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Alle Olimpiadi del diritto commerciale internazionale

, di Penio Penev Gospodinov - studente, a Vienna in veste di osservatore
Un team Bocconi a Vienna per il Moot 2009, sfida tra 233 università a colpi di diritto dell’arbitrato

Gli ultimi sei mesi sono stati appassionanti ed estenuanti per Stefanie Berloffa Spadafora, Elaine Call, Roberto Longhi, Alice Montanari, Alessandro Monti e Davide Petris, gli studenti del team della School of law dell'Università Bocconi che, la settimana prima di Pasqua, si è misurato con le squadre di altre 232 università di 58 paesi del mondo al Willem C. Vis International Commercial Arbitration Moot. La competizione internazionale, giunta alla sedicesima edizione, vede i team universitari di tutto il mondo sfidarsi utilizzando la lingua inglese e le armi del diritto dell'arbitrato, nell'applicazione della Convenzione di Vienna (Cisg) sulla vendita internazionale di merci.

Affiancati da Benedetta Coppo della Camera Arbitrale di Milano, Catherine Rogers dell'Università Bocconi e Michelangelo Cicogna dello studio legale De Berti Jacchia Franchini Forlani, i nostri Mooters hanno dovuto imparare a padroneggiare la materia come dei veri professionisti, a districarsi nella ricerca della giurisprudenza arbitrale e delle fonti, analizzare ogni dettaglio della controversia in esame, definire ed elaborare una tattica processuale, imparare le più efficaci tecniche di argomentazione, prevedere ogni possibile obbiezione. Un compito che hanno affrontato con grande passione e instancabile motivazione.

Nulla può essere lasciato al caso, condizionano il feedback degli arbitri anche il contatto visivo, la gestualità, la postura, ed il modo di rivolgersi alle parti scandito da determinate formule rituali. La stessa cosa vale anche nel momento di ribattere a una domanda o a una richiesta di chiarimento inaspettata. Persino sorseggiare dell'acqua durante le udienze in alcuni casi non è solo una risposta alla salivazione azzerata, ma un modo per temporeggiare, introdurre una pausa che dia enfasi o chiedere aiuto al partner.

Al general round di Vienna, il 3 aprile, il team Bocconi si è ritrovato in versione ridotta: per motivi di salute due dei sei componenti non hanno potuto presentarsi all'appuntamento. Così Berloffa Spadafora, Longhi, Montanari e Petris hanno fatto il possibile, affrontando l'University of Geneva (Svizzera) e la School of Excellence in Law (India). Alla fine dell'udienza con la National University of Singapore uno degli arbitri ha affermato di aver sentito da loro il miglior discorso legale in riferimento all'insolvency (uno degli aspetti della controversia). Inoltre si sono meritati un particularly high score nello scontro con la Stetson University (Florida, Usa), ma non sono riusciti a raggiungere il final round.

Il Moot è anche un momento di aggregazione, permette a studenti da tutto il mondo con interessi simili di incontrarsi e creare un network di conoscenze. La competitività sfuma nell'aria non appena finisce l'udienza, gli avversari si stringono la mano, si scambiano biglietti da visita, pacche sulle spalle e complimenti. Numerosi sono anche gli incontri e gli stretti contatti con i professionisti affermati che svolgono il ruolo di arbitri o coach. Così l'aria che si respira al Moot permette subito di creare una certa confidenza nei rapporti, probabilmente dovuta alla passione per la materia e per la professione.