2006, ecco come cambia l’entertainment
Quest'anno 3, l'operatore di telefonia mobile, ha offerto ai propri clienti la possibilità di vedere almeno due film, The Interpreter e Memorie di una geisha, al videotelefonino. Da sempre, con qualche ritardo sull'uscita in sala, è possibile vedere i film in televisione e, da qualche tempo, su dvd o via Internet (attraverso servizi legali, s'intende). "Il prodotto è lo stesso ma le modalità di fruizione, e perciò le esigenze degli utenti, sono diverse", spiega Severino Salvemini, presidente della Sda Bocconi e studioso di temi manageriali applicati alle industrie culturali. "L'industria cinematografica si sta perciò chiedendo se sia il caso di adattare il prodotto ai diversi canali, proponendone versioni differenti anche nei contenuti. Il 2006 potrebbe essere l'anno della svolta".
Il prossimo sarà l'anno della moltiplicazione delle filiere cinematografiche, con la possibilità che vedano la luce i primi film multiversione. "Già nel 2005 Nokia e Cinecittà hanno indetto concorsi per la realizzazione di cortometraggi per i telefonini", dice Salvemini. "Se ancora non si è pensato di riassemblare singoli clip di un film per adattarli al telefonino è soprattutto perché la legge su questo tipo di diritti è controversa".
La centralità della sala cinematografica sarà ulteriormente compromessa. Se, fino a oggi, si era sempre detto che la sala, pesando per circa un terzo degli incassi cinematografici, aveva soprattutto la funzione di grande spot per il mercato home video e dei diritti, oggi sta perdendo anche questa. "È clamoroso, da questo punto di vista", evidenzia Salvemini, "il successo di una collana come Real cinema di Feltrinelli che presenta, insieme a un libro, documentari cinematografici che, per lo più, non hanno avuto nessun passaggio in sala".
Un forte sintomo di crisi delle sale è arrivato, lo scorso anno, dalla riduzione degli incassi. In Italia la contrazione del box office è stata accompagnata da una ancora più marcata riduzione delle entrate per i diritti televisivi. Da una parte la televisione tradizionale trasmette sempre meno film, dall'altra sono passati i tempi della rivalità tra Stream e Telepiù per l'acquisizione dei diritti e Sky, da monopolista, li paga in media quasi la metà.
La contrazione nella programmazione della tv generalista è dovuta all'imprevedibilità delle audience dei film, che non piace agli inserzionisti pubblicitari e allo scarso apprezzamento dei telespettatori per prodotti provocatori, problematici, difficili come i film. È anche da questa riflessione che nasce la necessità di proporre versioni diverse del prodotto cinematografico a canali diversi.
All'origine della crisi molti hanno individuato la crescita della pirateria peer-to-peer, "destinata a crescere ancora nel 2006", denuncia Fabrizio Perretti, docente di strategia alla Bocconi. "La situazione è quella in cui si trovava l'industria musicale uno o due anni fa, prima di reagire con iniziative tipo I-tunes".