Contatti

Globalizzazione addio?

, di Barbara Orlando
Con Jean-Claude Trichet (Bce), Emma Marcegaglia (Confindustria), Ha-Joon Chang (Cambridge) e Dani Rodrik (Harvard) torna a Milano dal 12 al 14 maggio il forum organizzato da Bocconi e Corriere della Sera

Globalizzazione vs Protezionismo. In che direzione va l'Italia? E l'Europa? A un anno di distanza dalla prima edizione di Economia e società aperta (www.economiaesocieta.org) torna a Milano il forum internazionale organizzato da Bocconi e Corriere della Sera. Obiettivo della tre giorni milanese, da lunedì 12 a mercoledì 14 maggio, è disegnare il barometro della globalizzazione.

La crisi dei mercati finanziari internazionali, l'avanzata di India, Cina e altri paesi in via di sviluppo come stanno influendo sui processi di globalizzazione e apertura dell'economia? La società appare oggi più aperta o più chiusa di un anno fa? L'opinione pubblica come sta reagendo di fronte ai cambiamenti in atto? E come risponderanno la politica e i leader delle economie occidentali?

A queste domande cercheranno di rispondere i protagonisti del forum che, nel 2008, ha assunto una dimensione europea: la tappa milanese segue, infatti, quella di Parigi (marzo) e precede quella di Madrid (ottobre).

"Era chiaro da anni, e lo avevamo sottolineato", nota Mario Monti, presidente della Bocconi, "che una globalizzazione ricca di dinamismo, ma povera di governance da parte dei pubblici poteri, avrebbe determinato squilibri e istanze protezionistiche, capaci forse di rendere reversibile lo stesso processo della globalizzazione. Queste tendenze si stanno manifestando, soprattutto in alcuni paesi, mentre altri hanno saputo ristrutturare l'economia e il sistema di protezione sociale in modo da affrontare con fiducia la globalizzazione, traendone vantaggi rilevanti e diffusi. In questa prospettiva, il tema dell'economia e società aperta diviene più problematico e, al tempo stesso, ancor più essenziale".

"Nelle tre giornate milanesi il forum si interroga quindi sull'evoluzione ma anche sulle contraddizioni dello sviluppo e le involuzioni dell'economia aperta, con una particolare sensibilità per la ricerca di regole che rendano affidabile l'apertura di economie e società", commenta Piergaetano Marchetti, presidente di Rcs MediaGroup. "In questo ambito, proprio in Italia, è tempo di dedicare la massima attenzione al gravissimo handicap che allo sviluppo e all'apertura viene dalla criminalità organizzata. È impossibile parlare di stato di diritto senza tener conto del reale deficit di legalità nel nostro paese".

"Anche quest'anno il dialogo tra i decisori e l'opinione pubblica, in particolare i giovani veri protagonisti del nostro appuntamento, sarà al centro delle tre giornate", sottolinea Angelo Provasoli, rettore della Bocconi. "La città, i suoi luoghi e le sue istituzioni saranno il teatro di questo confronto che vedrà il mondo accademico internazionale discutere con quello dell'economia, della finanza e delle istituzioni".

Governare la globalizzazione è il titolo del dibattito che apre il forum lunedì 12 maggio a Palazzo Reale. A confrontarsi sul tema, dopo i saluti del sindaco Letizia Moratti, saranno Jean-Claude Trichet, Emma Marcegaglia, Dani Rodrik, Alessandro Profumo, Mario Monti e Paolo Mieli.

Filo conduttore dei dibattiti in programma martedì 13 e mercoledì 14 è l'interrogativo che dà il titolo al forum: Globalizzazione addio?. Finanza, industria, commercio, società, politica e cultura gli ambiti intorno ai quali si svilupperanno i convegni:

-Finanza mondiale: che cosa insegna la crisi. Uscire dalla crisi senza sacrificare la libertà dei mercati finanziari: il ruolo delle regole e della trasparenza.

-La fabbrica globale. Quali sono le forze che guidano la globalizzazione dell'industria? Il ruolo della diversità e della convergenza dei mercati, della tecnologia e della complessità.

-Il fantasma del protezionismo. Dopo decenni di liberalizzazioni dei mercati si riaffaccia unanuova voglia di protezionismo: autodifesa o autolesionismo?

-Imprese globali e capitale umano. Le nuove risorse professionali che servono per competere globalmente: interculturalità, mobilità, incentivi.

-Società aperta, legalità, crimine organizzato. Si può ancora parlare di stato di diritto in Italia? Criminalità organizzata, inconsistenza del sistema giudiziario, incapacità legislativa: gli effetti del deficit di legalità in termini di distorsione del mercato e freno allo sviluppo.

-Liberare la crescita. La riforma Attali e le nuove metodologie della politica.

-I nuovi distretti nella competizione globale. Il distretto industriale italiano, un paradigma che cambia: dalla fabbrica alla creatività.

-Fra globale e locale: società della conoscenza e processi transnazionali. Sotto l'impatto della globalizzazione la società tradizionale cerca nuovi equilibri più avanzati. Oppure si rifugia nel rifiuto del nuovo. Quale sarà lo scenario vincente?

-Le nuove povertà. Il cambiamento economico e sociale sposta la linea di frattura dell'ineguaglianza. Come si manifesta il nuovo rischio povertà? Il reddito, ovviamente, ma non solo.

A parlarne saranno esponenti del mondo dell'economia, della finanza, delle istituzioni, della società e della cultura tra cui: Stéphane Boujnah (Deutsche Bank e membro della Commissione Attali); Peter Cappelli (Wharton School of Management); Ha-Joon Chang (Cambridge); Innocenzo Cipolletta (Ferrovie dello Stato); Don Virginio Colmegna (Casa della CaritaÌ); Alberto Cribiore (Brera Capital Partners); Bill Emmott (giornalista e scrittore); Jörgen Holmquist (Commissione europea); Emma Marcegaglia (Confindustria); Umberto Paolucci (Microsoft); Corrado Passera (Intesa Sanpaolo); Andrea Pininfarina (Pininfarina Spa); Alessandro Profumo (Unicredit group); Dani Rodrik (Harvard University); Prem Sikka (University of Essex); Gian Antonio Stella (giornalista); Shyam Sunder (Yale School of Management); Jean-Claude Trichet (Banca centrale europea); Marco Tronchetti Provera (Pirelli); Piero Luigi Vigna (magistrato); Helmut Willke (Universitat Bielefeld).