Il ciclo economico determina la diffusione di malattie virali
La prossima volta che un'epidemia di influenza colpirà la vostra zona e costringerà tutti a letto, gioite: può significare che la recessione è finita. Un nuovo articolo di Jérôme Adda, uno studioso presso il Dipartimento di Economia della Bocconi (Economic Activity and the Spread of Viral Diseases: Evidence from High Frequency Data, in The Quarterly Journal of Economics (2016) 131 (2): 891-941. doi: 10.1093/qje/qjw005), evidenzia il collegamento tra il ciclo economico e la diffusione dei virus: "Abbiamo scoperto che le epidemie si diffondono più velocemente durante i boom economici", scrive. "Durante i boom le persone viaggiano di più, aumentando così i contatti interpersonali e la diffusione di malattie".
Il paper sottolinea il ruolo dei trasporti nell'espansione delle epidemie e valuta non solo l'impatto delle politiche che limitano i contatti interpersonali, ma anche la loro costo-efficacia, attraverso un'analisi costi-benefici. "Chiudere le scuole", dice Adda, "risulta efficace nel limitare la diffusione delle malattie virali, a condizione che il periodo di incubazione sia abbastanza breve, ma non è una misura economicamente efficiente, a meno che non sia compensata da un corrispondente numero di giorni di scuola in più in altri periodi dell'anno". La chiusura delle reti di trasporto risulta essere conveniente solo in casi molto estremi. "In generale, tali misure sono efficienti solo quando le epidemie registrano un tasso di mortalità più alto di quello della tipica influenza", dice Adda, "come nella pandemia di influenza suina del 2009".
Adda può raggiungere le sue conclusioni grazie ad un dataset unico di dati ad alta frequenza raccolti dalle autorità francesi a partire dagli anni '80, che dettagliano l'evoluzione settimanale dell'incidenza di tre importanti malattie virali (influenza, gastro-enterite e varicella) nelle diverse aree geografiche e gruppi di età. Lo studioso utilizza quasi-esperimenti per determinare gli effetti della chiusura delle scuole e delle reti di trasporto, osservando come cambiano gli schemi di diffusione durante le vacanze (chiusure obbligatorie delle scuole) e gli scioperi dei trasporti. "Inoltre, i dati confermano che l'apertura di nuove linee ferroviarie ad alta velocità aumenta il ritmo di diffusione dei virus", dice Adda.
Il risultato più sorprendente dello studio è l'intensità dell'effetto dei trasporti, ma i suoi risultati possono anche aiutare le autorità a stabilire misure efficaci in caso di contagio. Vacanze scolastiche più lunghe in inverno, quando i virus hanno maggiore probabilità di diffondersi, e più brevi in estate sarebbero sicuramente d'aiuto.
"Abbiamo visto che l'efficacia di alcune politiche dipende dalle caratteristiche delle diverse malattie", dice Adda, "e questa è un'informazione preziosa in un ambiente esposto all'esplosione di nuovi virus e alla ricomparsa di quelli vecchi, a causa della mancanza di vaccinazioni nella popolazione immigrata e in chi si oppone alle vaccinazioni e a causa del riscaldamento globale che, come probabilmente è accaduto lo scorso agosto in Siberia, potrebbe determinare lo scioglimento del permafrost e il rilascio di agenti patogeni congelati, considerati ormai estinti".