Emissioni. Il costo interno del carbonio
Microsoft ha annunciato nello scorso aprile gli ultimi risultati della sua tariffa interna sul carbonio, introdotta nel 2012. Grazie ai fondi prodotti da questa tariffa, il gigante americano dell'informatica ha acquistato negli ultimi tre anni 10 miliardi di kWh di energie rinnovabili, ha ridotto le sue emissioni di 7,5 tonnellate di CO2 equivalente e ha risparmiato circa 10 milioni di dollari ogni anno. Questi risultati nascono da investimenti in progetti eolici, idroelettrici e nelle biomasse, oltre a numerosi interventi di miglioramento dell'efficienza ambientale delle sue emissioni. La tariffa interna sul carbonio è un meccanismo per includere le esternalità ambientali di un progetto nel calcolo di convenienza aziendale. In Microsoft, la tariffa è fra i 6 e i 7 dollari per tonnellata di carbonio. Ogni progetto deve essere accompagnato da un'analisi delle emissioni di CO2 lungo tutta la sua vita utile; il relativo costo (pari alla tariffa per le tonnellate di emissioni) è aggiunto agli altri costi e ai ricavi per determinare se è opportuno approvare il progetto o no. Per esempio, un servizio cloud di Microsoft dovrà coprire il costo interno di carbonio legato al consumo di energia elettrica, nella misura in cui il fornitore previsto usi combustibili fossili. Secondo gli ultimi dati di Carbon disclosure project, oltre 150 aziende in tutto il mondo (fra cui 29 negli Stati Uniti e 66 in Europa) usano una qualche forma di tariffa interna sul carbonio. Disney per esempio calcola la spesa per la riduzione o la compensazione delle emissioni di CO2 e la alloca fra le varie unità organizzative in rapporto alle emissioni che producono. ENI per ora è l'unica azienda italiana ad avere tariffe interne sul carbonio. Microsoft calcola la tariffa sulla base dei prezzi di mercato dei Rec, Renewable energy credits, americani e dei costi correnti dei progetti di compensazione del carbonio (per esempio le riforestazioni). Altre aziende preferiscono stimare il costo di mercato del lungo termine delle emissioni di CO2, sulla base dell'ipotesi prudenziale che questo costo sia destinato a innalzarsi di molto, per effetto di regolazioni pubbliche via via più stringenti. Google, che ha introdotto la tecnica di recente, ha una tariffa di 14 dollari; Mars di 20-30 dollari secondo i progetti; alcune compagnie petrolifere arrivano fino a 60 dollari, in ragione della lunga durata dei progetti e della forte esposizione al rischio regolativo. L'internalizzazione del costo del carbonio permette di scartare progetti marginali che sarebbero convenienti solo grazie alle esternalità ambientali; inoltre, fornisce incentivi ai proponenti a cercare soluzioni di contenimento delle emissioni, anche quando il progetto è destinato all'approvazione; infine, diffonde nell'organizzazione la consapevolezza della questione climatica e ispira idee ed innovazione. Per Microsoft, la tariffazione del carbonio è uno dei pilastri della sua strategia per raggiungere le emissioni zero in tutte le sue operazioni e negli acquisti di servizi.