Comunicare i Mondiali
Nazionalità cilena, mamma finlandese, parla fluentemente inglese, spagnolo e tedesco e, anche se lui cerca di negare, un ottimo italiano. David Noemi, diplomato al Ma Sport-International Master in Management, Law and Humanities of Sport nel 2003, non poteva trovare un ambiente di lavoro più internazionale dell’ufficio stampa dei Mondiali di calcio di Germania 2006. “Basti pensare che la Fifa rappresenta 208 associazioni nazionali, che i giornalisti accreditati sono 15 mila, per capire come la mia abilità con le lingue verrà messa a dura prova”, dice David. “Ma non solo quella, perché un panorama di giornalisti così eterogeneo, tutti con le proprie esigenze e il proprio modo di lavorare, costringe davvero a un impegno totale”.
David, giornalista sportivo in Cile prima di intraprendere l’esperienza del Master, è alle prese
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David Noemi e Franz Beckenbauer durante una conferenza stampa di Germania 2006 |
con un’avventura stimolante che lo costringe a misurarsi su più fronti: “C’è la parte strettamente giornalistica, come la redazione di comunicati e la convocazione di conferenze stampa, ma c’è anche quella più organizzativa, come l’allestimento dei nostri 12 media center, vere e proprie cittadelle per la stampa dotate di tutte le più moderne tecnologie. Secondo alcuni calcoli”, spiega, “le partite dei Mondiali saranno seguite da oltre 30 miliardi di spettatori”.
Cifre che mettono i brividi e che fanno capire quanto sia importante l’abilità nel gestire le risorse a propria disposizione, soprattutto quelle umane: “Per quanto riguarda il Comitato organizzatore, nel settore stampa siamo impegnati in 20 a tempo pieno, in più abbiamo il supporto di oltre 200 volontari tra i circa 15 mila che lavorano per i Mondiali. Quando mi si è presentata l’opportunità di frequentare il Master”, ricorda David, “non sapevo ancora che sarei venuto a lavorare in Germania per i Mondiali, ma adesso mi rendo conto di quanto siano importanti le competenze di management apprese nel quadrimestre in Sda Bocconi. Era la parte nella quale avevo più carenze”.
Per smorzare l’entusiasmo di David per questa sua avventura si deve toccare il tema più strettamente calcistico: “In questi Mondiali non c’è il Cile e nemmeno la Finlandia, la mia seconda squadra. Per chi farò il tifo? Mah, diciamo l’Italia”, conclude. Ma non sembrava troppo convinto.