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Con MITO è cresciuta la città di Milano

, di Fabio Todesco
Femminile, di mezza età, colto e appassionato, il pubblico del festival ha riscoperto l’identità culturale di Milano e si è avvicinato a generi musicali nuovi, secondo l’analisi Ask Bocconi della prima edizione

Il 60% degli spettatori che, a settembre, hanno partecipato a Milano al Festival MITO SettembreMusica, ritiene che la manifestazione abbia migliorato molto (o del tutto) l'immagine della città, il 32,8% che abbia migliorato la qualità della vita della città e il 19,7% che abbia accresciuto le possibilità di socializzazione.

Per la prima volta un festival delle dimensioni di MITO SettembreMusica (190 manifestazioni, 101 delle quali a Milano e il 60% gratuite, con oltre 160.000 spettatori nel giro di 25 giorni), finanziato a Milano per il 43% da denaro pubblico (il contributo del Comune di 3 milioni di euro a budget si è poi ridotto a consuntivo a 2.776.000 euro, grazie a una gestione particolarmente efficiente), ha scelto di essere valutato fin dalla prima edizione con una metodologia scientifica, attraverso la somministrazione di 5.000 questionari (1.634 effettivamente utilizzati per l'analisi) e oggi all'Università Bocconi sono stati presentati i risultati del rapporto L'impatto di un festival sulla città. Il caso del Festival MITO SettembreMusica a Milano, curato dal Centro Ask Bocconi.

Lo studio ha analizzato l'impatto sociale e culturale di un festival che, in ottica milanese, dichiarava la funzione di far riscoprire l'identità culturale della città e valorizzare la vivacità dei suoi cittadini.

La scelta delle sedi delle rappresentazioni e la loro capienza ha, prima di tutto, evitato le esternalità negative per una città (sovraffollamento, confusione, peggioramento della viabilità) che talora caratterizzano i grandi eventi. Orari (81,2%), biglietti (66%) e comunicazione (61,4%) sono stati giudicati buoni o molto buoni, mostrando che l'obiettivo dell'accessibilità degli eventi è stato raggiunto. Le sale sono state riempite al 95% della capacità.

Sul piano più squisitamente culturale, "il Festival MITO è stato capace di aggiungere anche una fascia di pubblico che non era abituale consumatore di musica", ha affermato Severino Salvemini, l'ordinario di organizzazione della Bocconi che ha presentato i risultati, "lasciando presagire la creazione di una nuova domanda e il rafforzamento di quella". Il 4,12% del pubblico milanese si componeva di non frequentatori di concerti di musica che però, grazie a MITO, hanno assistito a più di 4 concerti in una settimana e un ulteriore 1,96% si definiva tiepido frequentatore di concerti, ma ne ha seguiti più di 7 nel corso della manifestazione: per quasi 5.000 persone, perciò, la manifestazione ha avuto un impatto fondamentale.

Grazie a un cartellone giudicato buono o ottimo dall'85% dei partecipanti, anche l'obiettivo culturale di una certa diversificazione dei consumi musicali è stato raggiunto: ad assistere ai concerti gratuiti di jazz c'erano più appassionati di musica classica che di jazz e il pubblico dei concerti di pop e rock era assolutamente non specializzato. Anche i desiderata degli spettatori esulano dai generi seguiti abitualmente: gli appassionati di classica suggeriscono, per le prossime edizioni, un ruolo maggiore per la danza, quelli di pop e rock apprezzerebbero più jazz.

Donna (60,7%), di mezza età (44,9 anni in media), colto (53% laureati), appassionato (il 30% partecipa ad almeno 7 concerti l'anno) e curioso; amante del cinema (il 30% ci va almeno 12 volte l'anno) del teatro (frequentato dall'86% del campione), della musica classica (84%) e della lettura (il 38% acquista più di un libro al mese). È questo l'identikit del pubblico coinvolto dal festival a Milano. Si tratta, inoltre, di un pubblico marcatamente milanese: 62% proveniente dalla città, con la provincia il 76% e con la regione il 93,5% del totale dei partecipanti.

L'analisi suggerisce alcune linee di azione per il futuro. Intanto, andrà intensificato il rapporto di scambio di pubblico con Torino. I flussi tra le due città sono stati contenuti nonostante i programmi artistici fossero ben diversificati. Il coinvolgimento degli operatori del settore andrà mantenuto (nel 2007 sono state coinvolte 40 realtà culturali milanesi) così come andrà favorita la presenza di giovani talenti, in modo da creare occasioni di crescita collettiva per il territorio. Infine, andrà esaltata la dimensione internazionale, attraverso partnership con grandi istituzioni musicali, gemellaggi con festival analoghi, promozione all'estero e accordi con agenzie turistiche specializzate in programmi culturali.

Lo studio è stato realizzato grazie al contributo di SO.PA.F

TAB 1. Tipologia degli spettatori

ESPLORATORI (24%)
Ricercano le novità
Interessati ad accrescere la propria cultura musicale
Non hanno preparazione musicale specifica
Prevalentemente donne
Disposti a pagare
MITO-mani (22%)
Non sono consumatori abituali di cultura
Apprezzano le proposte più particolari
Amano l'esperienza del festival in ogni
sua componente e proposta
ONNIVORI (13%)
Forte propensione al consumo culturale (cd, dvd, tv ecc.)
Sono giovani
Hanno un grado d'istruzione più basso del resto del campione
Si spostano per lo più con la famiglia
ROCKETTARI (19%)
Interessati alla musica rock, pop e jazz,
di cui sono consumetori assidui
Non hanno una curiosità particolare nei confronti dell'evento
festival, perché abituati a frequentarne
In prevalenza maschi, di età inferiore ai quarant'anni
COLTI (22%)
Ottimi consumatori di musica classica, spettacolo dal vivo
e cinema
Hanno una buona dipsonibilità di spesa
Hanno una fruizione ripetuta
Indipendenti nella scelta e consapevoli dei propri gusti musicali
Apprezzano anche le proposte più inusuali