Contatti

E poi venne Wikipedia

, di Tomaso Eridani
Con l’avvento delle versioni multimediali, e oggi dell'online, le monumentali raccolte di volumi di enciclopedie sugli scaffali delle nostre case hanno subito radicali trasformazioni

Per più di duecento anni il modello tipico delle vendite delle enciclopedie è stato la serie di volumi di grosse dimensioni. Poi all'inizio degli anni '90 sono piombate sul mercato le enciclopedie multimediali, interattive e a prezzi ridottissimi, rivoluzionando tutto il mercato. L'era digitale ha così dato vita a una ricca diversificazione del prodotto, fino all'arrivo oggi dell'enciclopedia online redatta dagli stessi navigatori.

Quello che per ora non è stato rivoluzionato sono i processi per rendere divulgabile il sapere, come ci spiega Massimo Bray, direttore editoriale della Treccani. "Le idee per creare nuovi prodotti o aggiornare quelli attuali nascono all'interno del nostro Consiglio scientifico, composto da 50 illustri personaggi della vita culturale e istituzionale del paese, che ha il compito di tracciare la linea editoriale e indicare i progetti futuri."

"Nata l'idea di un progetto, si passa al gruppo di lavoro degli editor che decidono sul numero di volumi, le voci, illustrazioni ed altro che l'opera deve contenere", spiega Bray. "La parte più importante è la definizione del lemmario, con la definizione di criteri e paletti chiari riguardo alle voci da inserire. D'altronde le critiche ci sono sempre visto che è più facile vedere quello che manca in un'enciclopedia rispetto a quello che c'è".

"Il passo successivo riguarda la redazione dei testi la cui decisione viene presa insieme dai responsabili scientifici delle varie aree tematiche con i redattori studiosi delle varie materie. Insieme decidono sui testi e l'individuazione di autorevoli autori esterni da coinvolgere nel progetto. Questi autori vengono scelti dal mondo delle università, centri di ricerca e istituzioni, italiane e straniere, che sappiano soprattutto scrivere e divulgare i temi di cui sono esperti. La parte critica di questo processo è mantenere una coerenza in tutte le voci dell'opera".

"Pronti i testi, essi vengono passati al setaccio dai nostri revisori e correttori," conclude Bray. "Poi entra in scena l'ufficio tecnico che lavora sull'impaginazione e i grafici. Nasce così l'impaginato. E il processo è identico anche per l'aggiornamento delle opere esistenti, lavoro altrettanto preciso e meticoloso. La nostra Grande Enciclopedia, per esempio, viene aggiornata ogni 5-6 anni con circa 1.200 voci nuove."

Se non sono ancora cambiati radicalmente i processi del creare sapere sono sicuramente stati rivoluzionati gli strumenti per divulgarlo.

"Fino agli anni '80 c'erano i grandi marchi con le opere cartacee ricche di informazioni e autorevoli ma con problemi riguardo agli aggiornamenti delle opere e con i modelli di business in difficoltà", racconta Paola Dubini, docente di strategia delle aziende culturali alla Bocconi e responsabile del laboratorio Editoria ed editoria multimediale del Corso di laurea in Economia e management per arte, cultura e comunicazione (Cleacc). "Poi, all'inizio degli anni '90 piomba sul mercato Encarta (l'enciclopedia digitale di Microsoft ndr), non così profonda e autorevole ma più fruibile, più ricca di grafici, e con costi per il consumatore molto minori". L'Enciclopedia Britannica e i suoi 32 volumi, infatti, contava un numero di voci tre volte quelle di Encarta ma ad un prezzo di 1.600 dollari, prezzo con cui si poteva comprare un pc con Encarta incluso.

Il fattore critico del successo delle enciclopedie su cd-rom, e successivamente online, va cercato nel fatto che sono di facile consultazione, ricche di immagine e suoni, con modalità di ricerca molto semplici e sono molto più economiche. Nelle enciclopedie cartacee, d'altronde, lo sviluppo e produzione del prodotto incideva per il 15% del prezzo di vendita mentre il costo della distribuzione incideva un notevole 60%, un costo drasticamente ridotto nei prodotti digitali. Già a metà anni '90 la vendita di enciclopedie su CD-ROM sorpassa quelle cartacee e a meta anni '90 l'Enciclopedia Britannica chiude la sua famosa rete di venditori.

"Fu una vera rivoluzione e la prima risposta dei grandi marchi fu la mera trasposizione delle informazioni su supporti digitali che creò però dei prodotti poco fruibili," spiega Dubini. "Il vero valore aggiunto era creare un archivio digitale, sfruttando la mole di contenuti per fare nascere vari servizi e prodotti mirati. Oggi, per esempio, la Britannica online è a metà un'enciclopedia a pagamento e metà un portale dell'informazione con news, interviste, commenti e approfondimenti. E hanno iniziato un servizio di invio di informazioni sui cellulari. Oggi, sui formati digitali, le grandi enciclopedie sono pienamente concorrenziali con le enciclopedie nate appositamente digitali".

"All'inizio si cercò semplicemente di trasferire ciò che era cartaceo su un supporto digitale e i risultati non sono sempre stati positivi", concorda Bray. "L'importante era invece creare un'enorme banca dati contenente tutto il sapere della Treccani e da cui fare nascere prodotti multimediali. Prodotti multimediali che non devono riprodurre il cartaceo ma integrarlo".

Oggi le enciclopedie hanno diversificato i loro prodotti, dalle versione cartacee a quelle multimediali su cd-rom e dvd e sviluppando siti internet con le enciclopedie online, le più facili da aggiornare, disponibili per i sottoscrittori e altre aree aperte a tutti. Il tutto per andare incontro alle diverse esigenze e richieste del mercato. Un'indagine dell'anno scorso svolta dall'Associazione italiana editori presso un campione di studenti delle scuole medie e superiori e delle università illustra che mediamente gli studenti spendono 2,9 ore a settimana per consultare enciclopedie e dizionari cartacei, 3,2 ore per consultare versioni online e 2,3 ore per la consultazione su cd-rom/dvd. Il 61% consulta enciclopedie e dizionari online, il 60% versioni cartacee e il 46% utilizza cd-rom/dvd.

Oggi, intanto, la grande sfida si chiama Wikipedia, l'enciclopedia online fondata nel 2001 diventata un successo mondiale. Realizzato come un 'wiki', i siti Internet direttamente modificabili da tutti i navigatori, ha un contenuto libero e consente agli utenti della Rete di aggiungere, modificare e correggere le informazioni delle voci. Voci che dopo sei anni sono diventate 6,3 milioni, in 250 lingue diverse e raccolte in 19 milioni di pagine.

"Il dibattito sulla precisione e attendibilità di Wikipedia è vivace e aperto ma non c'è vera concorrenza con le enciclopedie tradizionali", spiega Dubini. "La logica di Wikipedia è 'ti dico poco ma su molte più voci' e deve servire come prima fonte per una ricerca, come punto di partenza da approfondire poi con altri strumenti. Wikipedia non pretende di essere una summa di conoscenza come le enciclopedie. È il meglio della sapienza collettiva, non della sapienza massima".