Germania 2006: facciamo i conti
Eventi epocali che prendono origine dallo sport si sviluppano a livello planetario. Hanno luogo negli anni pari: sono i Giochi Olimpici e i Mondiali di calcio. Anche chi non si interessa allo sport ne subisce il fascino.
Guardiamo un attimo a Germania 2006. Trentadue squadre, uscite da una griglia di partenza di 207 possibili partecipanti, si affronteranno per un mese intero alla ricerca di un solo vincitore. Trentuno squadre risulteranno, anche se in misura diversa, tutte perdenti. Al di là di queste emozioni, Germania 2006 va letta anche come un fenomeno economico che muove immensi costi e ricavi. Il primo pensiero corre agli incassi del botteghino. Si prevedono trecento milioni di euro, il triplo di quello che hanno fruttato i recenti campionati europei svolti in Portogallo nel 2004. I biglietti sono oramai introvabili. I bagarini entreranno in azione alla grande se a Parigi, qualche giorno fa, per la partita finale di Champions League tra Arsenal e Barcellona, per un biglietto di 80 euro si chiedevano 3.000 euro. E ho visto uno che lo comprava.
Continuiamo con le entrate. Per i diritti televisivi la Fifa ha incassato 1.200 milioni di euro. A questa cifra stratosferica vanno aggiunti 500 milioni di euro provenienti dai 15 sponsor ufficiali dell'evento. Si tratta di multinazionali che hanno interesse a conseguire una visibilità mondiale e che cercano una notorietà da sfruttare nei prossimi quattro anni. E' chiaro che la Fifa garantisce loro un'esclusività totale. Per ogni partita esisterà un gruppo di persone incaricato di impedire che sponsor non ufficiali si infiltrino non solo all'interno dello stadio, ma anche nel raggio di mezzo chilometro al suo esterno.
Non mancano le uscite. Si sa che 169 milioni di euro saranno suddivisi tra le squadre partecipanti, in misura diversa a secondo dei risultati ottenuti. Anche arbitri e segnalinee riceveranno un compenso sostanzioso. Infine, pare che 214 milioni di euro non saranno sufficienti per assicurare l'evento contro atti terroristici che potrebbero disturbarlo o addirittura sospenderlo.
Quando un numero è seguito da tanti zeri non si lascia decodificare facilmente. Proviamo con un esempio. Le partite del mondiale sono 64. Si prevede che ogni partita, in media, sarà seguita nel mondo da 200 milioni di spettatori. Quattro volte tutti gli italiani. E' un dato medio: la finale infatti sarà vista da tre miliardi di persone. Ipotizziamo che ogni spettatore televisivo, per ogni partita che vede, ci offra un caffè. Attraverso un sms ci invierà un euro a partita. Fate una semplice moltiplica e vedrete che raccoglieremmo quasi 12.800 milioni di euro. Che cosa si può fare con questi soldi? I paesi africani iscritti alla Caf (Confederazione africana di football) sono 55. Potremmo inviare a ogni paese un contributo pari a 235 milioni di euro che, arrotondato per eccesso per capirci meglio, non è poi tanto lontano dai 500 miliardi di un tempo. Potrebbe permettere di costruire un buon ospedale. In totale, i nostri caffè regalerebbero all'Africa 55 nuovi ospedali.
Concludo con un brivido e una curiosità. Comincio con il brivido. Le 14 squadre di club più importanti del mondo (in Italia sono Juventus, Milan e Inter) si stanno muovendo perché, a loro parere, "prestano" alle squadre nazionali dei giocatori di valore internazionale che costano loro 10.000 euro al giorno. Calcolando "i prestiti" degli ultimi dieci anni, hanno chiesto alla Fifa un risarcimento di 860 milioni di euro. Praticamente le dimezzano il fatturato. Con questa cifra, l'anno scorso, una sola delle 14 squadre avrebbe comprato Gilardino, Toni, Cassano. E sarebbero rimasti dei soldi. Non è una battuta. La faccenda è già in tribunale. Se ne parlerà a lungo.
Infine la curiosità. Uno studio di una grande Banca, la Abn Amro, sostiene che il paese vincitore dei mondiali di calcio registrerà una crescita aggiuntiva del pil dello 0,7%. Anche la sua Borsa volerà. Almeno del dieci per cento. Meglio invece evitare la seconda posizione, dato che la Borsa potrebbe perdere il 25%.
Concludo con una mia previsione. Non riguarda gli studenti inferiori ai 18 anni, che finiscono la scuola proprio quando inizia il mondiale. Non si lasceranno scappare una occasione così ghiotta per vedere all'opera tutti i grandi campioni del calcio. Più complicato è il caso di chi frequenta l'ultimo anno. La mia previsione riguarda proprio loro: le probabilità di conseguire l'agognata maturità sono nettamente superiori a quella di vedere l'Italia campione del mondo.