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Arianna Brioschi dietro le quinte della Bocconi

, di Fabio Todesco
Da studentessa ha fondato la compagnia teatrale dell’Università dove oggi, dopo 12 anni, insegna marketing. Dalla sedia di regista ha diretto un centinaio di giovani attori

Il 12 maggio 1994, in un'Aula magna gremita e caldissima, una compagnia di 11 attori guidati da una regista-studentessa, coronò sette mesi di lavoro mettendo in scena Trappola per topi di Agatha Christie. Da allora il Gruppo Teatro Bocconi è riuscito a organizzare sempre almeno una rappresentazione l'anno e, nel 2006, addirittura tre, una delle quali in inglese. L'unico a far recitare gli studenti della Bocconi, fino ad allora, era stato Nanni Svampa, 35 anni prima.

La studentessa-regista si laureò un anno dopo, un paio di giorni prima del secondo spettacolo, e aggiunse "dottoressa" all'"Arianna Brioschi, regista" scritto a caratteri cubitali sulla maglietta che utilizzava per le prove e che conserva nell'ufficio della Sda Bocconi, dove oggi insegna marketing.

Teatro in Aula Magna

Il fatto che Brioschi sia rimasta alla Bocconi, prima per un dottorato, poi come docente, spiega gran parte della continuità ultradecennale di un'associazione essenzialmente studentesca che riesce, così, a non soffrire del ricambio generazionale. Altri pionieri del Gruppo continuano a collaborare, tra cui Marco Brambini, oggi professionista dell'informatica, che ha condiviso con Brioschi, negli anni, l'onere delle regie. Ma la stessa protagonista di Trappola per topi, Serena Borghero, dopo avere lavorato molti anni all'estero, quando è tornata a Milano ha recitato alla Bocconi per altri tre anni, prima di trasferirsi di nuovo.

Al terzo anno di economia aziendale, quando innescò il processo che avrebbe portato alla formazione del Gruppo, Brioschi andava a teatro ogni tanto, ma non si considerava un'appassionata. "Lo stimolo venne da un compagno di studi, che recitava in una compagnia di Monza e che mi raccontava spesso delle sue esperienze. Ci venne l'idea di creare una compagnia in Università e, con l'aiuto di Salvatore Grillo dell'Isu, ci riuscimmo".

Un poster con Richard Gere, che esclamava "Cerchiamo attori per il Gruppo Teatro Bocconi" nell'atteggiamento dell'Uncle Sam che dice "I want you" per spingere i ragazzi americani ad arruolarsi nell'esercito, sortì fin troppo effetto. Ai primi provini si presentarono in 80, costringendo a una selezione che riducesse i partecipanti agli 11 necessari a Trappola per topi. "Non siamo una scuola di teatro", spiega la docente di marketing, "e così, quando facciamo i provini, cerchiamo qualcuno che mostri un po' di predisposizione e una certa affinità con i personaggi del testo che vogliamo rappresentare".

Negli ultimi anni alla rappresentazione primaverile se ne è aggiunta una autunnale, più breve e meno impegnativa dal punto di vista organizzativo, che viene anche portata in tournèe. "Abbiamo recitato sia in teatri veri e propri", dice Brioschi, "sia a festival di teatro universitario, tra cui quello di Parigi".

In questi anni Brioschi non ha mai recitato. Si è ritagliata un ruolo da impresario, curando l'organizzazione degli spettacoli e quasi sempre anche la regia e ritiene inopportuno sovrapporre questo ruolo a quello di attrice. In compenso, ha spinto a calcare il palco dell'Aula magna un centinaio di persone.

Negli ultimi due anni il Gruppo ha vissuto un forte sviluppo, strutturandosi in Associazione arte cultura teatro in Bocconi (Actb) e ampliando così le proprie attività. Sono nati un corso di teatro, gestito dall'associazione ma tenuto da attori professionisti, che coinvolge un'ottantina di studenti l'anno, suddivisi in quattro edizioni, un corso di fotografia e un cineforum, dedicato quest'anno al tema dell'etica.

Lo scorso anno, poi, Brioschi ha ricevuto una mail da Can Ogan, uno studente turco del triennio, che le proponeva di fondare una seconda compagnia per recitare in inglese. Anche questa ha preso forma e il 19 dicembre 2006 la rappresentazione di Plaza Suite di Neil Simon ne ha segnato il brillante debutto.

Oggi Brioschi è alla continua ricerca di testi da rappresentare. "Ma non è facile", spiega, "perché dobbiamo trovare opere accessibili al pubblico, ma soprattutto recitabili da attori non professionisti. I testi che produciamo devono, inoltre, avere un buon numero di personaggi e un carico di lavoro sostenibile e ben distribuito".

Partecipando al lavoro della compagnia gli studenti imparano a rapportarsi a un giudizio altrui (gli spettatori), si responsabilizzano, acquistano scioltezza e capacità di interazione, creano amicizie che spesso proseguono ben al di là della laurea. Per il futuro Brioschi progetta di organizzare corsi di improvvisazione teatrale e, per gli spettacoli, cerca testi in qualche modo legati alla vita d'azienda, per caratterizzare la compagnia Bocconi. Un'esperienza particolarmente positiva è già stata fatta con Venditori di Edoardo Erba. "Da ripetere!".