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Clean tech, un sfida per investitori responsabili

, di Nicola Misani - ricercatore presso il Dipartimento di management e tecnologia
Venture capital. Le tecnologie pulite sono state le uniche a continuare a raccogliere anche nel 2009

Il settore emergente del clean tech riunisce una vasta gamma di processi e prodotti che affrontano in modo innovativo i problemi ambientali, per mezzo di fonti rinnovabili (quali il solare o l'eolico), forme di trasporto sostenibili (veicoli elettrici, batterie avanzate, sistemi fuel cell), biocarburanti e altre tecnologie che mirano a migliorare l'efficienza ambientale dei processi, contenere i consumi energetici o ridurre i rifiuti.

Molti investimenti nel clean tech provengono da imprese leader di settori tradizionali, che vedono nell'ambiente opportunità di business o l'occasione per assicurarsi vantaggi di prima mossa rispetto alle evoluzioni regolative legate al cambiamento climatico. Tuttavia, le venture e le imprese in fase in espansione costituiscono la parte più dinamica del clean tech, nel quale portano la libertà di ricerca e lo spirito di iniziativa dei nuovi imprenditori. Oltre che una speranza per risolvere i problemi del pianeta, il clean tech è una sfida per gli investitori socialmente responsabili, che cercano di bilanciare i rendimenti finanziari con criteri di selezione del portafoglio ispirati a considerazioni ambientali, sociali e di governance. Questi investitori, anche se sono storicamente legati ai mercati di Borsa, sono candidati naturali a sostenere le venture ed altre imprese non quotate di questo settore. Il clean tech si presterebbe anche al project finance, per esempio per il finanziamento degli impianti di generazione con fonti rinnovabili, ma le banche non appaiono disponibili a inserire criteri negativi o positivi di responsabilità sociale nelle loro politiche di impiego. Di conseguenza, finanziano investimenti "sporchi" redditizi (quali le centrali elettriche a carbone) e respingono gli investimenti clean tech in assenza di requisiti finanziari standard. Gli operatori di private equity, e in particolare di venture capital, mostrano invece di gradire il clean tech. Nel 2009, un anno orribile nel quale gli investimenti mondiali e il numero di operazioni di venture capital sono tornati ai livelli del 2003, l'unico settore a limitare le perdite è stato il clean tech, dove il numero di operazioni è rimasto invariato rispetto al picco storico del 2008 e la caduta degli investimenti si è arrestata al livello del 2007, circa 5,7 miliardi di dollari. Oggi il clean tech è il settore dominante del venture capital, in cui assorbe circa un quarto degli investimenti complessivi, più delle biotecnologie e del software. I capitali vengono in parte da fondi specializzati e in parte da fondi tradizionali che dedicano al clean tech quote del portafoglio per ragioni di rendimento atteso, diversificazione del rischio o responsabilità sociale. Al venture capital si affianca un numero crescente di operatori di private equity che investono nella fase di espansione delle imprese. Un recente importante ingresso è stato New World Capital Group, un operatore non-venture specializzato in tecnologie ambientali già consolidate, al quale contribuirà anche il fondo italiano Ambienta. Il private equity estende il raggio d'azione dell'investimento socialmente responsabile offrendo ai gestori di capitali propensi al rischio l'occasione di finanziare imprese non quotate che promettono esternalità positive. Questi gestori possono massimizzare sia i rendimenti finanziari, perché investono in fasi precoci dell'impresa, sia gli impatti sociali, perché sorreggono tecnologie che non necessariamente troverebbero appoggio da investitori senza motivazioni ideali. Simili occasioni possono venire da altri settori legati alla sostenibilità in senso lato, quali il bottom-of-the-pyramid, gli investimenti per lo sviluppo di aree depresse o i prodotti biologici e fair trade, dove gli investitori del private equity possono finanziare tentativi imprenditoriali di creare nuove forme di business e contribuire al progresso sociale.