La logistica in aiuto al settore alimentare
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Marco Bettucci |
Può la logistica contribuire al recupero di competitività delle imprese nel settore alimentare?
Questa è la domanda alla quale hanno voluto rispondere Marco Bettucci, Raffaele Secchi e Vittoria Veronesi, docenti della Bocconi nel libro Competere con la logistica. Esperienze innovative nella Supply Chain alimentare (Egea, giugno 2009, 139 pagine, 16 euro).
Lo studio ha evidenziato come la logistica possa rappresentare per le aziende del settore alimentare una leva concreta per il miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia di molti processi aziendali. Il 2008 ha visto il settore agroalimentare chiudere in positivo con un fatturato che ha raggiunto i 119 mld di euro posizionandosi al secondo posto all'interno dell'industria manifatturiera italiana. Chiusura in positivo anche per gli scambi con l'estero anche se proprio sul fronte delle esportazioni, i prodotti agroalimentari di qualità subiscono l'assenza di una gdo italiana e risentono di una struttura frammentata.
Tutto ciò comporta una costante preoccupazione di perdita di competitività delle singole aziende minacciate da una serie di fattori che rendono sempre più difficile il conseguimento di adeguati risultati economici. La ricerca evidenzia, oltre a valorizzare le eccellenze della filiera, come si rende estremamente rilevante il ruolo rivestito dalla logistica per giungere sui mercati esteri. In primo luogo la logistica deve garantire ai nostri prodotti un corretto iter di veicolazione, deve assicurare un idoneo processo distributivo. Questo tipo di ragionamento ha una valenza ancor maggiore per le piccole medie imprese, che da sempre rappresentano il tessuto produttivo italiano. Non avendo queste grandi quantitativi di prodotto da distribuire e da esportare, hanno maggior bisogno di soluzioni di sistema che possano ridurre in maniera consistente i costi legati alla organizzazione della logistica e della distribuzione dei prodotti sul mercato.
L'analisi, inoltre, ha messo in evidenza come la maggior parte delle imprese sia orientata a una internazionalizzazione di prossimità, prevalentemente paesi della ue confinanti, che risponde alle esigenze delle piccole e medie imprese che non si possono permettere di presidiare mercati troppo lontani. Questo scenario può essere contrastato in parte nella misura in cui le aziende riconoscono la necessità di farsi aiutare da operatori specializzati capaci di supportare l'ingresso in un mercato estero. Ma, la presenza di provider logistici strutturati non rappresenta di per sé una condizione sufficiente per la realizzazione di progetti di internazionalizzazione.
Esistono alcuni fattori di natura aziendale che inibiscono il processo decisionale. In primo luogo la mancanza di know how specifico sulle problematiche distributive in mercati locali, che finisce con il rendere molto difficoltosa la relazione con il potenziale operatore logistico. Inoltre, aziende alimentari devono valorizzare il ruolo degli operatori logistici. Ciò implica nelle piccole imprese, ma non solo, lo sviluppo di una cultura logistica che permetta al management di valutare criticamente le opportunità offerte. D'altro canto gli operatori logistici devono aumentare la coerenza tra la loro offerta e i fabbisogni della piccola impresa che, per ovvi motivi, non può esprimere le stesse esigenze delle grandi imprese.
Per quanto riguarda gli interventi logistici sulla gestione dei trasporti e dei magazzini il ricorso ad un assetto logistico basato sull'outsourcing offre una serie di vantaggi. L'incidenza dei costi variabili aumenta mentre si riduce quella dei costi fissi grazie al contenimento degli investimenti in strutture fisiche e organizzative. L'outsoursing non deve essere adottato come soluzione finalizzata alla sola riduzione dei cosi aziendali. In Italia sono ancora poche le aziende che hanno deciso di intraprendere la strada della esternalizzazione con una estensione maggiore rispetto alle sole attività di trasporto, una prima causa di freno è la sensazione di perdere il controllo sulle attività logistiche. Per diffondere maggiormente questa pratica occorrerebbe una più intensa promozione da parte degli stessi operatori logistici.
Infine, è da considerare altro fattore abilitante l'utilizzo dalle tecnologie informatiche che possono favorire lo scambio di informazioni a livello interaziendale