Bocconi: un piano per crescere in Europa
La Bocconi come Stanford e Oxford, il Mit e Tokio. A unire questi atenei da oggi ci sarà un elemento in più. Tutti, infatti, sono impegnati in campagne di fund raising, indispensabili per il finanziamento dei propri progetti. Anche la Bocconi, infatti, per la prima volta in Italia, lancia una campagna tra alumni e imprese, per raccogliere 100 milioni di euro in 10 anni da utilizzare per l'implementazione del proprio piano strategico che prevede, tra l'altro, di aumentare il sostegno agli studenti, di accelerare l'internazionalizzazione della faculty e di potenziare le proprie strutture.
"In molti paesi la raccolta di fondi è considerata una modalità normale di funzionamento di una istituzione universitaria che dialoga con la società civile per il raggiungimento di obiettivi di mutuo interesse", ha spiegato Mario Monti, presidente dell'ateneo milanese. Nessuno negli Stati Uniti si stupisce quindi che ogni anno le università raccolgano oltre 25 miliardi di dollari grazie alle donazioni e che la sola Stanford nel 2005 abbia ricevuto oltre 600 milioni di dollari. "Quella del fund raising", prosegue Monti, "è un'attività che può essere presidiata solo se si dispone di una indiscussa credibilità e della capacità di proporre ai donatori obiettivi coinvolgenti e carichi di implicazioni positive per l'intera comunità degli stakeholders. Per la Bocconi, questa sarà una linea strategica per adempiere sempre meglio alla propria missione culturale e civile, salvaguardando gelosamente la piena autonomia da ogni potere politico o economico".
La campagna di fund raising si basa proprio sulla condivisione di obiettivi con i possibili donatori facendo leva anche sulla consolidata reputazione della Bocconi. "Oggi che la competizione tra aziende e sistemi paese si gioca sulla conoscenza, l'Italia appare in crescente difficoltà", interviene Angelo Provasoli, rettore della Bocconi. "Investire fortemente nella creazione e nella diffusione della conoscenza, per favorire l'affermarsi di una cultura condivisa, fatta di regole di mercato, trasparenza, correttezza è la prima priorità dell'Italia. Raccogliere questa sfida e offrire al nostro paese un'università di prestigio internazionale è un dovere per la Bocconi, una sfida che ha raccolto nel suo piano strategico decennale. La Bocconi è quindi di fronte a un cambiamento strutturale, di portata globale".
Cinque sono quindi le priorità di investimento dell'ateneo:
-l'internazionalizzazione della faculty, per reclutare oltre il 50% dei nuovi docenti sul job market internazionale
-la ricerca, per attirare i migliori ricercatori del mondo e dare un forte impulso alla ricerca di base e applicata
-la qualità dell'offerta formativa, riorganizzando in modo innovativo i corsi universitari e la formazione post experience
-gli studenti, migliorando ulteriormente il rapporto docenti/studenti anche attraverso il contenimento del numero degli iscritti ai corsi di laurea (da 12.500 a 11.000), raddoppiando il numero degli allievi stranieri (dal 7 al 15%) e ampliando e differenziando i programmi per borse di studio
-le strutture, per offrire a studenti, docenti e ricercatori tecnologie sempre d'avanguardia e per realizzare un campus degno delle migliori università del mondo. L'obiettivo è raddoppiare i posti letto (dagli attuali 1.105 ai 2.067 entro il 2010) e aumentare gli spazi per aule, uffici, biblioteche, residence (da 170 mila mq a 220 mila mq).
"La campagna di fund raising che lanciamo oggi", ha detto Giovanni Pavese, consigliere delegato della Bocconi, "non servirà a sostenere la gestione ordinaria della Bocconi. Il bilancio della Bocconi è sano: al netto dei costi e della gestione finanziaria il rendiconto 2004 si è chiuso con un margine finale netto pari al 3,3% sul totale. I soldi raccolti serviranno a finanziare progetti concreti indispensabili per la crescita e lo sviluppo dell'ateneo come progetto collettivo a beneficio della comunità". Entro il 2010 i fondi destinati al sostegno degli studenti, per esempio, passeranno dagli attuali 9 milioni di euro annui a 12 milioni. "Grazie alle donazioni sarà possibile offrire a studenti e docenti nuove strutture residenziali. A questo scopo, per esempio, la Multicultural charitable foundation ha donato alla Bocconi 1 milione di dollari".
Altro capitolo fondamentale per lo sviluppo della Bocconi nell'interesse della comunità è il rafforzamento delle sue attività di ricerca. "Oggi possiamo annunciare un altro importante traguardo", prosegue Pavese, "in Bocconi è nato il Centro per la ricerca sulle dinamiche sociali intitolato a Carlo F. Dondena come ringraziamento per il programma di donazione predisposto dalla famiglia".
Sostenitori dello sviluppo strategico dell'ateneo milanese sono però le aziende, da sempre partner privilegiati dei progetti Bocconi, che hanno risposto positivamente alla campagna di fund raising come dimostra la disponibilità di cinque importanti gruppi (Banca Intesa, Cciaa di Milano, Ernst & Young, Fondazione Cariplo, Pirelli Telecom) a contribuire ciascuno con 500mila euro all'anno per 5 anni a cui si potrebbero aggiungere altri gruppi già interpellati.
"I risultati già raggiunti", commenta Monti, "confermano che gli obiettivi che la Bocconi si è data con il piano strategico sono obiettivi di interesse comune per le imprese, gli alumni e il paese. L'investimento fatto in oltre cento anni di storia per costruire e accrescere la reputazione della Bocconi viene oggi premiato da quelli che noi chiamiamo gli azionisti morali dell'ateneo, con i quali condividere missione, obiettivi e ai quali rendere conto della nostra attività, dei loro investimenti e del nostro impegno. La Bocconi", conclude il presidente, "è e sarà sempre di più un progetto collettivo, basato su obiettivi motivanti, condivisi e carichi di valori: indipendenza e autonomia; responsabilità sociale; pluralismo delle culture e delle idee; adesione ai principi della società aperta; stretto collegamento tra ricerca teorica e prassi operativa; tensione verso eccellenza e innovazione".
E proprio per garantire trasparenza e risultati della campagna di fund raising la Bocconi ha costituito un campaign board di alto prestigio di cui chairman è Roberto Mazzotta, presidente di Bpm. A lavorare con lui ci saranno:
Carlo Buora, amministratore delegato Telecom Italia
Francesco Caio, già amministratore delegato Cable & Wireless
Marco Drago, presidente De Agostini
Ariberto Fassati, direttore Crédit agricole sa Italia
Andrea Illy, amministratore delegato e presidente Illy caffé
Ruggero Magnoni, vice chairman Lehman Brothers
Vittorio Merloni, presidente Indesit company
Pietro Modiano, direttore generale San Paolo Imi
Giampiero Pesenti, presidente Italcementi
Alessandro Profumo, amministratore delegato gruppo Unicredit
Paolo Scaroni, amministratore delegato Eni
Lucio Stanca, ministro per l?Innovazione e le tecnologie
Giuseppe Vita, presidente Ras
CARTELLA STAMPA:
L'intervento di Mario Monti
L'intervento di Angelo Provasoli
L'intervento di Giovanni Pavese
L'intervento di Roberto Mazzotta
Il fund raising nel resto del mondo