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Bocconiani, il valore del network

, di Anna Boccassini
Parlano i protagonisti

Interviste a
Eugenio Amoroso
Headquarter Sales Manager Emsar S.p.a.
Area Leader Alub Pescara-Chieti-Teramo
Paola Giannotti De Ponti
Managing Director Dresdner Kleinwort Wasserstein - Londra
Head of investment banking

Quanto ritiene di dovere alla sua formazione universitaria di ciò che lei oggi è?
Amoroso - Credo di dovere davvero molto alla Bocconi. E non solo perché la Bocconi ha un corpo docente eccellente e un ambiente universitario ottimale, ma anche perché ha un 'tessuto industriale' di contorno che mi ha permesso di conoscere alcuni aspetti della vita aziendale prima ancora della laurea. Parlo per esempio degli stage, o degli incontri con i manager delle aziende che venivano a parlare in Bocconi. Noi studenti, che allora conoscevamo soltanto la realtà dei libri e degli esami, cercavamo di capire cos'era la vita aziendale. La vita lavorativa è poi la palestra quotidiana che insegna a sopravvivere in un ambiente competitivo, ma anche le conoscenze acquisite sono importantissime nell'approccio ai problemi di ogni giorno.
Inoltre c'è un'altra cosa che credo di dovere, come molti miei compagni di studi, alla Bocconi. Si tratta di una certa cultura comune, fatta di valori e di etica. Quando ci incontriamo tra Bocconiani quest'etica e questi valori comuni si percepiscono molto forti.

Giannotti De Ponti - La mia formazione universitaria è stata una base imprescindibile, sia per quanto riguarda i contenuti tecnici sia per quanto riguarda l'approccio metodologico al lavoro e ai problemi,la multidisciplinarità, il dinamismo, la 'cultura dell'eccellenza'. Mi riferisco alla cultura Bocconi come stile di vita, di lavoro, proiezione sull'innovazione, progettualità, risultati. Tutte cose che non sono scritte sui libri, ma che si respirano fortemente nell'ambito di Bocconi. E danno poi un bagaglio importante quando ci si trova a operare in ambienti competitivi, dinamici ed innovativi. Accanto a una componente più strettamente tecnica ce n'è stata, quindi, una più metodologica, entrambe estremamente importanti. Mi sento di dire, pertanto, che la formazione ha contato per un buon 70 %. Il resto è stato legato ad altri elementi, come la personalità, il carattere, le circostanze, e, diciamolo, anche a un pizzico di fortuna.
Quando ero in Bocconi, ho avuto inoltre la possibilità di andare in scambio negli Stati Uniti. È stato un passaggio importantissimo, perché mi ha aperto al mondo americano, a una cultura diversa, e mi ha dato un'esperienza in lingua inglese, poi importantissima per la mia carriera internazionale.

Quanto è importante per un bocconiano mantenere vivi i rapporti con l'Università? Che valore ha essere in contatto con altri ex-bocconiani?
Amoroso - Per quanto mi riguarda, grazie all'attività Alub ho avuto l'opportunità di conoscere la mia università da un'altra angolazione. Oggi comprendo molti problemi che prima, quando ero studente, mi erano estranei. Con Alub ho modo di confrontarmi con persone che lavorano nell'ambito dell'università, e sto scoprendo quali difficoltà implica invitare un professore a un evento, dover fare i conti con un budget per i corsi e così via. Insomma, ora vedo la mia Università con occhi da manager. Quanto al valore di rimanere in contatto, innanzitutto non parlerei di ex-bocconiani, perché si è bocconiani per sempre. Essere in contatto con altri bocconiani è senz'altro uno stimolo di apprendimento. Ci si scambiano opinioni, pareri, si parla del nostro lavoro, ci si confronta, si conoscono situazioni e si scoprono aspetti delle professioni ai quali altrimenti non si presterebbe attenzione. C'è anche un aspetto molto simpatico dei nostri incontri, ed è la voglia di rinnovare lo spirito goliardico. Dimenticate le gerarchie, ci divertiamo insieme, proprio come ai tempi dell'Università.

Giannotti De Ponti - È sicuramente molto importante ed è allo stesso tempo una cosa che viene naturale. Passando anni insieme sui banchi dell'università, si formano amicizie che poi restano per tutta la vita. Si acquisisce un 'codice di comunicazione comune' che consente di ritrovarsi sempre con facilità con persone che hanno lo stesso background. Il rapporto con i bocconiani e con la Bocconi nel mio caso è rimasto vivo anche perché faccio parte del gruppo di Advisor della Bocconi, una realtà che continua a mettere in comunicazione gli ex-bocconiani. L'essere in contatto è, sì, importante, ma è soprattutto un aspetto che fa parte della mia vita. Sia nel mondo degli affari sia in quello della finanza, inoltre, la presenza di bocconiani è davvero fortissima. In un mondo sempre più legato con interrelazioni e interdipendenze, è molto facile trovare sempre qualcuno che si conosce. Comunicare tra bocconiani diventa quindi una cosa naturale.

In che modo le iniziative che nascono dal contatto tra Università ed ex allievi sono utili dal punto di vista professionale?
Amoroso - A mio avviso molto dipende dall'anzianità dell'esperienza. Per un neolaureato c'è l'opportunità di farsi conoscere, di sfruttare l'esperienza altrui. Per un manager quarantenne come me, invece, c'è la possibilità di ampliare le proprie conoscenze e di tenersi aggiornati. Ci si invita vicendevolmente a conferenze o a corsi di aggiornamento. È uno scambio continuo, che apre anche nuove prospettive per la crescita professionale. Infine, per il manager 'arrivato' (parlo di chi ha ormai 60-70 anni) possiamo parlare di un momento di gratificazione personale. Queste persone, infatti, hanno un ruolo importantissimo, perché trasmettono ad altri il bagaglio di esperienza maturata. In questa trasmissione di esperienza di chi professionalmente ha già raggiunto le proprie aspirazioni personali, in questo dare consigli agli altri, io vedo una grande gratificazione personale.
Quando ci incontriamo, quindi, ci sono persone con gradi diversi di esperienza, che hanno le potenzialità per una giusta integrazione. Direi che ci completiamo, sia dal punto di vista dell'esperienza lavorativa sia dal punto di vista umano. Un aspetto prezioso, soprattutto in momenti difficili.

Giannotti De Ponti - Da una parte sono certamente uno stimolo di riflessione, un modo di consentire a chi è nel mondo del lavoro di mantenere uno spirito "intellettuale". L'approccio accademico è diverso da quello operativo, proprio del posto di lavoro. Si tratta di uno stimolo alla riflessione su temi diversi da quelli della quotidianità professionale.
Dall'altra parte, c'è il rapporto che la Bocconi mantiene molto fortemente con gli ex-allievi. Questo credo che sia di stimolo alla Bocconi nell'individuare i trend, e quindi nell'essere sempre più in sintonia con il mondo del lavoro. Si tratta di non creare soltanto un'accademia dedicata alla speculazione, ma una speculazione che sia funzionale all'operatività.
È un rapporto dialettico importantissimo, dove le due parti si stimolano e si danno contributi a vicenda. Per chi è nel mondo del lavoro arrivano contributi che trascendono dalla quotidianità e per l'Università invece arrivano contributi che l'aiutano a essere allineata alla realtà del mondo del lavoro, e a sviluppare professionalità in linea con le esigenze del mercato.