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Ecco perché i wiki entrano in azienda

, di Jane Klobas - ricercatrice presso il Centro Dondena Bocconi di ricerca sulle dinamiche sociali e docente alla Business school della University of Western Australia
Per chi ha speso decine di migliaia di euro in sistemi di knowledge management non è facile sostituirli con programmi open source. Ma Ibm sta per lanciare nuove suite e gli altri probabilmente seguiranno

L’industria del software ha trovato un nuovo slogan: Web 2.0. Negli ultimi mesi i fornitori hanno utilizzato il Web 2.0 per vendere quasi di tutto. Certo, è un argomento di vendita, ma alle sue spalle c’è un cambiamento reale nel software e nel modo in cui può sostenere la collaborazione e il lavoro.Alla fine del 2005, Tim O’Reilly, fondatore di O’Reilly Media (editore di guide informatiche), descrisse come il World Wide Web stava cambiando. Invece di rimanere una fonte di informazione creata da altri, stava diventando un ambito nel quale i lettori potevano dare un loro contributo. Questa era la visione dell’inventore del Web: Tim Berners-Lee aveva sempre immaginato che il Web avrebbe disseminato le idee e la conoscenza dei suoi utenti e non sarebbe rimasto uno strumento per vedere che cosa scrivono gli altri. O’Reilly diede un nome a questo nuovo, vecchio Web: Web 2.0.L’aspetto pubblico del Web 2.0 è facile da osservare. Persone comuni, giornalisti, personaggi come Beppe Grillo e le più grandi multinazionali del mondo scrivono dei Web log (blog) che i lettori possono commentare e grazie ai quali possono conversare tra di loro e con gli autori. I giovani usano siti di social networking come MySpace per realizzare siti personali e condividere con gli amici idee e link. Gente che cerca lavoro e imprese che cercano gente usano siti come LinkedIn per farsi conoscere e creare contatti. I siti di social bookmarking come del.icio.us consentono al pubblico di identificare e contattare gente con i propri stessi interessi, sulla base dei siti che segnalano. E poche ricerche sul web sono complete senza una visita a Wikipedia, un’enciclopedia scritta da migliaia di persone, gente comune ed esperti.Che cosa c’entra tutto ciò con gli affari? Molti degli strumenti utilizzati nella sfera pubblica funzionano bene anche in azienda. Finora i blog si sono dimostrati i più popolari: molte imprese tra le Fortune 500 realizzano blog. Ma i software Web 2.0 di più immediato beneficio per gli affari sono i wiki. Si tratta di software facili da usare, che consentono di preparare documenti in tempi brevi (compresi fogli di calcolo, presentazioni, calendari e altro) e in modo collaborativo. I wiki non devono necessariamente essere pubblici come Wikipedia, possono anche essere privati. Alcune società li stanno usando per sviluppare dei “wikipedia d’impresa” di documenti e altre risorse. Sono diffusi nello sviluppo di manuali d’uso del software: gli utenti possono aggiungere o correggere voci in base a quello di cui hanno bisogno anziché quello di cui un tecnico crede abbiano bisogno. I wiki sono anche utilizzati per abbozzare in modo collaborativo l’agenda di un meeting o lettere, per preparare riunioni e convegni e per gestire progetti.A che punto è l’Italia nell’adozione dei wiki e del social software? Un esperto ha affermato ironicamente che le imprese italiane sono al Web 0.5, molto distanti dal Web 2.0! Certo, esistono barriere all’adozione. La consapevolezza dei vantaggi del social software è ancora relativamente bassa e, mentre esiste un movimento crescente per lo sviluppo del Web 2.0, il social software è sviluppato per la gran parte in altri paesi. Un’altra barriera paradossalmente è la semplicità del software e la facilità di procurarselo. Il social software è spesso open source, disponibile gratuitamente, senza la necessità di comprarlo da un fornitore. Ma la maggior parte delle imprese è abituata diversamente e il social software può minacciare lo status quo (vi sembra facile per un’organizzazione che ha investito decine di migliaia di euro in sistemi di knowledge management rimpiazzarli con dei wiki?). I clienti di Ibm avranno la possibilità di testare i social software nell’ambito di una relazione contrattuale tradizionale quando Ibm lancerà le sue suite di social software entro la fine dell’anno. Altre imprese tradizionali dell’information technology seguiranno. Nel frattempo, però, altre organizzazioni stanno adottando social software open source per stimolare la collaborazione tra i dipendenti e per migliorare la relazione tra clienti e fornitori.Le sfide per l’impresa sono di imparare a capire il social software e le sue implicazioni, rompere con la tradizione, se necessario per portare il social software nell’organizzazione, e usare il social software per migliorare la qualità della comunicazione e collaborazione all’interno dell’impresa e con clienti e fornitori. In altre parole, è tempo di lasciarsi alle spalle Web 0.5 e avanzare verso Web 2.0.