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Il 2006 della tv: gli spettatori al potere!

, di Fabio Todesco
I videoregistratori digitali e la televisione su Internet danno potere agli utenti, trasformando un mezzo “push” in uno strumento “pull”. Si va verso la profilazione dello spettatore e la pubblicità personalizzata

Fino a ieri lo spettatore televisivo era costretto ad accontentarsi di quanto passava il convento mediatico. La tv è considerata un tipico mezzo "push", nel quale il pallino è in mano alle reti, che decidono che cosa trasmettere e quando, mentre l'utente può solo scegliere se guardare o meno un programma, difendendosi dal bombardamento pubblicitario sbrigando qualche veloce faccenda domestica o, al massimo, pigiando sul tasto "avanti veloce" se guarda un programma registrato. Il 2006 sarà l'anno del riscatto. I videoregistratori digitali, come Tivo negli Stati uniti e MySky anche in Italia, consentono di personalizzare in ogni dettaglio la registrazione, mentre lo sviluppo della tv su Internet consente di scegliere non solo che cosa vedere, ma soprattutto quando e dove. "L'evoluzione della televisione da mezzo push in direzione di uno strumento pull, nelle mani dello spettatore, sarà la novità più gradita del 2006", prevede Fabrizio Perretti, docente di strategia della Bocconi, titolare del Laboratorio televisione del Corso di laurea in economia per l'arte, la cultura e la comunicazione.

Il 2006 potrebbe essere l'anno della profilazione degli utenti televisivi su Internet grazie ai videoregistratori digitali. Gli strumenti come Tivo permettono di scegliere non solo quali programmi, ma anche quale pubblicità vedere. E le ricerche svolte negli Stati Uniti dimostrano che non è vero che lo spettatore non vuole la pubblicità; vuole, invece, solo quella che gli interessa. Non è difficile, perciò, ipotizzare sistemi di registrazione e profilazione simili a quello celeberrimo utilizzato da Google per soddisfare sia lo spettatore, sia l'inserzionista pubblicitario.

Nel rapporto con Internet, le televisioni dovranno decidere come organizzare i loro portali. Esempi di successo, anche se dispendiosi, sono quelli di Bbc e Cnn, quasi del tutto indistinguibili da quelli dei grandi giornali, ma con un'importante componente multimediale. In alternativa, potrebbero decidere di rimanere ancorate al loro core business. "Ad ogni modo, mi pare che né Rai né Mediaset siano vicine alla soluzione del dilemma", sostiene Perretti.

Il 2005 ha comunque decretato anche un rapporto più maturo ed economicamente interessante tra televisione e Internet, grazie allo sviluppo della banda larga e della telefonia mobile. "La vera novità sono stati i massicci investimenti di Telecom e 3 in un mondo in cui l'unica possibilità di visione diacronica della programmazione era costituita dal repertorio Rai su Raiclick", afferma Perretti. "Se Internet, fino a ieri, era considerata solo una finestra pubblicitaria, oggi è un canale distributivo".

Come già accaduto al cinema, anche la televisione dovrà programmare lo sfruttamento di lungo termine dei diritti, facendo fronte all'incipiente pirateria, che riguarda anche le serie televisive. Se, fino a ieri, l'unica soluzione erano i cofanetti di dvd, oggi si comincia a lavorare anche sulla distribuzione digitale: I-tunes, negli Stati Uniti, distribuisce anche episodi dei telefilm.

Questo approfondimento è legato al Focus 2006, ecco come cambia l'entertainment