
Ospedali chiusi, vite a rischio
Un aumento del 10% della mortalità ospedaliera per infarto e un incremento della durata della degenza: sono questi gli effetti delle chiusure ospedaliere evidenziati dallo studio The impact of budget cuts on individual patient health: Causal evidence from hospital closures, pubblicato su Journal of Health Economics e firmato da Simone Ghislandi (DONDENA, Bocconi), Anna-Theresa Renner (TU Wien) e Nirosha Elsem Varghese (CERGAS, Bocconi).
L’analisi, condotta sui pazienti colpiti da infarto miocardico acuto (AMI) in Italia tra il 2008 e il 2015, mostra come l’aumento del tempo di percorrenza verso l’ospedale sia il principale fattore che spiega l’incremento della mortalità, sottolineando l’importanza cruciale di considerare l’accessibilità spaziale ai servizi sanitari nelle decisioni politiche relative alla riorganizzazione della rete ospedaliera.
“Le chiusure ospedaliere sono spesso state motivate dalla scarsa efficienza ed efficacia dei piccoli ospedali. Allo stesso tempo però una chiusura, se non ben pianificata, riduce la densità dei punti di intervento, penalizzando in particolare i pazienti in condizioni di emergenza. Il nostro studio si concentra proprio su questo secondo aspetto, dimostrando che le chiusure ospedaliere hanno avuto un impatto negativo significativo sulla salute dei pazienti ospedalizzati per la condizione medica acuta per eccellenza, l’infarto miocardico acuto, in particolare sulla mortalità ospedaliera”, afferma Simone Ghislandi, professore associato di Health economics della Bocconi. “L’aumento del tempo di percorrenza è il meccanismo principale che spiega questo incremento della mortalità”.
Gli effetti delle chiusure: mortalità in aumento e degenze più lunghe
Lo studio evidenzia che le chiusure ospedaliere hanno causato un aumento del 10% della mortalità ospedaliera, pari a circa 0,7 punti percentuali in più nella probabilità di decesso in ospedale a seguito di un infarto miocardico acuto per i pazienti colpiti dalla chiusura dell’ospedale di riferimento. Parallelamente, si è registrato un incremento di 0,3 giorni nella durata della degenza ospedaliera, a indicare un possibile impatto sulla qualità delle cure ricevute.
Gli autori notano come l’aumento della mortalità ospedaliera rappresenti una stima al ribasso dell’effetto totale sulla mortalità per infarto, in quanto è ragionevole supporre che con l’aumento delle distanze percorse in ambulanza anche la mortalità prima di raggiungere l’ospedale sia aumentata di pari passo.
Disuguaglianze geografiche e demografiche: chi è più colpito
Gli effetti negativi delle chiusure ospedaliere non sono omogenei su tutto il territorio italiano. Lo studio mostra che le conseguenze sulla mortalità ospedaliera sono più evidenti tra le pazienti di sesso femminile, gli anziani e i pazienti curati negli ospedali situati nelle regioni del Sud Italia, dove il tempo di percorrenza verso l’ospedale è aumentato significativamente più che nelle regioni del Nord.
“La disparità geografica nell’accessibilità ai servizi sanitari è emersa come un fattore cruciale”, evidenzia Ghislandi. “Gli ospedali chiusi erano spesso situati in aree remote o in regioni con infrastrutture di trasporto meno efficienti, aumentando significativamente i tempi di viaggio per i pazienti in condizioni critiche”.
Una lezione per le politiche sanitarie
I risultati di questo studio sollevano domande fondamentali sulle scelte politiche in materia di sanità pubblica, soprattutto nel contesto di piani di rientro economico che prevedono la razionalizzazione della rete ospedaliera. L’aumento della mortalità ospedaliera legato all’allungamento dei tempi di percorrenza verso l’ospedale dimostra che le decisioni di chiusura non possono basarsi esclusivamente su criteri economici, ma devono considerare attentamente l’accessibilità spaziale ai servizi sanitari.
“I nostri risultati sono cruciali per la pianificazione di un’efficiente allocazione geografica dei servizi sanitari”, conclude Ghislandi, “e indicano la necessità di garantire che la razionalizzazione della rete ospedaliera non comprometta l’accessibilità tempestiva alle cure di emergenza”.
Con la crescita delle pressioni finanziarie sui sistemi sanitari pubblici, i dati presentati in questo studio offrono una base empirica fondamentale per orientare politiche sanitarie più eque ed efficienti, evitando che il risparmio economico si traduca in un costo umano inaccettabile.
Simone Ghislandi, Anna-Theresa Renner, Nirosha Elsem Varghese, “The impact of budget cuts on individual patient health: Causal evidence from hospital closures”, Journal of Health Economics Volume 101, May 2025, DOI https://doi.org/10.1016/j.jhealeco.2025.102975