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Il caro-petrolio fa male anche all'inquinamento urbano

, di Fabio Todesco
Se si abbandona la benzina per il diesel possono aumentare le polveri sottili, unico inquinante ancora preoccupante nelle città. Politica ambientale e maggiore ricorso ai mezzi pubblici sono le vie da percorrere

Chi pensa che il caro-petrolio possa avere l’effetto positivo di ridurre almeno marginalmente l’uso dell’automobile e, perciò, l’inquinamento delle città dovrà ricredersi. “In questo settore l’elasticità alle variazioni di prezzo è pressoché nulla”, spiega Mauro Ravasio del Certet, il Centro di economia regionale, dei trasporti e del turismo dell’Università Bocconi. “Il trasporto in città è considerato un bene necessario, il cui bisogno è, inoltre, indotto, da esigenze fondamentali, come quella di raggiungere il posto di lavoro”.

Il costo del carburante può avere un impatto paradossalmente negativo anche sull’inquinamento, perché induce gli acquirenti di automobili a passare dalla benzina al diesel, tuttora più economico, che ha il difetto di emettere una maggiore quantità di polveri sottili.

“L’inquinamento da polveri sottili è l’unico a rimanere veramente problematico in città”, spiega Ravasio, “mentre per tutte le altre sostanze sono stati fatti passi da gigante negli ultimi quindici anni. A Milano, per esempio, secondo i dati dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, la concentrazione di anidride solforosa è scesa dell’85% dal 1988 a oggi, quella di monossido di carbonio del 75% dal 1989, mentre il benzene è sceso dell’80% in dieci anni e il biossido di azoto si è dimezzato dal 1990 al 2004. Le polveri sottili rimangono, invece, più o meno costanti dal 1998 a oggi, con una forte correlazione con le condizioni meteo. E gli ultimi dati disponibili sulla distribuzione percentuale, che risalgono al 2001, mostrano che il diesel è responsabile del 31% delle emissioni di pm10, contro il 2% della benzina e del 37% di quelle di pm2,5, contro il 3% della benzina”.

Le uniche strade efficaci per ridurre le emissioni potrebbero essere alcuni provvedimenti di politica ambientale e un maggiore ricorso al trasporto pubblico locale, soprattutto su rotaia.

“La Giunta della Regione Lombardia ha recentemente approvato un pacchetto di provvedimenti che si propone di dimezzare le emissioni di polveri sottili in cinque anni”, spiega Ravasio. “L’intervento più interessante è la predisposizione di incentivi per 100 milioni di euro per installare filtri antiparticolato sui mezzi pesanti con motore diesel. Si ritiene che questa misura, da sola, possa abbattere del 30% le emissioni di polveri sottili da traffico”.

La valutazione dell’impatto ambientale dei diversi mezzi di trasporto è l’interesse principale di Ravasio. “Si deve calcolare non solo l’impatto diretto del trasporto, ma anche quello della produzione di energia necessaria alla trazione”, spiega, “e questo riduce le distanze tra la rotaia e la gomma, poiché il confronto va fatto per passeggero-chilometro e i tram, molto più capienti degli autobus, si rivelano di gran lunga i più efficienti”. In questi termini, l’impatto sull’inquinamento atmosferico dei tram è, secondo la letteratura, circa la metà di bus e pullman e un terzo di quello delle autovetture.

Questo approfondimento è collegato al Focus Ambiente, amministrazioni ancora poco trasparenti