Per essere trasparenti non basta comunicare
Trasparenza, ossia condivisione in modo tempestivo e valido di tutte le informazioni considerate rilevanti al perseguimento dei fini che la pubblica amministrazione si pone.
Greta Nasi e Maria Cucciniello |
Nell'attuale contesto, la trasparenza non può più essere limitata a una disseminazione di informazioni unidirezionale su ciò che la pubblica amministrazione fa, ma deve rappresentare lo strumento attraverso il quale l'amministrazione interagisce con i propri stakeholder informandoli su tutti gli ambiti delle attività che governa: dalla priorità, all'attuazione operativa dei servizi, ai risultati ottenuti, dettagliando le informazioni proprio rispetto a quei criteri su cui gli stakeholder valutano il valore che essa genera.
Inoltre, per essere trasparenti in modo efficace nel settore pubblico è necessario comprendere il significato che attribuiscono a questo concetto i cittadini e fornire loro informazioni semplici, chiare e rispondenti ai loro interessi. Così facendo si può realmente stimolare in modo proattivo la partecipazione degli stakeholder.
Il presidente Obama, subito dopo il suo primo insediamento, ha parlato del ruolo della trasparenza nel settore pubblico, specificando che i governi devono essere trasparenti nella relazione con gli stakeholder esterni. L'amministrazione americana ha poi avviato, lo scorso luglio, lo sviluppo di un piano d'azione "2.0".
In Italia il dlgs 150/2009 è andato in questa direzione e successivamente la legge anticorruzione (190/2012) e il cosiddetto decreto trasparenza (dlgs 33/2013) hanno enfatizzato il passaggio alla trasparenza intesa come accessibilità totale alle informazioni dell'amministrazione pubblica. In tale prospettiva i concetti e le azioni di trasparenza e open government sono state reinterpretate includendo il mandato esplicito di pubblicare le informazioni relative al settore pubblico in formati accessibili e riutilizzabili dal pubblico. Sono molteplici le iniziative d'apertura del patrimonio informativo avviate da parte di pubbliche amministrazioni centrali e locali. Il primo data store italiano è stato quello della Regione Piemonte, dati.piemonte.it. Con il lancio del portale dati.gov.it, avvenuto il 18 ottobre 2011, si è definitivamente aperta una nuova epoca per l'innovazione e la trasparenza nella p.a.
Tuttavia un recente studio sui comuni italiani capoluogo di provincia (Cucciniello, Nasi, Saporito 2012) ha mostrato che la trasparenza offerta oggi da questi enti non coincide del tutto con quella desiderata dai cittadini: i comuni sono più orientati alla trasparenza formale, legata agli obblighi normativi di pubblicazione di alcuni dati, che non a quella sostanziale finalizzata a soddisfare le esigenze della collettività.
Un modo per superare la distanza tra trasparenza formale e sostanziale è quello di ascoltare i cittadini codificando ciò che sempre più spesso esprimono attraverso i social media. Le p.a. oggi sono presenti online e spesso anche sui social media, ma quanto sono effettivamente attente ad interiorizzare i feedback e rispondere agli input che ricevono?