Le tangenti? Un'alternativa miope agli investimenti
La corruzione è un fenomeno rilevante e diffuso in tutto il mondo, e molti studi evidenziano le sue conseguenze negative per la crescita economica di un paese. La letteratura si è focalizzata anche sulle sue implicazioni a livello di impresa, facendo luce sui meccanismi attraverso cui la corruzione ne influenza i risultati. Un punto ancora aperto è se pagare tangenti, un tipo particolare di corruzione, mini il potenziale di lungo periodo legato agli investimenti.
Uno studio di Alfonso Gambardella (Dipartimento di Management e Tecnologia), Addis Birhanu (EMLyon) e Giovanni Valentini (IESE) (Bribery and Investment: Firm-Level Evidence from Africa and Latin America, in Strategic Management Journal, Volume 37, Issue 9, doi: 10.1002/smj.2431) trova un effetto negativo delle tangenti sugli investimenti. Ma poi esplora anche quattro possibili meccanismi per cui questo accade, aiutandoci a capire meglio cosa spinga a questo comportamento.
Per raggiungere questo obiettivo, gli autori hanno analizzato i dati di due indagini della Banca Mondiale condotte nel 2005-2006 e 2009-2010 sulle aziende di 13 nazioni dell'Africa e dell'America del Sud. "E' stata Addis ad avere l'idea di esplorare questo tema," racconta Gambardella, "principalmente per il desiderio di migliorare la performance delle aziende nel suo paese, l'Etiopia". Dopo aver verificato l'effetto negativo delle tangenti sugli investimenti, gli autori hanno deciso di studiare alcune delle spiegazioni di solito date per il trade-off tra tangenti e investimenti. Può accadere infatti che i pagamenti di tangenti prosciughino le risorse finanziarie per investire, e che le aziende che investono non paghino tangenti perché le immobilizzazioni le rendono meno flessibili e più vulnerabili a future tangenti. Oppure, che siano le aziende meno efficienti a pagare tangenti perché i loro investimenti non sono produttivi. Quello che gli autori trovano, però, è che è l'orientamento al breve periodo delle aziende che spinge a preferire le tangenti all'investimento.
"Le tangenti devono portare qualche vantaggio alle aziende, altrimenti non lo farebbero" spiega Gambardella. Quindi, dal punto di vista sociale, un'azienda opta per le tangenti spinta da decisioni di breve periodo. "È come cercare un lavoro tramite raccomandazione o formazione. La raccomandazione fa più facilmente trovare un lavoro nell'immediato. Tuttavia, le competenze ottenute con la formazione aumentano le probabilità che si riesca a trovare un lavoro migliore nel futuro". Le aziende che pagano tangenti non sono necessariamente quelle meno efficienti o che esportano meno, ma investono meno in immobilizzazioni.
Secondo Gambardella, una conclusione che si può trarre dallo studio è che, oltre a quello etico, c'è un aspetto sottovalutato delle tangenti sulla prospettiva di lungo periodo delle aziende. "Spesso associamo la corruzione alle imprese inefficienti. Ma invece, dal punto di vista economico, il grande problema della corruzione - e questo si può facilmente estendere anche all'Italia – è che favorisce benefici di breve periodo a spese degli investimenti di lungo periodo, che producono vantaggi duraturi e sostengono la crescita delle imprese e dell'economia".