Riconoscere un inventore con l'aiuto del Crios
Se l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) può utilizzare attendibili dati di brevetto per valutare le università italiane, lo si deve anche al Crios, il Center for research in innovation, organization and strategy della Bocconi che, a gennaio 2016, consegnerà all'Agenzia una seconda, più completa fornitura di dati, dopo quella del 2015.
Presso il Centro è da tempo attivo un team di ricercatori di fama internazionale nel campo della raccolta e analisi dei dati brevettuali. In particolare, Francesco Lissoni, Stefano Breschi e il database manager Gianluca Tarasconi lavorano dal 2001 alla pulizia e standardizzazione delle informazioni grezze fornite dallo European patent office (Epo) su inventori e assegnatari, in modo che siano utilizzabili per esercizi statistici su larga scala.
"Nel database Patstat, l'Epo raccoglie i dati in modo che siano utili all'esaminatore, ma non esiste nessuna regola di standardizzazione", spiega Tarasconi. "Se io fossi un inventore, il mio nome potrebbe comparire come Gianluca, Gian Luca o G. Luca, per esempio, e una ricerca automatizzata ricondurrebbe le mie invenzioni a tre persone diverse. Noi, allora, abbiamo ripulito, e continuiamo ad aggiornare, i dati di brevetto dal 1978 in poi, un patrimonio che ormai comprende 120 milioni di brevetti provenienti da più di 90 uffici brevetti". È un'opera titanica, impossibile da condurre manualmente, ma solo attraverso sofisticate tecniche di text mining e data mining.
Ora è quindi possibile incrociare i dati rielaborati con quelli di altri database per scoprire, per esempio, quali sono le dimensioni prevalenti delle aziende nelle quali si brevetta o se la brevettazione si accompagna a pubblicazioni scientifiche. Il database elaborato dal Crios (Patstat-Crios database) è perciò quello utilizzato da chiunque voglia fare ricerca sul tema. "Nel corso degli anni", prosegue Tarasconi, "il nostro database è stato utilizzato da ricercatori del Mit e di Harvard e da numerosi progetti europei miranti a comprendere il funzionamento dell'ecosistema dell'innovazione".
"I dati saranno utilizzati dall'Anvur", spiega Lissoni, "nella seconda edizione della valutazione quadriennale della ricerca di università ed enti italiani (Vqr 2011-2014), che contiene grosse novità relative alla valutazione della terza missione, ovvero di tutte quelle attività che trasferiscono conoscenza e competenze alla società in modo diretto, cioè non per il tramite dei compiti istituzionali di università e enti (ricerca e, per le prime, insegnamento curriculare). Tra queste attività spicca il trasferimento tecnologico tramite commercializzazione, di cui i brevetti sono un indicatore tanto importante, quanto complesso da elaborare per le difficoltà di raccolta, attribuzione al ricercatore e al suo istituto di affiliazione e valutazione".
Fino al 2014 l'Agenzia si basava sulle segnalazioni a cura dei singoli inventori. Nel 2015 il Crios ha fornito i dati standardizzati sugli inventori delle università, a gennaio fornirà anche quelli sui centri di ricerca.