Cosi' una sentenza impatta sugli accordi internazionali
Una pronuncia della Corte europea di giustizia potrebbe cambiare i futuri accordi internazionali sul trattamento dei dati dei passeggeri aviotrasportati. Nel luglio 2017, la Corte ha giudicato illegittimo il progetto di accordo fra Europa e Canada che, allo scopo di prevenire attività terroristiche, impone ai vettori di comunicare alle autorità nazionali i dati dei passeggeri, sul modello di quanto l'Ue fa già con altri paesi, fra cui gli Stati Uniti. Secondo la Corte, l'accordo viola i diritti alla privacy e alla data protection stabiliti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
«È una pronuncia importante per vari motivi», spiega Arianna Vedaschi, che vi ha dedicato un articolo in via di pubblicazione su Giurisprudenza Costituzionale. «Da una parte, la Corte ammette, almeno sul piano teorico, la legittimità della sorveglianza di massa dei passeggeri attraverso la raccolta e la conservazione dei loro dati. Dall'altra, boccia il modo in cui è stata disciplinata». Ammettendo la possibilità della sorveglianza di massa, la Corte sembra aprire al contemperamento piuttosto che al bilanciamento fra i diritti di sicurezza e di libertà. Non crea cioè una gerarchia fra i due diritti, ma cerca di tutelarli nello stesso momento, ammettendo le ragioni della sicurezza, ma realizzandola soltanto nel caso vi siano garanzie minime. «Vi è poi un altro aspetto più generale.
Pronunciandosi per la prima volta su un accordo internazionale in termini di compatibilità con la Carta dei diritti fondamentali, la Corte di giustizia cambia i rapporti di forza all'interno delle istituzioni europee». Applicando le direttive della Corte, accordi in corso di negoziazione sono stati sospesi in attesa della decisione, alcuni già negoziati dovranno essere invalidati. «Ci sarà un impatto anche sulla legislazione europea in vigore».
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