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Piu' potere agli azionisti americani

, di Fabio Todesco
In un articolo appena pubblicato Marco Ventoruzzo suggerisce che il voto di lista potrebbe essere il modo migliore per garantire rappresentanza alle minoranze nei consigli d'amministrazione americani

Secondo Marco Ventoruzzo (Dipartimento di Studi Giuridici) il diritto d'impresa americano potrebbe trovare spunti interessanti in quello italiano. In Empowering Shareholders in Directors' Elections: A Revolution in the Making (European Company and Financial Law Review, Volume 8, Issue 2, June 2011, Pages 105-144, doi: 10.1515/ecfr.2011.105) Ventoruzzo afferma che il voto di lista potrebbe rivelarsi il modo migliore per dare voce agli azionisti nelle elezioni dei nuovi consiglieri di amministrazione, oggi gestite e decise dai consiglieri in carica. Anche se le riforme recentemente avviate o in corso di studio sia a livello statale, sia federale sono passi nella giusta direzione, tuttavia sono troppo timide, sostiene Ventoruzzzo, e il voto di lista è superiore al voto cumulativo, già suggerito come alternativa al sistema attuale, in termini di semplicità, prevedibilità e certezza.

"I grandi poteri di cui i consiglieri di amministrazione godono in quanto fiduciari degli azionisti sono giustificati, dal punto di vista economico e legale, solo nella misura in cui gli azionisti, agendo come principali, mantengono il controllo sulla selezione e la rimozione dei loro agenti", scrive Ventoruzzo. Ma negli Stati Uniti tale controllo è praticamente nullo: "il voto a maggioranza relativa, le limitazioni all'accesso alla raccolta delle deleghe, il costo di una raccolta indipendente delle deleghe, e il voto discrezionale dei broker nelle elezioni non competitive hanno tradizionalmente reso molto difficile per gli azionisti avere un ruolo rilevante e indipendente nella nomina dei consiglieri".

Negli ultimi anni il South Dakota, il Delaware e la SEC hanno proposto riforme finalizzate all'empowerment degli azionisti nelle elezioni del consiglio d'amministrazione e a una maggiore accountability dei consiglieri agli azionisti. Però la riforma del South Dakota, sebbene pervasiva, è destinata a non influire sulla vita aziendale americana perché nessuna grande impresa è registrata in quello stato, né si è registrata dopo la riforma. Le riforme del Delaware (lo stato in cui sono registrate più imprese statunitensi) e della SEC sono troppo blande, consentendo di chiamarsi fuori o richiedendo un'adesione esplicita.

I consiglieri sono attualmente eletti uno per uno, solitamente a maggioranza relativa, e sono scelti da una lista contenuta nei documenti di delega. Spesso tutti i nomi sono inseriti nella lista dai consiglieri in carica e l'elezione non è competitiva perché il numero dei candidati è lo stesso dei seggi vacanti. L'abilità degli azionisti di proporre candidati al consiglio d'amministrazione è così limitata, scrive Ventoruzzo, che "in caso di disaccordo sul modo in cui l'impresa viene gestita, per gli azionisti è più facile vendere le loro quote".

Con il voto di lista proposto da Ventoruzzo, gli azionisti non voterebbero per i nuovi consiglieri a uno a uno, ma per liste in competizione tra loro, con la previsione che la seconda lista più votata avrebbe un certo numero di rappresentanti nel consiglio. La letteratura corrente, per superare il problema della rappresentanza, ha proposto il sistema del voto cumulativo, secondo cui ogni azionista può esprimere un numero di voti pari al prodotto del numero di azioni moltiplicato per il numero di seggi contesi. Le simulazioni di Ventoruzzo mostrano che entrambi i sistemi portano a una rappresentanza delle minoranze, ma l'esito delle elezioni con il voto cumulativo non è molto prevedibile e il sistema si presta a episodi di voto strategico, mentre "il voto di lista assicura un livello significativo ma predeterminato di rappresentanza degli azionisti di minoranza nel consiglio, e incoraggia la creazione di coalizioni di azionisti che condividono gli stessi interessi".

Per prevenire possibili obiezioni, Ventoruzzo conclude spiegando che il sistema funziona bene in Italia e Spagna e che la sua fattibilità non dipende dalla struttura proprietaria.