Caro Babbo Natale vorrei...
Caro Babbo Natale, con le monete e i cambi siamo nei pasticci. Per questo ti chiedo un regalo. Chiederti un vero, completo sistema monetario internazionale, del quale siamo privi da tempo, mi pare troppo. Oso invece chiederti qualche buon accordo per tenere i cambi fra le monete di questo mondo abbastanza stabili e prevedibili. Aiuterebbe i commerci e gli affari finanziari a rifiorire, con meno incertezze e senza esser distratti da azzardate e inutili speculazioni. Eviterebbe che i paesi usino il loro cambio in modo aggressivo, svalutandolo per vender più a buon mercato le proprie esportazioni e rubare quote di mercato ai concorrenti: perché aggressività chiama aggressività, alla fine ci perdiamo tutti e finisce che alla guerra delle monete si aggiunge quella dei dazi, del protezionismo che frena i commerci, le produzioni, l'occupazione, la ripresa, e peggiora la qualità delle relazioni internazionali. A leggere i comunicati ufficiali sembrerebbe che sull'obiettivo dei cambi stabili ci sia consenso, che il regalo che ti chiedo non sia controverso. Ma in realtà non c'è chiarezza e consenso sul come ottenere la stabilità. Quel che dovresti posare sotto l'albero è l'accordo su un semplice principio, che spieghiamo agli studenti ma che pare disconosciuto nei summit dei ministri e dei banchieri centrali: che il valore di una moneta dipende da quanta se ne stampa, dalla politica monetaria del paese che la emette. Una moneta si svaluta quando se ne crea troppa. È come con l'uva: se il raccolto è sovrabbondante il suo prezzo scende. Per avere cambi stabili e prevedibili occorre dunque un accordo sulle politiche monetarie. Nessuno deve esser libero di inondare il mondo con quantità eccessive della propria moneta. Le strategie con cui le banche centrali creano liquidità e ne fissano il prezzo, cioè il tasso di interesse, devono essere condivise attorno a un tavolo sovranazionale dove non sono tollerate prepotenze, neanche dai paesi con la moneta più diffusa e importante. Mi rendo conto che quel che ti chiedo non è poco. Ma se non mi porti un accordo sulle politiche monetarie, che metta un freno anche alla zecca debordante di Washington, un annuncio di cambi stabili sarebbe un giocattolo fragile e inutile, per far finta di andar d'accordo. I mercati lo romperebbero subito rimandando le monete in altalena e diffondendo incertezza e speculazione. Ma voglio essere ancor più sincero con te, caro Babbo Natale. Politiche monetarie disciplinate e rispettose di accordi internazionali sarebbero davvero un regalo enorme: perché sono quasi impossibili quando i governi hanno la finanza pubblica indebitata fino al collo e vogliono che le banche centrali li aiutino a far fronte ai debiti stampando tanta moneta, che serve a rimborsarli e a far comprare tanti nuovi titoli di Stato. Perciò, a esser sinceri, chiedere cambi stabili e monete disciplinate è come chiedere che i politici abbiano volontà e capacità per rimettere in ordine le finanze pubbliche, tagliare spese che servono solo a comprare consenso elettorale, tagliarle molto perché occorre invece aumentare altre spese che sono preziose per il benessere collettivo, far pagare le tasse a chi ne paga troppo poche, accordandosi internazionalmente perche i loro paesi non gareggino a chi assomiglia di più a un paradiso fiscale. Vedi dunque, Babbo Natale, che con la scusa dei cambi stabili ti sto chiedendo di portarmi tante altre cose, una sorta di maxipacco di buon governo, per di più internazionale. Nonostante la tua bontà e l'ampiezza del tuo slittone, so che non potrai soddisfare la richiesta fino in fondo. Ma spero che, approfittando anche delle molte riunioni che i grandi della terra continuano di questi tempi a organizzare, con gran dispendio di aerei, cene e fotografie, tu riesca a portare in regalo almeno un pacchettino di decisioni e di accordi coerenti, che non siano di pura vetrina, e che un poco migliorino davvero il funzionamento di questa economia mondiale che da tempo è squilibrata e in crisi.