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2050, il Brasile degli ultrasessantenni

, di Francesco Billari - rettore dell'Universita' Bocconi
Invecchiamento. Gli effetti del global ageing più pesanti di quelli della crisi

Quale crisi? La domanda, retorica, è stata posta dall'Economist nell'introduzione a un dossier speciale su demografia ed economia, pubblicato nel giugno 2009. L'Economist riprende un rapporto del Fondo monetario internazionale relativo all'effetto sulla finanza pubblica della corrente crisi economica, confrontato con l'effetto dell'invecchiamento della popolazione. Secondo il Fmi la crisi economica avrà un effetto negativo sulla finanza pubblica pari a solamente il 10% dell'effetto dell'invecchiamento nei paesi del G20. I paesi ricchi hanno dunque di fronte una sfida importante, rispetto alla quale anche l'attuale crisi appare secondaria. Il futuro demografico dei paesi ricchi, però, è stato annunciato ormai da qualche anno.

Cosa succede nei paesi poveri? Invecchiare è una prerogativa dei paesi ricchi? No: sappiamo che l'invecchiamento della popolazione è divenuto un fenomeno globale, la parola chiave degli esperti è 'global ageing'. Secondo le stime del demografo Lutz e colleghi, pubblicate su Nature nel 2008, l'età media della popolazione mondiale nel 2010 sarà 31,3 anni. La previsione per il 2050 è che essa salirà a 38,8 anni. Alla fine del secolo, l'età media potrebbe divenire pari a 45,5 anni. Se Giappone e Europa Occidentale sono i precursori del global ageing, i paesi in via di sviluppo, dalla Cina all'America Latina, seguiranno certamente lo stesso percorso. È una semplice conseguenza dei cambiamenti demografici associati allo sviluppo. Le differenze sono principalmente nell'inizio del processo e della velocità di cambiamento.Pensiamo al Brasile: un paese che associamo tradizionalmente, e ancor oggi in modo corretto, alla gioventù, all'allegria ma anche alla povertà dei molti bambini. Ciononostante, sappiamo già oggi che l'invecchiamento della popolazione sarà una sfida per l'economia e la società brasiliane nei prossimi decenni. Un solo esempio: una serie di riforme a partire dal 1988 ha condotto a un forte aumento della spesa pensionistica, che come sappiamo è influenzata in modo cruciale dalla popolazione in età avanzata. Nel 2003, la spesa pubblica in pensioni in Brasile era pari già al 12% del pil, con una popolazione ultrasessantenne pari all 8,6% del totale. Per contrasto, la spesa pubblica in istruzione ha raggiunto il 4,6% del pil, con una popolazione sotto i 15 anni pari al 27,2 % del totale. Secondo le previsioni dell'Ibge, l'istituto di statistica brasiliano, nel 2050 tra i 215 milioni di brasiliani solo il 13,1% avrà meno di 15 anni, contro il 29,8% oltre i 60 anni. È chiaro che il corrente andamento della spesa pubblica non sarà sostenibile.

Riuscirà il gigante demografico del Sud America a rispondere alle sfide dell'invecchiamento della popolazione? Sarà possibile generare un consenso sufficiente per le necessarie riforme? La ricerca ha un ruolo fondamentale nell'illuminare i percorsi, le possibili risposte e nel fornire informazioni che possano consentire in ultima analisi anche agli elettori di decidere in modo consapevole. Il futuro delle nostre società ed economie passa in modo cruciale attraverso il futuro della popolazione. È quasi una tautologia: chi saremo determinerà anche come staremo e come staremo assieme. I ricercatori della Bocconi sono, e cercheranno di essere sempre più, in prima fila per capire dove andrà la popolazione e come si evolveranno le interazioni tra cambiamento demografico, economia e società in Italia e a livello globale.