Gli ospedali italiani sono in prognosi riservata
Una ricerca di Bocconi e Fondazione Cerba evidenzia come lo stato di salute del sistema ospedaliero italiano appaia oggi da "prognosi riservata" (L'ospedale tra presente e futuro. Analisi, diagnosi e linee di cambiamento per il sistema ospedaliero italiano, Egea, 2010).
A preoccupare sono in particolare la vetustà degli ospedali (il 60% ha più di 40 anni), le loro dimensioni, che sono fonte di diseconomie (il 50% ha meno dei 120 posti letto, considerati il limite anche per legge) e la mancanza di sicurezza. Le dotazioni tecnologiche sono poi disomogenee e insufficienti e le performance (efficacia, efficienza e produttività) migliorabili. Infine, vi sono forti diseguaglianze tra nord e sud, per centri di eccellenza, Irccs, attrezzature, tasso di ricoveri, costi, sprechi (più di 100 ospedali risultano incompiuti, l'80% al sud). Medici e personale, spesso validissimi, sono quindi costretti a operare in strutture inadatte per loro e per i degenti. Gli ospedali, che pure sono il fulcro forte della nostra assistenza sanitaria e che hanno visto negli ultimi anni profondi cambiamenti e grandi investimenti, sono ancora spesso dei 'malati'. Dalla ricerca emerge una proposta concreta su come migliorare il sistema ospedaliero italiano; un 'modello' di ospedale pronto per le sfide del terzo millennio.Innanzitutto, l'ospedale deve dialogare integrandosi con le altre strutture sia orizzontalmente, con strutture di pari livello (altri ospedali), che verticalmente con quelle di differente livello (cure primarie, riabilitazione, assistenza domiciliare).Inoltre, le strutture dovrebbero avere una dimensione ottimale, individuata in letteratura, di non meno di 200 posti letto e di non più di 400-500, per garantire efficacia, efficienza e sicurezza. Benché il numero di posti letto per abitante non sia ormai un indicatore adeguato per il dimensionamento della rete ospedaliera, in ragione dell'aumento delle attività ospedaliere in regime diurno o ambulatoriale (oggi, nei casi più efficienti, ogni letto svolge l'attività di 3 letti in un ospedale funzionante secondo vecchi schemi), tuttavia rimane un'indicazione ancora utilizzabile (con prudenza). Assumendo quindi il target delle migliori pratiche internazionali di non più di 3 posti letto per 1000 abitanti, si dovrebbero progettare ospedali di circa 400-500 posti letto per una popolazione di 200.000 unità. Considerando la situazione critica dei circa 800 ospedali esistenti, ipotizzando di voler rifondare il 50% degli ospedali più piccoli, aggregandoli, e volendo ricostruire il 10% di quelli più grandi, dovrebbero essere realizzati non meno di 100 nuovi ospedali. Questo consentirebbe di consolidare la spina dorsale del sistema ospedaliero. La decisione di quanti ospedali realizzare e di quale dimensione si deve basare su una ricognizione che tenga conto delle realtà e delle condizioni urbanistiche e di viabilità di un Italia suddivisa in Aree ospedaliere integrate (Aoi), di cui viene proposta l'istituzione. Le Aoi servono una popolazione di 1-1,5 milioni di abitanti e possono superare i confini regionali, dovendo tener conto del soddisfacimento dei bisogni di salute della popolazione e non di barriere amministrative o politiche. Come trovare le risorse per i nuovi ospedali? L'impegno economico si può valutare in 150 milioni di euro per la costruzione di ogni ospedale (più eventuali costi del terreno e oneri di progettazione e tecnologie). Servirebbero quindi circa 15 miliardi di euro. Poiché è evidente che in questa stagione di crisi stato e regioni non sono in grado di farsi carico di tale investimento, nella ricerca sono anche esplorate le opportunità (e i rischi) delle partnership pubblico privato (ppp), come il project financing o l'affidamento della realizzazione a cura e spesa di fondi etici sociali secondo un modello già sperimentato da strutture ospedaliere private. Le indicazioni emerse dalla ricerca vogliono quindi contribuire al rilancio del sistema sanitario, per riavviare un percorso di sviluppo infrastrutturale che in molte regioni si è arrestato negli anni '90 o che è maturato senza una visione complessiva di sistema. Il tempo corre, i pazienti stanno aspettando, medici e professionisti possono dare di più in ospedali migliori.