umanità, a temi più tecnici come la cooperazione giudiziaria tra paesi, la validità del passaporto, l'acquisizione della cittadinanza o l'adozione internazionale. Compreso il commercio di merci, naturalmente.
Il capitolo più interessante, immagino, per chi studia economia.
Interessa molto chi vuole operare in aziende e imprese multinazionali, in banche d'affari o finanziarie. Ma ci sono anche molti ragazzi che scelgono questo insegnamento, che nel percorso di economia è facoltativo mentre in quello di giurisprudenza è obbligatorio, perché sono attratti dalle carriere internazionali come diplomatico, in enti come l'Onu e la Comunità europea, o nelle organizzazioni non governative e nelle associazioni no profit che cercano esperti in diritto internazionale.
Qual è la maggiore difficoltà della sua materia?
Il fatto di comprendere anche un grande aspetto di diritto comparato, perché deve mettere d'accordo paesi con tradizioni molto diverse, la tradizione continentale, che premia la sovranità della legge, con la Common law di stampo anglosassone, nella quale il ruolo del giudice è più determinante. E' difficile dunque da studiare, e ancora più da esercitare, perché implica uno scambio culturale, e uno sforzo costante di capire le ragioni dell'altro, il suo modo di ragionare. Tutte difficoltà che con lo sviluppo dei trasporti e delle comunicazioni sono aumentate. Un conto, infatti, era mettersi d'accordo tra europei, un altro è trovare un punto d'incontro tra la legge italiana, per esempio, e i regolamenti cinesi.
È quello che si cerca di fare nel Tribunale d'appello dell'Organizzazione mondiale del commercio di cui lei fa parte?
Esatto. In quella sede del Wto ci sono sette giudici che intervengono sulle controversie internazionali quando una parte fa ricorso dopo la sentenza di primo grado.
Quali sono gli ultimi casi che avete affrontato?
Tra le grandi questioni che ci attendono c'è il divieto di importazione degli Ogm imposto dalla Comunità europea. Ma a volte ci capitano anche casi minori, molto divertenti. Come quello delle sardine del Perù, che la Comunità europea non voleva accettare sui propri mercati se non con un nome diverso da quello di sardina, appunto, perché non fosse confusa con quella pescata nell'Atlantico. Un diritto che invece il governo peruviano rivendicava sottolineando come tra le due qualità non vi fosse alcuna differenza di classificazione. E infatti il Perù ha vinto. Un altro caso recente ha visto di fronte l'isola caraibica di Antigua, un paradiso fiscale che ospita molti siti internet di gioco d'azzardo, e gli Stati Uniti, che, considerando questo tipo di attività contrario alla propria morale, erano riusciti a diffidare le società di carte di credito dal fare credito a questi casinò con il risultato che ai navigatori americani era impossibile giocare. L'isoletta di Antigua ha fatto ricorso e, in parte, ha ottenuto ragione. Se il gioco d'azzardo è contrario alla moralità pubblica, infatti, gli Usa possono farlo, ma, se ammettono la prassi sul loro territorio, come a Las Vegas, allora devono applicare le stesse condizioni anche ai casinò on line di Antigua.
Anche le tesi di laurea che assegna sono così divertenti?
Meno. Però sono su questioni molto importanti. Le ultime sono state sulla corruzione nel commercio internazionale, sul ruolo della Comunità europea nella regolamentazione degli scambi commerciali, ma anche sulla legittimità dell'intervento americano in Iraq.
Devo chiederle come si è conclusa?
Diciamo che quanto meno è molto dubbia...
E su quali fonti?
Le fonti del diritto internazionale sono tantissime. In questo devo dire che internet ha reso tutto più semplice, mettendo a disposizione rapidamente una mole di sentenze, leggi e trattati che prima bisognava archiviare sugli scaffali e poi chissà se si riuscivano a ritrovare. Vede quei due volumoni verdi? Sono l'annuario del ministero degli affari esteri con i trattati in vigore in Italia nel 1995...
Da buttare...
No, ancora no. Tanto ora c'è spazio...