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Com'e' moderna questa distribuzione

, di Daniele Fornari - Universita' Cattolica e Cermes Bocconi
Nord, Sud e vendita al dettaglio. L'evoluzione divergente di negozi e supermercati

Negli ultimi venti anni in Italia si è verificata una profonda trasformazione del sistema distributivo, tanto da poter parlare, con particolare riguardo ai mercati del largo consumo, di una vera e propria rivoluzione commerciale.

Cardini di questa rivoluzione sono stati la progressiva riduzione dei punti di vendita (nel commercio alimentare si è passati dai 302.500 esercizi commerciali del 2000 ai 180.000 del 2010); la forte crescita della quota di mercato dei punti di vendita moderni (ipermercati, supermercati, superette) a seguito del consolidamento competitivo della grande distribuzione organizzata (gdo); la differenziazione dell'offerta commerciale con l'ampia presenza di concept distributivi caratterizzati da profili tecnici, commerciali ed economici diversi. Inoltre, hanno pesato un ridimensionamento del canale grossista a seguito dei processi di integrazione verticale da parte della distribuzione al dettaglio e un'intensificazione delle situazioni competitive determinate sia dalla densità di punti di vendita moderni sia dalla sovrapposizione di mercato dei differenti formati distributivi.In realtà il processo di modernizzazione del sistema distributivo ha assunto una configurazione territoriale differente. Basti pensare che il numero di supermercati e ipermercati per mille abitanti è, in media, decisamente più alto nelle aree centro-settentrionali rispetto a quelle meridionali. In molte regioni del Nord (Friuli, Veneto, Lombardia) la densità della distribuzione moderna è quasi doppia rispetto a quella delle principali regioni del Sud (Campania, Sicilia, Puglia). Si tratta di un differenziale dovuto a diverse ragioni. La prima ragione è di carattere ambientale: il grado di modernizzazione commerciale nei paesi più evoluti è sempre stato influenzato e trascinato da fattori di natura socio-economica. Fra questi fattori quelli più rilevanti sono il livello di reddito disponibile, la segmentazione dei bisogni dei consumatori, la marcata urbanizzazione della popolazione, la crescita dell'occupazione femminile, lo sviluppo di stili di acquisto maggiormente orientati alla domanda di servizi commerciali. La seconda ragione è di carattere normativo, con particolare riguardo agli interventi che hanno disciplinato le autorizzazioni amministrative per l'apertura e l'ampliamento dei punti di vendita. In Italia, la modernizzazione del sistema distributivo è stata fortemente condizionata dalle diverse modalità di applicazione territoriale della legislazione commerciale (i principali provvedimenti di riferimento sono la legge 426/71 e il D.lgs. 114/98 "Decreto Bersani"). I comuni e le regioni hanno privilegiato un orientamento restrittivo nelle aree meridionali rispetto a quelle settentrionali dove è prevalso un approccio più liberistico. Ciò ha comportato una significativa differenziazione territoriale delle barriere all'entrata settoriali, dello sviluppo dell'innovazione delle formule distributive, della presenza dei diversi gruppi strategici (grande distribuzione capitalistica versus distribuzione associata e cooperativistica), dell'espansione delle grandi superfici di vendita, del peso del lavoro autonomo rispetto a quello dipendente. La terza ragione è di carattere competitivo. Nella distribuzione, lo sviluppo territoriale, oltre che dal livello di saturazione delle diverse aree geografiche, tende a essere condizionato dall'esistenza di vantaggi competitivi da costi e/o da differenziazione. Questo orientamento ha trovato riscontro nelle modalità di diffusione territoriale nel mercato italiano dei principali gruppi commerciali italiani ed europei. Questi gruppi, infatti, hanno finito per privilegiare la presenza nelle regioni settentrionali che, pur caratterizzandosi per una maggiore intensità competitiva, si differenziavano dalle regioni meridionali per l'esistenza di minori barriere amministrative e per una maggiore domanda di punti di vendita moderni. Questa situazione ha finito per ritardare il processo di ammodernamento della distribuzione meridionale caratterizzata da una minor quota di mercato delle formule distributive più evolute e da una maggior tenuta dei punti di vendita tradizionali.

La densità territoriale della distribuzione moderna in Italia (mq di ipermercati e supermercati per 1.000 abitanti)
Fonte: elaborazioni su dati IRI-Information Resources